Molfetta, approvato in Consiglio Comunale il comparto 18. L'opposizione attacca l'amministrazione
La maggioranza tiene alla prova del voto. Ma, nelle sue fila, resta qualche malumore
MOLFETTA - “Ancora una volta questa amministrazione antepone gli interessi di pochi imprenditori privati alla tutela dell'interesse pubblico”. Con queste parole Lillino Di Gioia, consigliere comunale di opposizione, ha sintetizzato il parere di tutta la minoranza di centrosinistra che ieri, in Consiglio Comunale, ha dato battaglia sull'urbanistica, in particolare attaccando duramente l'amministrazione comunale sull'adozione del piano urbanistico esecutivo del comparto 18 che qualche tensione ha creato, nelle scorse settimane, anche all'interno della stessa maggioranza. Alla fine il punto all'ordine del giorno è passato con il voto compatto di tutta la Casa delle Libertà, sebbene qualche malumore strisciante nelle file della maggioranza (ed in particolare dell'Udc) sia rimasto, come ha dimostrato anche l'assenza strategica, al momento del voto, di Pino Amato che, pur presente nel corso di tutta la seduta consiliare, si è allontanato al momento di approvare il comparto 18, e cioè il provvedimento sul quale, nei giorni scorsi, aveva espresso ai suoi colleghi di maggioranza qualche riserva. Si tratta dell'ampia zona alle spalle della stazione ferroviaria che presto vedrà sorgere un considerevole insediamento urbanistico con 18 palazzine e un albergo. “Una scelta scellerata – ha attaccato Annalisa Altomare – che non tiene in alcuna considerazione la vivibilità di quel quartiere che già vive una situazione molto delicata per quanto riguarda il traffico ed i parcheggi. Non è difficile immaginare che la situazione, ora, peggiorerà ulteriormente dal momento che non è stata fatta una attenta valutazione delle implicazioni di natura urbanistica che quell'insediamento abitativo comporterà”.
E proprio per consentire un approfondimento su determinati aspetti di natura tecnica, l'ex sindaco Tommaso Minervini ha chiesto, nel corso del dibattito, un rinvio del punto all'ordine del giorno al fine di permettere agli uffici di esaminare nuovamente il provvedimento.
Proposta, questa, sostenuta da tutto centrosinistra ma bocciata dalla maggioranza che, in tutta fretta, ha voluto passare direttamente al voto.
“Non capiamo – ha dichiarato Mino Salvemini - questa frenesia della maggioranza che si appresta a votare un provvedimento che nuocerà gravemente a tutto quel quartiere, andando a sconvolgere un delicato equilibrio che si è venuto lentamente a creare. L'amministrazione invece di proporre direttamente un intervento che tenesse in maggiore considerazione gli interessi pubblici, ha abdicato al suo ruolo, recependo in toto la proposta di imprenditori privati che, come è giusto che sia, fanno esclusivamente i loro interessi, mentre, al contrario, spetterebbe al Comune tutelare la collettività”.
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Lillino Di Gioia che ha evidenziato l'assoluta mancanza di standard, ed in particolare di verde attrezzato, in tutta quella zona: “Questo comparto nasce in palese ed evidente contrasto sia con le norme tecniche di attuazione sia con il Piano Regolatore Generale. In quell'area l'amministrazione avrebbe dovuto prevedere i servizi necessari per tutti i cittadini che vivono nel quartiere, anche per sanare la mancanza di standard nel quartiere Lotto 10. Invece, ancora un volta, vengono tutelati solo gli interessi dei privati. Ci riserviamo – ha concluso Di Gioia – ogni azione, a tutti i livelli, per bloccare questa scelta”.
A queste argomentazioni nessun componente della maggioranza ha replicato in sede di dichiarazione di voto. Tutti muti come pesci, pronti però, al momento opportuno, ad alzare la mano quando gli è stato richiesto. Tutti meno uno, Pino Amato, il consigliere più suffragato alle scorse elezioni amministrative, che ha preferito tenersi alla larga dal suo scranno al momento del voto per non essere costretto a manifestare in maniera ancor più evidente il suo dissenso. Chissà se il sindaco Azzollini avrà apprezzato.