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Molfetta, funghi assassini: necessario un intervento agli alberi
29 ottobre 2012

MOLFETTA - Strane protuberanze grigio-marroni sugli alberi del centro urbano di Molfetta. Strane forme, simili a quella del fungo o allo zoccolo di un cavallo (foto). Una cittadina ha segnalato a Quindici la presenza di queste strane prominenze sugli alberi del lungomare (ma individuabili anche in alcune zone dell’agro di Molfetta, soprattutto su alberi da frutto e mandorli).
 
«Gentile redazione, sono una cittadina molfettese e non sono l'unica che si è resa conto che i nostri alberi, sia quelli presenti sulla zona Lungomare che quelli presenti in zona Park Club, presentano sulla corteccia delle protuberanze simili a dei grossi funghi di campo. Peccato però che non lo siano affatto.
Ho personalmente approfondito la questione facendo numerose ricerche su diversi siti internet, ma ovviamente, non essendo un esperto, non posso dirvi se queste siano veritiere al 100%. Secondo le mie ricerche, le protuberanze presenti sui nostri alberi altro non sono che una malattia molto pericolosa che colpisce il legno e ne provoca la distruzione. In particolar modo, vorrei sottolinearvi la sorprendente somiglianza con la specie Fomes Fomentarius.
In passato, a seguito del punteruolo rosso, le nostre palme sono state distrutte ed eliminate perché malate. Molfetta è una città dai pochi spazi verdi e ritengo che sia compito delle istituzioni e dei cittadini preoccuparsi anche della salute dei nostri pochi poveri alberi rimasti».
 
A quanto pare, dovrebbe trattarsi proprio del Fomes Fomentarius, come ipotizzato dalla cittadina, un fungo conosciuto sin dall’antichità e usato come esca per accendere il fuoco (natura legonso-stopposa). La sua massa è costituita in larga parte da prodotti della degradazione di lignina e cellulosa. Questo fungo è uno dei responsabili della cosiddetta «carie bianca», una malattia del legno che porta alla morte dell’albero colpito.
Infatti, come un parassita, attacca gli alberi vivi (pioppi, ontani, querce, faggi, ecc.) in corrispondenza delle ferite, propagando il proprio micelio all’interno del legno e generando i tipici carpofori a mensola. Il fungo continua la propria esistenza come «saprotrofo» scatenando il fenomeno del geotropismo, cioè la capacità di questo tipo di funghi di orientare la parte fertile in modo parallelo al suolo avvitandosi su se stesso, garantendo così un’ottima dispersione delle spore.
Occorre un intervento immediato da parte di organi e uffici competenti per sanare la situazione, cercando di eliminare questo fungo (individuandone anche la natura) e salvando gli alberi. A meno che non se ne sia già programmato l’abbattimento con l’impianto di nuovi alberelli, come accaduto in altre circostanze e per altre discutibili ragioni.
 
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