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Molfetta, l'associazione antiracket sempre più vicina alle vittime, ma la strada è ancora lunga
23 novembre 2008

MOLFETTA - «In un momento di crisi economica, come quello che stiamo vivendo, che determina una notevole carenza di liquidità, per le persone in difficoltà c'è sempre qualcuno pronto a “dare una mano”, ma è necessario saper distinguere e non cadere nelle mani di persone senza scrupoli capaci di portare aziende, imprese, famiglie e persone alla rovina!». E' questo il monito che secondo l'avv. Altomare, vice presidente dell'associazione provinciale antiracket, non può passare sotto silenzio. Infatti soprattutto grazie all'informazione e alla consapevolezza che un'alternativa esiste, si possono combattere fenomeni come racket ed usura largamente presenti sul nostro territorio. E' soprattutto per questo che lo stesso Altomare e il vice presidente nazionale della Federazione italiana antiracket (Fai), Renato De Scisciolo, hanno tenuto un incontro con la stampa e hanno reso noti i dati relativi all'attività dell'associazione svolta tra il 2007 e il 2008 a favore delle vittime. Soprattutto il fenomeno dell'usura trova terreno fertile nel nostro territorio, «quello che occorre», dice De Scisciolo, «sono interventi mirati e soprattutto far capire ai cittadini che le associazioni in collaborazione con le istituzioni non li lasciano soli. Noi infatti seguiamo le vittime passo passo, prima ascoltando il loro problema, successivamente con una fase d'analisi, in cui ne viene studiata la situazione giuridica ed economica, infine con una fase di supporto durante la quale le vittime vengono accompagnate nella gestione della vicenda giudiziaria. Sbocco naturale è quello di costituirsi parte civile durante il processo in modo da non lasciare mai il singolo da solo». Nel nostro territorio sono stati fatti grossi passi in avanti, se è vero che fenomeni di usura serpeggiano ancora, è anche vero che negli ultimi 2 anni a Molfetta ci sono state cinque denunce, e grazie a varie azioni della Capitaneria dei Carabinieri, tra cui l'operazione “Black out”, sono stati assicurati alla giustizia una serie di usurai che chiedevano tassi d'interesse al 50%. Pare che il nostro Comune sia stato uno dei pochi disposti a lavorare sul territorio: si sta infatti procedendo al progetto Pon, che prevede l'istituzione di uno sportello antiusura pronto a raccogliere non solo richieste di aiuto ma anche a finanziare le attività dell'associazione che fino ad ora è andata avanti solo grazie alla forza economica dei volontari. Volontari che meritano il plauso di tutta la comunità e che non possono essere lasciati da soli in questa difficile lotta. Durante la conferenza è stato poi presentata degli attori protagonisti, Annmaria Vivacqua e Dario Buono, la fiction “I clan”, patrocinata dall'associazione antiracket. Della durata di otto puntate trasmesse da Teleregione, questa miniserie tenta di spiegare quella che è la realtà e la drammaticità dell'usura. Un ulteriore modo di sensibilizzare e informare la comunità.
Autore: Ilia Micelli
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Siamo fieri che il nostro Comune "è uno dei pochi disposti a lavorare sul territorio" (dispiaciuti per tante altre situazioni) sperando che altri si uniranno in seguito per sradicare queste barbare e incivili associazioni mafiose. In questi momenti di profonda crisi economica, c'è il rischio che intere famiglie vengano travolte da questi malavitosi affari, per riuscire a vivere il quotidiano. L'usurato è una vittima: non va lasciato solo. Chi si trova in difficoltà, alla disperazione per vedere a rischio la propria attività e il benessere della propria famiglia, può aggiungere un senso di fallimento e di vergogna per il giudizio che lui stesso da alle proprie capacità. Forse ha commesso degli errori nel valutare le possibilità della propria attività, o nel decidere nuovi investimenti, o nel puntare su un'espansione imprenditoriale che non si è realizzata. Ma non deve sbagliare ancora, accettando la soluzione offertagli dallo strozzino: deve trovare invece la forza di uscire dall'isolamento e dalla solitudine, parlare della propria situazione con chi gli è vicino, chiedere aiuto alle associazioni presenti nel territorio, che sono pronte a dargli assistenza. Lettera integrale di una vittima dell'usura al Commissariato Straordinario. - "Sono stata un'imprenditrice, ereditai la gestione delle aziende di famiglia ed insieme alla gestione commerciale....anche "l'usura". L'usura come il cancro, non sei malata tu ma la tua azienda, i debiti (gli interessi), si moltiplicano giorno per giorno e da un piccolo importo ti ritrovi con tanti svariati milioni di euro. Per tanti anni sono andata avanti cosi, cercando di pagare gli interessi mensili e se qualche mese non potevo, non c'erano problemi: loro rinnovano tutto, perchè così cresce il tuo debito, tu per pagare togli all'azienda, togli la cura, togli la vita......Per pagare per paura delle loro minacce, per non fallire, per non essere detta che non ero capace di gestire da chi non sapeva, accolsi la disponibilità alla vendita di soldi da parte di un direttore di banca, mi auto-finanziavo facendo assegni da una mia stessa società all'altra.....fino a quando un giorno decisi che non avrei pagato più nessuno. Basta!!!!! Iniziai la mia guerra, denunciai il direttore di banca, mi rivolsi ad un'associazione che nulla fece, e poi una mattina a casa mia e nelle mie aziende, FINALMENTE arrivarono la GUARDIA DI FINANZA ed i CARABINIERI... e con loro che non smetterò mai di ringraziare, ho trovato il coraggio di denunciare tutto...anche quei grandi USURAI che da quasi trent'anni si erano presi tutta la linfa delle aziende. Non è stato facile...la vergogna dentro...ma ce l'ho fatta. Poco tempo fa ho fatto la domanda per accedere ai fondi destinati alle persone che denunciano l'usura... Oggi sono una persona tranquilla...la paura ha lasciato il posto alla speranza e la vergogna ad un grande orgoglio per quello che ho fatto. Anche se ho dovuto rinunciare alla gestione delle mie aziende; quindi ad una parte della mia vita, le aziende sono salve e producono reddito ed occupazione.... posso dire di aver vinto il mio CANCRO."
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