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Molfetta, allarme sicurezza: nuova bomba, colpita la sede di un'azienda
14 giugno 2011

MOLFETTA – Cresce l’allarme sicurezza che “Quindici” lancia da tempo a Molfetta. Ora il segno del racket, che continua ad essere negato sia dagli inquirenti sia dall’associazione antiracket, è apparso in tutta la sua evidenza con l’attentato di questa notte.
Ad essere colpita, intorno all’1,30, da una bomba è stata la saracinesca di un’azienda in via Leonardo Azzarita nella zona 167.
A meno di un mese di distanza dall’altra bomba esplosa in via Viterbo che il 22 maggio distrusse due autovetture nella zona di Levante.

Cosa si aspetta a reagire? I segnali di allarme sono sempre più chiari e sempre più evidenti, non si può ignorare una realtà che si fa ogni giorno più preoccupante. Ci auguriamo che questa volta ci sia una reazione da parte di un’amministrazione comunale che, a differenza di quelle di altre città, continua a dormire sui falsi allori e a tollerare ogni forma di illegalità.
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……………e questo non perché sono arrivati gli albanesi, i kosovari, gli slavi, i curdi, i nigeriani, ma perché il risvolto negativo della globalizzazione economica è la de-territorializzazione umana. E anche se a livello conscio non sempre sappiamo individuarne la ragione, inconsciamente avvertiamo che questa è la vera causa della criminalità, perché la de-territorializzazione, richiesta dai processi di globalizzazione, rende il territorio incerto, e non fiduciario il rapporto umano. E siccome la globalizzazione concepisce le città come semplici luoghi di scambi, più che come luoghi di abitazione e di radicamento, nasce la percezione diffusa che siamo solo all'inizio di quel processo irreversibile che traduce le grandi città in agglomerati di sconosciuti, senza più quel tessuto sociale che creava quel rapporto fiduciario fra gli abitanti del territorio i quali, se anche non si conoscevano, sapevano di sottostare a quella legge non scritta che era l'uso e il costume degli abitanti di quella città. Già da vent'anni i demografi – che al pari dei geologi nessuno ascolta, perché gli uni e gli altri parlano di tempi che non sono l'oggi e il domani – avevano annunciato che nel 2030 i quattro quinti dell'umanità si sarebbero raccolti in trenta città. E questo cosa significa? Significa che le città avrebbero perso i loro connotati e sarebbero diventate pure estensioni di uomini, concentrati l'uno a fianco dell'altro, con l'unico vincolo che è il procacciamento del denaro. L'uomo trova il proprio riconoscimento solo come funzionario delle merci e funzionario del denaro. Funzionari legali come tutti quelli che vanno in fabbrica o in ufficio, funzionari illegali come quelli che, ai margini della città, premono con le loro pratiche di capitalizzazione selvaggia che da sempre sono la prostituzione, l'usura, il traffico di droga e delle armi. Ma quando il denaro, legale o illegale che sia, diventa l'unico vincolo di convivenza di quegli agglomerati di varia umanità che, senza più usi, costumi e tradizioni comuni, solo per pigrizia mentale continuiamo a chiamare “città”, allora è prevedibile che l'azione criminale, se non gesto quotidiano, rischi di diventare gesto frequente. E, più che nei quotidiani episodi di violenza, è in questo sospetto, che diffuso si affaccia alla soglia della nostra coscienza, che si radica la paura della città. Molfetta è una città che fa PAURA, anche se cerchiamo di nasconderla con distrazioni e divertimenti fatui.



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