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Molfetta Day, ultimo atto del XXX Congresso dei Molfettesi nel Mondo: la città abbraccia i suoi figli lontani
11 settembre 2011

MOLFETTA - Un’altra tappa importante scandisce il viaggio nei ricordi intrapreso dall’Associazione «Molfettesi nel mondo»: si tratta del «Molfetta Day», evento dedicato ai molfettesi emigrati e residenti in diversi Paesi del mondo, organizzato dal Comune di Molfetta nell'ambito dei festeggiamenti in onore della Madonna dei Martiri.
Coraggio, spirito di sacrificio e tenacia. Sono questi i sentimenti che hanno contraddistinto i cittadini molfettesi che, a malincuore, hanno cercato nuovi lidi e orizzonti, nuovi territori in cui insediarsi con la speranza di un futuro migliore. Come ha ricordato il consigliere comunale di opposizione (Pd) Mino Salvemini, «il mare rappresenta la metafora dell’unione e della divisione tra le comunità di emigranti e la loro Patria», poiché mezzo attraverso il quale le migrazioni dei secc. XIX e XX si sono rese possibili.
Affascinante e commovente è stata l’immagine, riaffiorata dai ricordi di famiglia, del sindaco Antonio Azzollini. Quasi come fosse una pellicola in bianco e nero, il primo cittadino, ha fatto scorrere dinanzi agli occhi dei presenti fotogrammi ritraenti l’amarezza provata per la partenza dei propri cari, quando le sirene delle navi squillavano tanto forte per coprire le lacrime disperate di chi si apprestava a partire. «Il risveglio delle sensazioni che partono dall’animo nel rivedere la propria città», come ha evidenziato il consigliere comunale di maggioranza (Pdl) Mauro Spaccavento, si lega ai ricordi, ai sapori e agli odori che rendono la città di Molfetta un ricordo indelebile nella mente e nel cuore di chi, per necessità, è dovuto partire.
Con commozione e cadenza traslata dagli anni vissuti all’estero, Michele Pierro (rappresentante degli 8 italo-argentini arrivati in Italia mediante l’interessamento del consigliere comunale con delega agli Esteri, Benito Cimillo) ha sostenuto che «la bellezza della nostra Patria e della nostra città non hanno paragoni. Si può rimanere estasiati dinnanzi ad un grande monumento o ad un’opera d’arte, ma quelle piccole pietre delle case della nostra città superano ogni pregio artistico, perché quelle pietre sembrano parlarci e riportare alla mente vecchi ricordi».
Anche Mons. Vescovo Luigi Martella ha rimarcato la sensibilità che la chiesa presta a questa importante tematica, sostenendo che in fondo siamo tutti emigranti. La cerimonia si è conclusa con la premiazione dei rappresentanti delle delegazioni degli emigranti molfettesi. La prima targa onorifica è stata conferita a Felice Morolla (rappresentante delle delegazione italiana di Fremantle). A seguire sono state consegnate le stesse targhe anche Antonio Paparella  (rappresentante della delegazione statunitense), Salvatore Cafagna (rappresentante della delegazione tedesca) e Giuseppe Cardillo  (rappresentante della delegazione venezuelana).

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Autore: Angelica Vecchio
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