MOLFETTA - Pretendono 300 euro per restituire due auto rubate il giorno prima: per questo il 29enne Vito Murgolo e il 21enne Valentino Capocchiano, entrambi di Bitonto e già noti alle Forze dell’Ordine, sono finiti nella “trappola” tesa dei Carabinieri, che li hanno arrestati con l’accusa di tentata estorsione e furto aggravato in concorso.
Giovedì mattina, all’interno di un cantiere edile di Molfetta, ignoti asportavano due autovetture, dopo aver prelevato le relative chiavi e un telefono cellulare dall’interno dello spogliatoio. Le indagini avviate dai carabinieri del Nucleo Operativo della locale Compagnia, dopo le relative denunce di furto, hanno permesso di accertare che vi era in corso una “trattativa” per la restituzione dei veicoli tra ignoti malfattori e i relativi proprietari. Inoltre, le “parti” si sarebbero dovute incontrare, il giorno successivo, presso una stazione di servizio sita lungo la strada provinciale che collega Giovinazzo a Bitonto.
A questo punto i militari hanno predisposto una “trappola”, appostandosi nei pressi del luogo prestabilito, in modo tale da seguire la vicenda.
Nel primo pomeriggio di venerdì, gli operanti, durante uno dei diversi appostamenti, hanno notato sopraggiungere le vittime a bordo di un’autovettura. Dopo circa mezz’ora di attesa, è sopraggiunta, invece, una Renault Clio, con due sconosciuti a bordo, i quali, dopo aver dialogato con i proprietari dei mezzi rubati, si sono allontanati, seguiti da questi ultimi. I carabinieri hanno così pedinato i quattro, sino a raggiungere il centro abitato di Bitonto, dove le due auto si sono fermate in quella via Cantore.
Dopo un ulteriore colloquio, una delle due vittime è scesa dall’auto e si apprestava a consegnare il denaro al conducente della Clio. Proprio in quell’istante gli operanti sono usciti allo scoperto e hanno “congelato” la scena, bloccando i due malfattori. L’immediata perquisizione ha permesso agli investigatori dell’Arma di rinvenire, nel vano porta oggetti della Renault, le chiavi delle due autovetture rubate.
Ritenendo che queste ultime potessero trovarsi in zona, i militari hanno avviato le ricerche, terminate subito dopo poiché le hanno rinvenute rispettivamente nelle vicine via Rucci e via Isonzo, “regolarmente” parcheggiate.
Ulteriori accertamenti hanno permesso di appurare che le vittime erano state contattate dai malfattori attraverso il telefonino rubato dallo spogliatoio del cantiere e che dopo una richiesta iniziale di 1.500 euro, ritenuta esosa dalle vittime, i due si sarebbero accontentati di “soli” 300.
Tratti in arresto, gli estorsori sono stati rinchiusi nel carcere del capoluogo barese.
Le autovetture, invece, sono state restituite ai legittimi proprietari.