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Molfetta calcio nel tunnel di una crisi
15 novembre 2007

È successo tutto in una settimana. Quella che sembrava una benefi ca coesione tra squadra, società e tifosi, si è frantumata alle prime diffi coltà. Come una valanga il Molfetta è passato da una situazione promettente ad una crisi dagli esiti imprevedibili, quando la stagione ha percorso appena un terzo del cammino. Dopo l'ottava giornata, con la vittoria sull'allora capolista Corato (1-0, Paparella su rigore), il Molfetta a 11 punti (2 vittorie, 5 pareggi, 1 sconfi tta, 11 reti fatte e con la miglior difesa con soli 3 reti subite), vantava una posizione in classifi ca in linea con l'obiettivo salvezza tranquilla: 9 squadre davanti e otto dietro, la zona playout a debita distanza (6 punti). Un avvio di torneo decisamente positivo per una compagine rinnovata e giovane, considerato che, tranne il Leonessa Altamura, i biancorossi avevano affrontato 7 squadre in lotta per le prime posizioni: grinta, carattere, alta concentrazione, ingredienti che colmavano ogni defi cit tecnico. Nella settimana successiva, i biancorossi erano chiamati a confrontarsi con squadre concorrenti per la salvezza: Ostuni e Maglie fuori casa, Mesagne al “Poli”. Le aspettative di un salto di qualità c'erano tutte: spogliatoio solido, motivazioni crescenti, avversari sulla carta alla portata. Invece, arrivava il tracollo: 3 sconfi tte e il Molfetta scivolava in zona play-out. Una settimana nera, fi glia di un clima turbolento per una serie di avvenimenti che intaccavano la tranquillità di una squadra, sicuramente i con dei limiti tecnici e di organico, che però aveva nella solidità dello spogliatoio l'arma migliore. Il primo campanello d'allarme arrivò con la scelta di cambiare aria da parte di Stramaglia, un atleta che non abbiamo mai visto all'opera per le pessime condizioni con cui si era presentato a Molfetta. Poi arrivò la sconfi tta di Ostuni (3-1, Paparella), maturata per alcune ingenuità dei biancorossi, culminata però con l'insistente contestazione da parte degli ultrà biancorossi, verso il vicepresidente De Nicolò che rispose con le sue dimissioni. Dopo 3 giorni arrivò la sconfi tta di Maglie (1-0), su un campo impossibile per le condizioni atmosferiche, dove i biancorossi, con un senso di smarrimento, sfoderavano una pessima prestazione. Alla vigilia della gara interna con il Mesagne, anche Lobascio lasciava la squadra: anche questa una perdita più psicologica che tecnica, perché l'attaccante non si era mai espresso ai suoi livelli (sempre in campo, zero gol, senza considerare le 2 facili reti con il Leonessa). A rendere pesante il clima l'annunciato sciopero del tifo degli ultrà. Insomma, una situazione imbarazzante per il tecnico Di Giovanni che si faceva in quattro per tranquillizzare i giocatori, alle prese con problemi di formazione per le assente di Sigrisi, D'Aloia e con solo due punte a disposizione: Fanfulla e Paparella. In tali condizioni arrivava la temuta sconfi tta interna con il Mesagne (2-1). Senza la giusta serenità, i giocatori bloccati nelle gambe e nelle menti, commettevano delle ingenuità consentendo ad un modesto Mesagne di espugnare il “Poli”. La settimana successiva si annunciava aperta ad ogni esito. Girava voce che altri giocatori sarebbero stati disponibili a cambiare squadra. Alla ripresa degli allenamenti, il presidente Nino Spezzacatena prendeva in mano la situazione e incontrava la squadra. Un segnale di serenità che tranquillizzava i giocatori. Il giorno seguente lo stesso Spezzacatena si ripresentava allo stadio con Giuseppe De Nicolò che annunciava il suo rientro nello staff dirigente. Al termine del conciliabolo tra squadra e società al centro del campo, ai tifosi presenti veniva annunciato l'imminente arrivo di un attaccante. Ritrovata una minima tranquillità, Di Giovanni, che invece di curare i sintomi di un'infl uenza, era sempre stato insieme ai suoi ragazzi, si dedicava alla preparazione del match casalingo contro il Nardò di mister Sgobba, una delle pretendenti alla vittoria fi - nale. Le condizioni non erano le migliori per le assenze di Sigrisi, Luciani, D'Aloia e Paparella. Contro la corazzata salentina, le speranze dei biancorossi duravano mezzora, quando Sisalli realizzava la rete del vantaggio. Il Molfetta ci metteva tutta la grinta e la determinazione possibile, senza però impensierire gli avversari che sul fi nale, con Zagaria, trovavano la rete del raddoppio. Le 4 sconfi tte consecutive hanno sancito un crollo verticale in classifi ca. Per una squadra che deve salvarsi un ciclo di battute d'arresto ci possono anche stare. Il campionato è ancora lungo, nulla è ancora compromesso e il Molfetta ha dimostrato di avere gli attributi giusti per centrare l'obiettivo. Una salvezza che potrà arrivare anche all'ultimo minuto e nell'ultima gara dei play-out. Quindi ci sembra assurdo un “rompete le righe” prima del tempo. A patto però che tutti remino nella stessa direzione: la squadra con le armi dell'impegno costante, i tifosi che devono far sentire la loro fi ducia e la società che qualche sforzo lo deve fare, per completare un organico defi citario soprattutto in avanti. Al termine del girone d'andata il Molfetta giocherà tre gare fuori, Lucera (18/11), Real Altamura (02/12), Massafra (16/12), e due in casa, Cerignola (15/11) e Liberty Bari (09/12). Per restare nella media salvezza, occorreranno almeno 7 punti.
Autore: Francesco Del Rosso
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