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Molfetta, domani alla libreria “Il Ghigno” presentazione del libro: “Lettera a un kamikaze”
30 marzo 2006

MOLFETTA – 30.3.2006 Nuovo incontro con l'autore e presentazione del libro, organizzato dalla libreria “Il Ghigno” nella sua nuova sede di Via Giacomo Salepico, 47, a Molfetta. Domani, venerdì 31, alle ore 20.30, l'autore Khaled Fouad Allam, docente di sociologia del mondo musulmano nelle università di Trieste e Urbino, presenterà il suo libro: Lettera a un kamikaze (nella foto, la copertina) e verrà intervistato da Giulio Calvani, giornalista di Quindici. Il volume parla del fenomeno dei terroristi suicidi ha avuto negli ultimi anni un impatto devastante all'interno dell'Islam e nei rapporti tra Islam e Occidente. Tra i teologi musulmani, alcuni non lo condannano, altri si oppongono alla cultura della morte legata a un'interpretazione parziale della tradizione. L'autore si rivolge idealmente a un aspirante "martire", sostenendo le ragioni di una rilettura critica che è sempre stata presente nell'Islam e che oggi pare travolta dal fondamentalismo di Bin Laden e dei suoi seguaci. Un'analisi delle motivazioni sociali e politiche che hanno spinto molti musulmani, nel mondo arabo e in Europa, a solidarizzare con i kamikaze e che sottolinea che il vero spirito del Corano condanna la barbarie e chiunque versi sangue innocente. Il libro è una critica radicale e senza compromessi al terrorismo suicida condotta da un musulmano sulla base dei testi propri della cultura islamica, a cominciare dallo stesso Corano. Non a caso, come è stato sottolineato nella presentazione alla Fiera del Libro di Torino, è stato scelto il termine giapponese kamikaze al posto di shahid, proprio per sottolineare l'estraneità del terrorismo suicida di oggi dalla tradizione dell'Islam. Il libretto si legge tutto d'un fiato, trascinati dalla passione dell'autore; Fuad Allam si rivolge direttamente a un ipotetico giovane terrorista suicida in procinto di seminare morte e distruzione in un punto qualunque del globo (che tu sia di Cecenia, di Palestina, di Indonesia, di Irak o di qualche paese d'Europa o d'Occidente), cerca di immaginare i suoi pensieri, di penetrare il vuoto che si è creato intorno, di confutare gli insegnamenti dei suoi maestri.
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