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Molfetta, festa dei 150 anni dell'unità d'Italia: Azzollini, riscoperta e difesa dell'identità nazionale
18 marzo 2011

MOLFETTA - Omaggio ai primi 150 anni dell’unità d’Italia a Molfetta, come da ieri sera in tutta lapenisola. «Il nostro grande compleanno», le parole del presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, per l’apertura dei festeggiamenti.
Un lungo corteo da Piazza Aldo Moro (stazione) fino a Piazza Mazzini, cui hanno partecipato ragazzi e adulti, alcuni bambini delle scuole elementari con un tricolore iniziale, le Forze dell’Ordine e le autorità politiche cittadine (guarda il video a destra e le foto). Soprattutto, la città non è stata insensibile come in altre occasioni.
«Innumerevole partecipazione a questo corteo - ha sottolineato nel discorso conclusivo il sindaco Antonio Azzollini - vuol dire che la città di Molfetta non ha sentito questa data solo come momento rituale, vissuto con scarsa partecipazione». Entusiasta per la partecipazione dei bambini, coinvolti dagli istituti scolastici cittadini, il sindaco Azzollini si è soffermato sulla coscienza nazionale «che è necessaria per noi e per il loro futuro in un momento particolarmente significativo della nostra storia».
Deposte tre corone ai monumenti di Giuseppe Garibaldi (Piazza Effrem), Vittorio Emanuele II, designato re di Italia il 17 marzo 1861, e Giuseppe Mazzini (piazze omonime) sulle note dell’inno italiano, del Silenzio e di altri brani tipici del primo e secondo Dopoguerra, eseguiti dal gruppo bandistico Santa Cecilia.
«Il popolo italiano ha una civiltà straordinaria - ha aggiunto il sindaco Azzollini - il passato dev’esser ricordato a questi bambini come storia, perché le divisioni non si ripetano e la diversità d’idee sia fermento per il progresso della nazione». Necessario lasciare «tracce profonde e incisive della storia» e respirare «un senso di unità e pacificazione»: «oggi ci sono tutte le idee che hanno concorso alla storia d’Italia, che concorrono alla repubblica italiana e convivono, si confrontano e lo fanno in uno spirito di profonda unità e pacificazione».
Punto focale, la «riscoperta e la difesa dell’identità cristiana, italiana e europea» perché «significa rispetto della persona, della vita, accoglienza dell’altro, tolleranza e discussione reciproca», secondo il sindaco Azzollini. Un’identità che «va rivendicata, ma non nel conflitto»: «la rinuncia all’identità italiana e europea sarebbe foriera di gravi pericoli per l’Italia e per l’Europa - la chiosa del sindaco Azzollini - la confusione e l’annacquamento farebbero emergere tendenze più violente e meno democratiche».

© Riproduzione riservata

Autore: Marcello la Forgia
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