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Molfetta, assemblea del Coordinamento 15 ottobre: verso il corteo di Roma
09 ottobre 2011

MOLFETTA - «Gli esseri umani prima dei profitti». «Non siamo merce nelle mani di politici e banchieri». «Chi pretende di governarci non ci rappresenta». «L’alternativa c’è ed è nelle nostre mani». «Democrazia reale ora». Sono stati questi gli ideali che hanno animato l’assemblea cittadina del Coordinamento 15 ottobre, per discutere le modalità con cui i governi stanno affrontando la crisi e per «avviare un percorso molfettese che abbia nel corteo di Roma una tappa intermedia».
Con l’obiettivo di dare una forte scossa al sistema esistente, ribellandosi alla privatizzazione dei servizi pubblici locali, all’abolizione definitiva della contrattazione collettiva, alla riduzione del deficit attraverso politiche di austerity, all’allungamento dell’età pensionabile e alla riduzione dei salari ai dipendenti pubblici, una via da intraprendere potrebbe essere quella di «attuare un coordinamento tra le realtà che non condividono l’attuale sistema politico ed economico, creando così una terza via alternativa».
Definendo queste «ricette come inique e sbagliate, utili a difendere rendite e privilegi e renderci tutti più schiavi», la crisi odierna è sentita come la conseguenza del mal operato di organismi sovranazionali quali la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale. Dal dibattito è anche emerso che oggi bisognerebbe adottare un atteggiamento “glocal”, ovvero un modo di ragionare non solo in termini locali, ma anche prestando attenzione alle realtà locali che inevitabilmente, «come un piccolo occhiello, riflettono la situazione nazionale».
Non a caso, nell’ambito del confronto, è emerso che se a livello nazionale il vero problema è rappresentato dallo strapotere degli organismi economici in accordo con quelli politici, anche a livello locale si verificano gli stessi meccanismi, con una politica sempre più invischiata nell’alta finanza.
Da questi propositi parte il desiderio partecipare attivamente al corteo che nel pomeriggio del 15 ottobre attraverserà le vie di Roma per voltare pagina e «per lottare contro la distruzione dei diritti, dei beni comuni, del lavoro e della democrazia causata dalle politiche anticrisi, che difendono i profitti e la speculazione finanziaria». «Portare a Roma un pezzo di Molfetta, con il desiderio che qualcosa a livello politico ed economico possa cambiare», è un segno tangibile che mostra indubbiamente quanto le realtà locali siano vive fonti di mobilitazione delle coscienze. La manifestazione del 15 ottobre rappresenterà, dunque, un «segna passi», un modo di reagire di più persone che, accantonando la propria appartenenza politica, condivideranno una stessa scelta, una stessa progettualità.
Ma forse un passo indietro va fatto. Prima della mobilitazione c’è bisogno d’informazione: in sua assenza non si poterebbe creare una valida alternativa, poiché veicolo di conoscenza degli eventi, di arricchimento, di scambio. La cooperazione, altro elemento cardine, diventa fondamentale per sviluppare una progettualità condivisa e consapevole.
Tra propostiti e riflessioni, alcune domande restano ancora senza risposta. Oltre la manifestazione e le conseguenze che ne scaturiranno, c’è una valida alternativa al sistema politico ed economico attuale? C’è una soluzione al problema della crisi e a tutto quello che comporta? Dopo la manifestazione, cosa accadrà? Sarà davvero un punto di svolta e cambiamento?

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Autore: Angelica Vecchio
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