Molfetta assetata e l'acqua va alle piante della prima cala
Scandalosa scelta dell'amministrazione comunale in una situazione di emergenza
“Dateci l'acqua”. E' scritto su un manifestino che gli abitanti del quartiere di levante hanno affisso per le strade e sintetizza bene il disagio che la popolazione è costretta a subire a causa dell'emergenza idrica.
E sembra quasi che ci si rivolga all' “omino” dell'acquedotto che, avvolto da un mistero fatato, da' e toglie l'acqua alla città a suo piacimento. Beh, non è proprio così: in realtà si tratta di un tecnico dell'acquedotto che QUINDICI ha voluto intervistare.
“Ogni mattina alle 4 misuro l'altezza d'acqua nei due serbatoi della città. La comunico agli uffici di Trani e dopo pochi minuti mi dicono di quanto posso aumentare o di quanto devo ridurre la pressione dell'acqua in città. Poi alle 14 in genere riduco per riaprire ancora un po' la mattina successiva”. In effetti c'è qualcosa di affascinante. Un uomo che all'alba, manovra una valvola e con un mezzo giro a destra o un giro a sinistra può togliere del tutto o semplicemente diminuire la quantità d'acqua che arriva in città.
“L'Aqp ha segnalato – attraverso un comunicato - che a seguito del minore apporto delle sorgenti del Sele-Calore, nonché dell'aumento dei forti consumi determinati dall'innalzamento delle temperature, si è determinato un ulteriore impoverimento delle scorte idriche”.
E i dati parlano chiaro: il 9 luglio 2002 la disponibilità idrica degli invasi da cui l'Aqp attinge era inferiore del 37% rispetto al 9 luglio dello scorso anno.
“A Molfetta – ribadiscono dall'unità operativa dell'Aqp – si sta facendo il possibile per mantenere costante il livello dei due serbatoi cittadini. L'acqua è erogata con continuità, ma la pressione è inferiore. Poiché è ridotto l'afflusso al serbatoio, ne riduciamo anche i deflussi.”
Nel frattempo si è scatenata la corsa all'idraulico per installare o sostituire le vecchie pompe. Si è costretti a pagare cifre da capogiro: si arriva anche a 10 milioni di lire per una pompa condominiale e alcuni già parlano di truffe, approfittatori e vere e proprie manovre trasversali per indurre nuove installazioni, nonché di vere e proprie frodi ai danni dello stesso Aqp. Si tratta di quanti installano la pompa collegandola direttamente alla rete e non a un serbatoio indipendente.
Nei pressi della stazione ferroviaria la situazione è di maggiore crisi. Qui, ci dicono gli abitanti, è da settimane ormai che l'acqua arriva solo al primo piano. Eppure, assicurano dall'acquedotto, si tratta di una situazione di “normale emergenza idrica”.
Ma le numerose segnalazioni che ormai da giorni arrivano alla polizia municipale hanno indotto l'Aqp ad assicurare un servizio di distribuzione dell'acqua potabile mediante un'autobotte che sosta in piazza Aldo Moro dalle prime ore del mattino al tardo pomeriggio.
“L'erogazione – continuano i tecnici dell'Aqp di Molfetta – è mantenuta nel regime dell'emergenza, tuttavia tra le 14 e le 4 del mattino si ha un'ulteriore lieve diminuzione della pressione. Siamo costretti a farlo. Solo così possiamo erogare l'acqua con continuità preservando le scorte idriche”.
E la situazione non tende affatto al miglioramento, senza considerare lo scandalo, documentato dalle foto, dello spreco di 40mila litri di acqua potabile utilizzati per innaffiare le piante della prima cala.
Massimiliano Piscitelli
SCHEDA
Ma quant'acqua si consuma a Molfetta ?
Molta. Si tratta di ben 410 l per abitante al giorno e se si considera che la media nazionale è intorno ai 250 litri, siamo proprio degli spreconi, (fonti: 1° Rapporto sull'Ambiente, Comune di Molfetta, aggiornamento 2001; Enea). Eppure non è solo colpa dei cittadini. La risorsa idrica spesso è sprecata, mal utilizzata o, peggio, mal gestita.
“Basta con le reti colabrodo che perdono il 30 – 40% dell'acqua lungo il percorso. Servono gli interventi di manutenzione – dichiara la Coldiretti – di risparmio, recupero e riciclaggio delle acque”. E nella campagna molfettese un impianto per la distribuzione delle acque reflue depurate esiste, basta solo collegarlo all'impianto di depurazione e installare qualche pompa.
Si pensi anche all'uso di acqua potabile per irrigare i campi o per annaffiare il prato inglese dei giardini pubblici…un vero atto di violenza e prepotenza nei confronti di chi l'acqua proprio non ce l'ha.
Mas. Pis.
Didascalia foto: Da 30 a 40mila litri di acqua dolce al giorno per innaffiare le piante alla I Cala
“…mentre i cittadini dei paesi industrializzati sprecano acqua per annaffiare i giardini, i tre quarti della popolazione mondiale deve andare a raccogliere a grande distanza la poca acqua disponibile, spesso contaminata, per la propria alimentazione.” (Giorgio Nebbia, Risorse, merci, ambiente, Progedit, Bari, 2001)