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Molfetta, città del Pulo Lo stato dei lavori illustrato in un convegno
15 dicembre 2002

A distanza di due anni dall'ultimo convegno, il Pulo è tornato ad essere motivo di incontro tra l'Archeoclub d'Italia e il Comune di Molfetta. In un incontro tenutosi nella Sala Consiliare di Palazzo Giovene, ne hanno parlato gli architetti Nicola Martinelli e Antonio Conte; l'ingegnere Giuseppe Picca; il funzionario della Soprintendenza per i Beni archeologici della Puglia, Erancesca Radina e infine la coordinatrice settore Beni culturali, Emanuela Angioli. Sono stati illustrati gli ultimi sviluppi dello stato delle opere di recupero e di valorizzazione di un habitat, quale quello della dolina carsica, che per il suo paesaggio storico e naturale costituisce una fonte di ricchezza archeologica a livello nazionale; per questo si resero necessari lavori di scavo e di riscoperta del Pulo, che furono iniziati nel 1997 e terminati all'inizio del 2000, anno in cui fu aperto alle passeggiate archeologiche. Vari enti e associazioni, come l'Archeoclub, insieme con i tecnici della Provincia di Bari, hanno contribuito all'unisono alla concertazione dei lavori con risultati rassicuranti. Ma c'è ancora tanto da fare. Nascono nuove prospettive di ricerca archeologica e di risistemazione, che richiederanno ulteriori sforzi da parte della Provincia, con l'annesso enigma di gestione della dolina, problema che il sindaco conta di risolvere all'inizio del nuovo anno con l'organizzazione di un tavolo di lavoro (speriamo sia la volta definitiva!). Dunque prospettive riguardanti innanzitutto l'apertura di un museo-laboratorio - come ha illustrato l'arch.Conte - all'interno della Casina Capelluti, con l'idea di un luogo quasi domestico, dove si raccoglierà il materiale archeologico ritrovato (e da ritrovare), che costituirà un ulteriore fonte di studio, di informazione e osservazione per turisti e studenti, già accorsi numerosissimi a decretare il successo della riscoperta di una “risorsa” davvero straordinaria, che per anni è stata abbandonata. Al progetto museo si associa anche quello di un vero e proprio Parco Archeologico - come ha detto l'arch.Martinelli - che dovrà coincidere con una riconfigurazione delle strutture adibite al passaggio turistico. Per questo si renderà necessario un aggiornamento della “mappa del rischio”, cioè dovranno essere evitati alcuni percorsi giudicati pericolosi, poi si provvederà all'edificazione di un parcheggio lontano da quello attuale, perché quella piattaforma in discesa accelera il degrado del Pulo, e magari anche una strada che colleghi direttamente il Museo alla dolina. Tutte modificazioni volte all'allargamento del sito, che consisterebbe non solo in una più adeguata riqualificazione del Pulo nel territorio, ma anche a una maggiore sua conoscenza; e maggiore sarà quest'ultima, più efficace sarà la salvaguardia di un ambiente che ha che ha continuamente bisogno di manutenzione. E' ciò che ha confermato il funzionario della Soprintendenza F. Radina, che ha curato i lavori di scavo nell'ex-fondo Azzollini, portando alla luce tesori per la memoria storica dall'età del Bronzo fino al regno Borbonico. Così le scoperte del Pulo hanno anche confermato un ulteriore passo avanti verso l'Archeometrica, cioè l'archeologia che si sposa con la fisica, la chimica, l'ingegneria, supporti ormai indispensabili. Oggi il Pulo rimane chiuso con la speranza che Molfetta, come Barletta “città della Disfida” o Andria “città del Castel del Monte”, possa diventare “Città del Pulo” oltre che della pace, naturalmente. Laura Amoruso
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