MOLFETTA - «È una manovra pesantissima che, con l'obiettivo di risanare il debito pubblico a beneficio di una borghesia miliardaria, fa cadere sulle spalle dei lavoratori i costi della crisi». Così il Partito di Alternativa Comunista commentata la manovra Monti, considerata «un debito di cui hanno beneficiato i capitalisti, ma che il governo Monti, esattamente come il governo Berlusconi, fa pagare ai lavoratori e ai pensionati, colpendo selvaggiamente salari e pensioni da fame».
Drastico aumento dell'età pensionabile (si arriverà fino a settant'anni), blocco dell'indicizzazione delle pensioni, imposte sulla casa, aumento dell'Iva, tasse sui carburanti, aumento dell'addizionale regionale: «tutto questo si aggiunge alle misure del precedente governo Berlusconi (votate anche dalla Lega Nord, che oggi si erge ipocritamente a difesa dei "poveri")» e intanto «restano confermati i tagli all'istruzione pubblica (con il conseguente licenziamento di 180 mila precari della scuola), l'introduzione della mobilità obbligatoria e del licenziamento nel Pubblico impiego, la privatizzazione dei servizi pubblici (a partire dai trasporti), il taglio delle agevolazioni fiscali».
Secondo il Pdac, «è evidente quali sono le tasche che Pd e Pdl intendono svuotare: sono le tasche di chi non riesce ad arrivare alla fine del mese».
«La Troika (Ue, Bce, Fmi) impone ai governi membri dell'Ue misure draconiane - spiega il Pdac in un comunicato stampa - tutti i governi, sia di centrodestra che di centrosinistra, stanno in Europa attuando le stesse manovre lacrime e sangue. Sia Sel di Vendola che Rifondazione Comunista si preparano a una futura alleanza di governo proprio col Pd, cioè con uno dei partiti che sta sostenendo il governo Monti». Di contro, sul versante sindacale «le burocrazie di Cgil, Cisl e Uil fanno di tutto per depotenziare la lotta e dividere la classe lavoratrice: proclamano scioperi separati di poche ore, mentre servirebbe uno sciopero generale prolungato per respingere la manovra».
«Costruiamo l’opposizione di classe al governo Monti», l’invito di del Pdac, per annullare «i governi dei padroni, di centrodestra e di centrosinistra, o tecnici, ma per un governo dei lavoratori».
«Giù le mani dalle pensioni e dall'articolo 18. No al pagamento del debito: il debito lo paghino banchieri e capitalisti. Scala mobile dei salari e delle ore lavorative: lavorare meno, lavorare tutti. Assunzione a tempo indeterminato di tutti i lavoratori precari. Ritiro di tutte le leggi razziste! Unità della lotta di lavoratori nativi e immigrati - conclude il Pdac - Esproprio sotto controllo operaio le fabbriche che chiudono e licenziano. Creazione di un'unica banca di Stato al servizio dei lavoratori. Basta governi dei padroni. Lottiamo per imporre un governo dei lavoratori che realizzi questo programma».
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