MOLFETTA – Il coordinatore del Pdl a Molfetta,
Pasquale Mancini (foto), propone una
riflessione sul futuro, dopo gli arresti dell’ing.
Rocco Altomare dirigente dell’Ufficio territorio del Comune e di altri 8 (fra cui il fratello Donato, il figlio Corrado oltre a ingegneri e tecnici del suo studio privato) per presunte irregolarità edilizie. Una vicenda che ha sconvolto la città.
Riportiamo il suo intervento con una sola osservazione: non dovrebbero essere il sindaco sen. Antonio Azzollini e i suoi assessori, in primis quello all’urbanistica avv. Pietro Uva a fare una prima riflessione, con un passo indietro, alla luce delle vicende che li vedono coinvolti almeno sul piano politico (non potevano non sapere)?
Solo così si può essere credibili e onesti e riprendere il dialogo con i cittadini, prima che con gli elettori. Siamo disponibili al dialogo, ma il dialogo si fa in due, senza lanciare accuse e insulti alla stampa, alla “Gazzetta del Mezzogiorno” e a “Quindici” in particolare, che fanno il loro lavoro, anche scomodo e ingrato, e spargere veleni come ha fatto il sindaco Azzollini, finora, non si può adottare la politica del silenzio che può voler dire nascondere qualcosa, non si può gettare il sasso e nascondere la mano.
Non si può continuare a sostenere che la colpa è sempre degli altri: le leggi assurde che vanno cambiate, i magistrati, la stampa, l’opposizione e perfino il destino.
E come esempio adottare un comportamento ispirato al disprezzo delle regole e delle leggi, che potranno essere anche sbagliate da qualche punto di vista, ma che non possono essere violate finché sono in vigore, come accade in Italia da quando ci sono Berlusconi e i suoi seguaci al potere. Non si offre un buon esempio al Paese e ai cittadini, che, tra l’altro, non hanno comode coperture politiche e parlamentari per non rispondere alla giustizia. La legge deve essere uguale per tutti, non solo per i privilegiati, che in qualche caso si servono di immunità per sfuggire ai propri doveri. E’ questo il compito della politica, se vuole essere credibile con i cittadini.
Non si può ricorrere ai cittadini (e all’aiuto dell’opposizione) solo nel momento del bisogno, quando si è in difficoltà e si cade e dimenticarsene nel corso di tutta la legislatura, dopo che li si è sbeffeggiati e insultati con atteggiamenti e comportamenti da delirio di onnipotenza. Non si può chiedere il dialogo, caro Pasquale, quando si sono diffusi comunicati (a firma del Pdl e del suo coordinatore) arroganti e sprezzanti nei confronti dell’opposizione, della stampa e di chiunque osasse criticare l’operato dell’infallibile sindaco, senatore, presidente.
La gente non è stupida.
Non si può essere manichei: il buono è tutto dalla parte del Pdl e il cattivo è tutto dall’altra parte, quello della “sinistra becera e illiberale”, dei “comunisti antidemocratici”.
Non si può mettere la testa sotto la sabbia, facendo finta che nulla sia successo. La questione morale è il primo problema dell’Italia e di Molfetta e va affrontata seriamente e non ignorata.
Sfuggire alle proprie responsabilità non è il modo migliore per chiedere la collaborazione di tutti a superare un momento difficile.
Non lo credi Pasquale?
fds
Ecco il testo del comunicato di Pasquale Mancini del Pdl:
«È difficile parlare di politica in questi giorni che vedono la Città dibattere, anche aspramente, su un argomento che meriterebbe invece il rispettoso silenzio che si deve – sempre – al lavoro della Magistratura.
Ma noi dobbiamo tracciare il futuro: lo dobbiamo ai molfettesi che sono stanchi di leggere quotidiane accuse tra maggioranza e opposizione, lo dobbiamo ai giovani forse già delusi dal comportamento dei partiti (tutti), ritenuti incapaci non solo di dare risposte definitive in questa delicatissima fase demografica ed economica, ma anche di interessarsi veramente alle esigenze dei cittadini.
Parliamo troppo di noi, delle nostre proposte, delle nostre idee, di come vorremmo fare questa o quella cosa ma nessuno si ferma a chiedere per strada “…ma voi, che ne pensate? Come state? Voi, generazione dei 20-30nni, avete idee sul vostro futuro, su quello della nostra Comunità? Voi, 40-50nni, siete soddisfatti di come stiamo lavorando? Avete voglia di impegnarvi, di contribuire con le vostre migliori energie al bene comune? Voi, anziani, nostri maestri, cosa avreste fatto?”
Dobbiamo fermarci ad ascoltare, verificare la situazione esistente, acquisire obiettivi comuni, definire una strategia il più possibile condivisa e mettere in atto azioni pratiche e coerenti…e dobbiamo farlo davvero, lealmente, tutti, fino in fondo, senza fingere interesse e limitarci a declamare poesie.
Questo, voglio chiarirlo, non per la situazione cittadina (che gode ancora dei benefici di un leggero trend positivo in controtendenza rispetto ad una crisi “nera”) ma perché tutto sta cambiando con impressionante rapidità mentre noi continuiamo a prenderci a ombrellate per difendere un sistema ormai irritante e obsoleto.
E non faccio differenze tra destra e sinistra: non parlo nemmeno di come abbiamo “trovato” la Città e del virtuoso percorso di crescita in cui la abbiamo instradata; non è questo il momento. Delle differenze culturali, delle tante cose fatte (e perché no, di quelle sbagliate) parleremo poi.
È cambiato il tema dei bisogni.
Andiamo incontro a un mondo di nuove responsabilità personali: le reti collettive stanno restituendo al singolo nuovi e antichi pesi, e Molfetta – nonostante le opere pubbliche e tutte le cose belle che ci sono - fa e farà parte di questo mondo.
Presto non avremo più il tempo sufficiente a rafforzare la nostra Comunità, a imparare i nuovi linguaggi, a mettere insieme – una accanto all’altra – le colonne necessarie ad affrontare momenti di successo e difficoltà.
Se vogliamo davvero essere ricordati come classe dirigente e non solo come pretenziosi grafomani dobbiamo riportare la Politica tra la gente.
Nel rispetto del voto e della fiducia ottenuti dai cittadini, dobbiamo dar vita a un nuovo patto sociale, non scritto ma sorretto da un “sentiment” molto forte: un patto tra le forze politiche, l’associazionismo laico e cattolico, gli istituti formativi, le categorie economiche e professionali, gli uomini delle Istituzioni, l’arcipelago giovanile, gli organi di informazione. Abbiamo il compito (immediato !) di divenire agenti di cambiamento, e su questo vorremmo aprire – tra un gossip e l’altro - un dibattito serio tra tutte le componenti politiche e sociali della nostra Comunità.
Pasquale Mancini».