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Molfetta, grave degrado ambientale alla Prima Cala e allo stadio comunale: la denuncia dell'Udc a Quindici
21 aprile 2012

MOLFETTA - La Prima Cala non è certo uno spettacolo. È l’emblema del degrado socio-ambientale di Molfetta, che dalle periferie fino alla costa sta macchiando da anni la bellezza di una città abbandonata a se stessa. L’amministrazione Azzollini si dimena in vacui comunicati propaganda, senza però mai concretizzare le sue promesse cartacee.
Arranca anche l’opposizione locale, rinchiusa nella sua torre di avorio e divisa dalle numerose diatribe politiche interne, perciò quasi estraniata dalle reali e serie problematiche di Molfetta. Una di queste è proprio il degrado alla Prima Cala, segnalato a Quindici dall’Udc Molfetta, come già aveva fatto in passato per l’abbandono e l’incuria del mercato ex-Mattatoio.
 
LA CARCASSA DI PVC.
Giace da 6 mesi sulla spiaggia, senza che nessun ente comunale o provinciale sia mai intervenuto per rimuoverla (arrivata dal mare e approdata sul lato sinistro della spiaggia, sembra quasi che qualcuno l’abbia spostata nel punto in cui oggi si trova, a sinistra): è un problema gravissimo per la sicurezza dei bagnanti e per la tutela dell’ambiente la carcassa nera, lunga quasi 40 metri, forse parte di un impianto di allevamento off-shore di specie ittiche marine, come quelli presenti a Bisceglie e Giovinazzo (e anche per questo presenta in alcuni punti delle parti in acciaio che potrebbero ledere l’incolumità delle persone).
«Sotto il profilo della sicurezza, il responsabile di una città è sempre il sindaco e il sindaco Antonio Azzollini avrebbe dovuto preoccuparsi immediatamente di denunciare l’accaduto alle autorità competenti o disporre una ordinanza per rimuovere questa carcassa - ha spiegato a Quindici il rientrante consigliere Pino Amato -. Infatti, si tratta di PVC, un materiale altamente inquinante, come mi ha confermato il tenente Antonio Camporeale, responsabile del Settore Ambiente del Comune di Molfetta, che ha già inviato una segnalazione all’Asm».
Infatti, il PVC è tra i materiali sintetici più inquinanti e cancerogeni, perché altera il sistema riproduttivo e immunitario, intacca il fegato e promuove lo sviluppo di alcuni tumori. Nel caso fosse incendiato per un atto vandalico, potrebbe anche liberare materiali tossici. Proprio per la sua composizione (cloruro di polivinile, metalli pesanti come cadmio e piombo, ecc.), lo smaltimento presenta numerosi problemi ambientali e sanitari.
A quanto pare, però, l’Asm non sarebbe stata in grado di smaltire questo rifiuto speciale per la sola sua lunghezza: «eppure, proprio l’Asm, dopo la segnalazione, avrebbe potuto inviare una segnalazione urgente alle autorità competenti per lo smaltimento - ha aggiunto Amato -, ad esempio anche ai Vigili del Fuoco per frazionarlo in più parti e facilitarne la rimozione». Ieri mattina la struttura è stata frazionata in vari segmenti, proprio per agevolarne il trasporto. Il rifiuto speciale sarà ora smaltito dall’Asm?
Pronta per la prossima seduta del Consiglio comunale un’interrogazione o un intervento per fatto grave di Pino Amato, che inviterà il sindaco Azzollini e la sua amministrazione a rimuovere quanto prima il materiale tossico e pericoloso, oltre a verificarne la provenienza.
 
STRUTTURE FATISCENTI.
Oltre alla carcassa di PVC, la struttura dell’ex-colonia (alle spalle dello stadio comunale Paolo Poli) sta cadendo giù a pezzi nel totale abbandono ambientale (all’interno, un ricettacolo di rifiuti e non solo). Una parte della muratura sul lato mare si è già frantumata e fortunatamente al momento del crollo, dovuto al maltempo di questi giorni, nessuno era presente. Stessa sorte è toccata a uno dei muri dello stadio comunale, che però non è stato messo ancora in sicurezza.
Per ora allo stadio comunale non si giocheranno partite. «Inoltre, il Commissario della Federcalcio, che qualche settimana fa ha eseguito dei controlli sullo stadio comunale, ha riscontrato alcune anomalie, come la tracciabilità del campo, la recinzione della tribuna, dei gradoni senza balaustre, le entrate e il sottopasso, oltre all’impossibilità di giocare gare in notturna per la mancata revisione e manutenzione dell’impianto - ha aggiunto il coordinatore dell’Udc Molfetta, Robert Amato - il crollo del muro ha reso inagibili anche gli spogliatoi».
Quali sono le intenzioni dell’amministrazione Azzollini e del Comune di Molfetta? Si sta pensando al recupero o alla demolizione della struttura dell’ex-colonia? Quando sarà messo in sicurezza lo stadio, dopo il crollo del muro, e soprattutto tutta l’area adiacente la spiaggia della Prima Cala? Cosa potrebbe accadere se le murature, prospicienti la battigia, cadessero con i bagnanti la spiaggia? Il Comune di Molfetta sarebbe corresponsabile delle eventuali lesioni alle persone?
Le condizioni del campo comunale Petrone sarebbero anche peggiori dello stadio comunale. L’amministrazione Azzollini e il Comune di Molfetta ne sono a conoscenza? Quali possibili misure di salvaguardia e manutenzione intendono attuare?
Infine, proprio nei pressi della piscina comunale continuano ad essere abbandonate alcune aree: anche in questo caso, un muro è crollato.
Il degrado ambientale a ridosso della spiaggia di Levante (soprattutto, nei pressi della Prima Cala) è davvero imbarazzante per una città che dovrebbe avere una vocazione turistica, come più volte propagandato dall’amministrazione Azzollini. Sic stantibus rebus, l’ennesima bufala politica.
 
