Molfetta, ambulante sequestra e minaccia una bimba di nove anni
MOLFETTA – 8.8.2004
Si è sfiorata la tragedia tra le bancarelle della banchina San Domenico: un gruppo di ragazzini avrebbe disturbato e danneggiato il lavoro di alcuni immigrati, rovesciando le mercanzie e correndo tra gli stands. G. T., uno straniero di mezza età, avrebbe ripreso e sgridato i “monelli”, che, per tutta risposta, hanno preso di mira la sua merce.
A quel punto l'uomo non ci ha visto più, e ha preso a rincorrere la gang, che si è dileguata all'istante. Non ci è riuscita la più piccola del gruppo, una bimba di appena nove anni, raggiunta e presa in ostaggio, sotto la minaccia di un coltello, in un vicolo nascosto nei pressi della banchina.
Un suo amico avrebbe dato l'allarme dopo aver assistito alla scena, e così le forze dell'ordine e gli abitanti del quartiere hanno cominciato una caccia all'uomo serrata. Tutto si è concluso per il meglio, con il delinquente arrestato e accusato di sequestro e minacce, ma la paura è stata davvero tanta.
Saranno molte le questioni da appianare, a cominciare dal motivo per il quale l'ambulante aveva in tasca un coltello, e perché abbia inseguito l'unica bambina del gruppetto.
Questa la cronaca, ma vogliamo concludere con una breve considerazione.
La gravità dell'accaduto sta nel gesto e non nella nazionalità del suo autore: non esistono popoli di santi e popoli di delinquenti. Campagne a sfondo razzista sarebbero davvero fuori luogo. Specie per una città moderna e civile come Molfetta.
Michele Bruno