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Molfetta in prima fila nella prevenzione della violenza sulle donne: ecco come chiedere aiuto all'equipe contro gli abusi sulle donne
25 novembre 2011

MOLFETTA - "Oggi a Molfetta la tutela delle donne e la prevenzione contro ogni tipo di abuso e violenza sono diventati non soltanto principi assoluti universalmente riconosciuti, ma battaglie quotidiane condotte con strumenti e risorse reali".
In occasione della Giornata internazionale contro la Violenza sulle Donne, come cita un comunicato, la presidente del movimento Azzurro Donna Molfetta, Elena Ginosa, ricorda che l'amministrazione comunale con il sindaco Antonio Azzollini e con l'assessore ai Servizi Socio Educativi, Luigi Roselli,  ha istituito una equipe integrata multifunzionale per prevenire fenomeni di abusi sulle donne.
L'equipe è attiva anche per fornire aiuto e assistenza alle vittime (donne ma anche bambini) di maltrattamenti o abusi.
L'equipe è formata da esperti del distretto socio sanitario Molfetta-Giovinazzo e da assistenti sociali del Comune di Molfetta. Nell'ambito dell'attività di prevenzione, l'equipe si occupa di raccogliere segnalazioni, individuare, esaminare e prendere in carico tutti i casi di maltrattamenti. Le donne vittime di maltrattamenti o chiunque sia a conoscenza di casi di abusi, può rivolgersi per un aiuto - oltre alle autorità giudiziarie preposte - ai Servizi Sociali del Comune di Molfetta in via Cifariello che provvederanno a segnalare il caso agli operatori dell'equipe. In alternativa è possibile contattare il Consutorio Familiare presso la sede dell'Istituto Apicella in corso Fornari o contattando i numeri 0180.33575447 e 080.3357516.
L'equipe multifunzionale si compone di due assistenti sociali comunali (sia a Molfetta che a Giovinazzo), due assistenti sociali Asl e due psicologici esperti nella diagnosi e nell'assistenza psicoterapeutica. "Partendo da casi sospetti o conclamati di maltrattamento fisico, abusi sessuali o episodi di trascuratezza familiare, l'equipe ha il compito di rilevare e diagnosticare il disagio mettere in atto allo stesso tempo programmi di protezione e assistenza psico-sociale a favore delle vittime" ricorda Vanna La Martire, vice presidente del movimento Azzurro Donna, che aderisce anche alla Consulta Femminile del Comune di Molfetta. A seconda dei casi l'equipe può anche avvalersi di specialisti come ginecologi, medici legali, neuropsichiatri.

 

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A voler bene analizzare il gravoso, incivile e inumano problema, risulterebbe quanto mai un "affare" CULTURALE-RELIGIOSO-POLITICO. Se approfondiamo gli studi, le culture che si sono via via sostituite e tramandate, non solo in Italia ma in Europa e su tutto il pianeta Terra, senza creare fondamentalismi vari, il vero problema è tutto in questi capisaldi dell'umanità: CULTURA, RELIGIONE, POLITICA. Alti e bassi, dalla Rivoluzione Francese ai nostri tempi, senza interrogare la Preistoria. Una delle prime tracce si trova nella Rivoluzione Francese (1789-94) quando, accanto alla "Dichiarazione dei diritti dell'uomo", venne presentato alla Costituente anche un Cahier de dolèances des femmes (un elenco di proteste) che doveva portare la donna a essere considerata “cittadina”, ossia a godere gli stessi diritti degli uomini. Fu però solo un lampo: soffocata la rivoluzione, la donna tornò in condizioni di inferiorità. Illuminante, a questo proposito, un articolo del Codice Civile di Napoleone che accumunava donne sposate, minorenni e pazzi: tutta gente alla quale negare ogni attività pubblica e privata. Nel 1907 Ernestina Prola prende la patente di guida e, l'anno dopo, Emma Strada diventa ingegnere, ma la parità è ancora poco meno che un miraggio. La Chiesa è ferma a quanto ha scritto Leone XIII nell'enciclica sul matrimonio: “L'uomo è capo della donna, siccome Cristo è capo della Chiesa. Quindi, come la Chiesa è soggetta a Cristo, così le mogli eziandio debbono essere soggette ai loro mariti in ogni cosa”. Lo stesso Mussolini, del resto, nel 1925 diceva: “Io sono piuttosto pessimista......io credo ad esempio che la donna non abbia grande potere di sintesi, e che quindi sia negata alle grandi creazioni spirituali”. 1932: “Nel nostro Stato, la donna non conta”. – 1938: “Due nomi, mirabilmente congiunti nell'amore e nella fede, sono oggi sul labbro della gioventù italiana: Mamma! Duce!” Si avverte il chiarissimo riflesso di pregiudizi antichi, ed in particolare la massiccia influenza dell'antifemminismo cattolico, del misoginismo paolino: “Bonum est homini mulierem non tangere”. Molta strada è stata fatta, ancora moltissima strada da fare: un compito civile, sociale, culturale e religioso gravoso.


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