Sul prossimo numero di Quindici, in edicola il 15 maggio un approfondimento sulla condizione delle strutture fatiscenti nella zona di Levante.
 
© Riproduzione riservata
 
Autore: Marcello la Forgia
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A prescindere parzialmente dal contenuto dell'articolo e riconoscendo che, o per motivi elettorali, o per pura opportunità, o per altro la "scoperta" fatta dall'UDC è una scoperta per tanti ignorata, ma concreta, occorrono alcune precisazioni/chiarimenti. 1) Il PVC (polivinil-cloruro) in sè, cioé quando è allo stato di manufatto polimerizzato - tubi, laminati, indumento, film, ecc. NON è cancerogeno. La sua combustione libera fumi contenenti alcuni composti pericolosi (acido cloridrico, polimeri vinilici) che se inspirati in grandi quantità espongono a rischi. 2) La struttura è di MOPLEN, ve lo ricordate? E' il polimero la cui scoperta, negli anni cinquanta del secolo scorso, valse a G.Natta il Nobel per la chimica. Anch'esso può essere pericoloso se bruciato, ma sembrano non esserci evidenze sul suo potere cancerogeno: tuttavia, respirarne i vapori, non credo faccia bene alla salute. 3) La struttura era arenata sul bagnasciuga, poi qualcuno - e sarebbe interessante scoprire chi - l'ha ...tirata più in secca. Trattandosi di un lavoraccio, dovrebbe essere facile scoprire chi sia stato il "mandante" e domandargli: se ha avuto disposizioni di farlo, perché chi ha disposto ha disposto solo il mezzo lavoro? 4) Essendo, la struttura, parte di un impianto di ittiocoltura, è difficile credere che provenga dal "mare aperto": avrebbe costituito un pericolo per le imbarcazioni e sarebbe stato segnalato da qualcuno, prima che si arenasse sulla spiaggia. Per cui, poiché per combinazione fra Bisceglie e Giovinazzo ci sono due impianti, dovrebbe essere facile scoprirec da quale dei due si sia staccato. E, se l'ipotesi fosse quella giusta, chiederne conto ai Proprietari e della ragione per la quale, si "perdono" un pezzo così voluminoso e non avvertono del pericolo che esso costituisce, lasciato criminalmente alla deriva. Avanti, Signori (Amministrazione, Capitaneria, Forze di polizia, Lega Ambiente), una rapida inchiesta e poi: a) Scoperto chi è il "proprietario" della struttura, sanzionarlo. b) Rimuoverlo, a spese del suddetto, e portarlo a discarica autorizzata. Ripeto, il tutto a spese del "proprietario". E non si dica che sarebbe difficile perché, o l'impianto è stato demolito, avendo perso un pezzo importante - e si tratta di scoprire dove e quando sia avvenuta la demolizione; oppure l'impianto è stato riparato, ed allora I.C.S..




Il problema delle condizioni di degrado della "Principessa ..." non è una novità per nessuno. Detto questo, un plauso veramente sentito va riconosciuto all'UDC ed al signor Amato che, con una sensibilità politica notevole, scova questi ...particolari che, proprio a causa dell'ormai "callo" fatto dai Cittadini a questa situazione di degrado civile, sociale ed ambientale, ormai viene data come "NORMALITA'". Cosa abbastanza agevole per chi ha voglia di cercare, ma che NESSUNO dell'opposizione, occupata a "guardarsi l'ombelico" o a discettare sui "massimi sistemi", tale che pochi la percepiscono (l'opposizione), prova almeno a osservare. Qualcuno, ivi compresa la ...diciamo opposizione, forse bollerà come demagogia l'attenzione per questi particolari, da parte di una Forza politica. Questo qualcuno forse è impegnato in altri pensieri meno frivoli! No, cari signori dell'opposizione: SVEGLIAAAA! Sono queste inezie che, se fanno incazzare i Cittadini per i vuoti e roboanti a sproposito annunci della Maggioranza li fanno infuriare anche per l'insipienza vostra che, chiusi come siete nella vostra "torre d'avorio", metaforicamente parlando, guardate solo i capelli dei vostri simpatizzanti, dimenticandovi cose più terra terra: UNA DI QUESTE è PROPRIO LA QUESTIONE DEI LITORALI, DEL FATTO CHE MOLFETTA, UNICO CENTRO DEL CIRCONDARIO, NON ABBIA ACCESSI E SPIAGGE LIBERE DEGNE DI QUESTO NOME! Altro discorso è l'Ammnistrazione: si scapicolla per dare permessi di relizzare stabilimenti balneari a pagamento (la proliferazione di questi che abbiamo a Molfetta, non lo troviamo in nessuna altro litorale dei dintorni), strafregandosene di chi NON può permettersi l'accesso allo stabilimento a pagamento, ma che tuttavia vorrebbe usare la spiaggia e non distendersi in un letamaio, peraltro DIFFICILE DA RAGGIUNGERE: Vergogna!

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