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Molfetta, Amnesty International ha festeggiato i suoi primi 10 anni
13 gennaio 2010

MOLFETTA - Amnesty International è un’organizzazione non governativa, fondata nel 1961 dall’avvocato inglese Peter Benenson. Il suo scopo è quello di garantire ad ogni individuo, nel modo più imparziale possibile, il rispetto dei diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948.  Ha ricevuto nel 1977 il premio Nobel per la pace, per aver “contribuito a rafforzare la libertà, la giustizia e conseguentemente anche la pace nel mondo”.
Attraverso campagne internazionali e nazionali, progetti educativi, eventi pubblici, Amnesty vuole sensibilizzare l’opinione pubblica. Tra le tecniche adottate, quella degli appelli è sicuramente la più efficace,  perché attraverso migliaia di lettere, fax, telegrammi, messaggi di posta elettronica, viene a crearsi intorno ai casi in questione un’attenzione mondiale, che non può essere ignorata dai governi responsabili delle violazioni. L’organizzazione conta attualmente due milioni e duecentomila soci, sostenitori e donatori in più di 150 paesi, la sezione italiana conta oltre ottantamila soci.

Amnesty International è presente a Molfetta e ha celebrato, presso la sede ARCI in via Giovene 25, sede momentanea del GRUPPO 236 di Molfetta, il decennale della sua fondazione. Tra gli invitati alla conferenza era presente Antonella Marino, responsabile Amnesty della circoscrizione Puglia la quale ha spiegato come operano a livello regionale le varie circoscrizioni, ormai presenti in quasi tutto il territorio italiano, il compito principale è quello di raccordare l’attività dei gruppi locali con le linee strategiche d’intervento, formulate dal Comitato Direttivo e dal Consiglio delle Circoscrizioni, precisando che si tratta, in tutti i casi, di incarichi di volontariato. Erano ovviamente presenti alcuni tra gli attivisti del gruppo, fra cui Domenico Gagliardi, che per primi hanno intrapreso a Molfetta un difficile e appassionato cammino di solidarietà (Nella foto: Alberto Trapani, Domi Bufi, Domenico Gagliardi, Antonella Marino, Marco Di Stefano).
Gli anni Novanta sono stati dappertutto anni di grandi cambiamenti e trasformazioni anni di guerre a noi vicine (guerra dei Balcani, in Kosovo) e di nuove integrazioni. Domi Bufi racconta la sua storia personale che probabilmente è la storia di una generazione, profondamente delusa da una politica poco vicina a temi a lui e ad altri come lui, molto cari.
Amnesty nasce a Molfetta alla fine degli anni Novanta (dicembre 1999), nasce come una risposta alternativa alla politica che spesso, per  motivi diplomatici, non può essere imparziale. “Imparzialità” non significa astenersi dall’assumere una posizione, anzi, significa assumerne una ben precisa, quella che ha come unico scopo la salvaguardia della dignità di ogni essere umano, chiunque esso sia, senza alcuna distinzione sessuale,  economica, religiosa o politica; significa sentirsi responsabile, significa soffrire profondamente nel sapere che un uomo viene torturato perché ha un’idea diversa da quella di coloro che detengono il potere; infatti per noi è naturale, è “normale” essere liberi di esprimere noi stessi nel modo di vestire, di parlare, di lavorare, di scrivere, di sbagliare, ma purtroppo questo non avviene in ogni parte del mondo.
E’ stato piacevole poi ascoltare le testimonianze di altri attivisti veterani di Amnesty, Marisa Carabellese e Alberto Trapani hanno raccontato la loro storia all’interno del gruppo con divertenti aneddoti e anche con un po’ di commozione. La serata è proseguita con la lettura di testimonianze di vittime di violazioni di diritti salvate o adottate da Amnesty International.
Dopo il rinfresco la serata si è conclusa col concerto di Pantaleo Annese, Vito Vilardi e Federico Ancona, che hanno suonato la musica e cantato le parole del cantautore italiano che più di tutti gli altri, non curandosi di qualsiasi tipo di convenzione ha raccontato, le storie degli ultimi della società: Fabrizio De Andrè.  Amnesty International crede che nei “quartieri” dove il sole del buon Dio non da i suoi raggi, c’è gente che ha bisogno di una nuova luce. “Io sono un attivista perché non serve maledire l’oscurità. Io sono un attivista perché è meglio accendere una candela. Io sono un attivista perché non mi arrendo”.
 
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Autore: Arianna Pansini
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