Molfetta, i cittadini chiedono: rimettere ordine alla Polizia municipale e ripristinare le regole di traffico e parcheggio
Dopo anni di lassismo e colpevole tolleranza dell'amministrazione di centrodestra di Azzollini, va ridata dignità al corpo dei vigili urbani. La lettera di un molfettese che chiede il ritorno alla civiltà
MOLFETTA – Crediamo che tra i primi provvedimenti che il nuovo sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio, debba mettere in cantiere ci sia quello della sicurezza. Per fare questo occorre innanzitutto rimettere ordine nel corpo della polizia municipale abbandonato a se stesso e decapitato dall’ex sindaco Antonio Azzollini, con la rimozione del comandante Cap. Giuseppe Gadaleta.
La città ha bisogno di vedere i vigili in giro e soprattutto occorre ripristinare le regole del traffico e del parcheggio che in questi anni sono state completamente dimenticate (ordini superiori, non bisognava toccare amici degli amici?). E’ ora di ridare la dignità che merita al Corpo di Polizia Municipale, dopo anni di delegittimazione da parte della passata amministrazione, un intento quasi punitivo per il ruolo severo che alcuni agenti di polizia municipale avevano avuto nei confronti dei fruttivendoli “amici”. Che dire, poi, delle tolleranze verso le violazioni urbanistiche, sfociate, com’è noto, nelle note vicende giudiziarie con il seguito di arresti e incriminazioni varie?
Un lettore invia a “Quindici” una foto notturna, non molto nitida, ma che mostra comunque un modo di parcheggiare che è diventato una regola a Molfetta. Il nuovo assessore Serena La Ghezza avrà molto lavoro da fare per ristabilire le regole violate in passato proprio dal primo cittadino Azzollini che ha dato l’esempio negativo parcheggiando sempre sui marciapiedi, come “Quindici” ha più volte documentato.
«Stavo passeggiando con la mia ragazza a corso Fornari nei pressi della scuola don Bosco – scrive il lettore - e ho visto questa auto parcheggiata in questo modo strano sul marciapiede tra il semaforo e un palo della segnaletica stradale. Ma è possibile che a Molfetta ci sia tanta inciviltà?».
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Autore: Onofrio Bellifemine