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Molfetta, allarme per la chiusura dell'ospedale. Solo un'infelice battuta di Emiliano?
07 dicembre 2015

MOLFETTA - Come è possibile pensare di chiudere 25 ospedali (a rischio anche quello di Molfetta), dopo tutti i tagli subiti dalla nostra sanità negli anni passati. Come è possibile toccare una sanità che arranca, che procede a fatica, riuscendo anche ad assicurare servizi ancora accettabili. Vogliamo perciò pensare che sia stata una infelice battuta del buon Emiliano.
Chiudere 25 ospedali significa cancellare, in un colpo solo circa 2000 posti letto ed un quinto degli ospedali pugliesi. Come si potrà sopperire a questi tagli, considerato che, anche i restanti ospedali non hanno grandi capacità ricettive. Come potrà la Puglia assicurare i 3,8 posti letto ogni 1.000 abitanti, così come previsto. Vero che ci sono grandi Paesi che hanno anche meno di tre posti per 1.000 abitanti, ma questi sono paesi “Grandi” che, hanno strutture sul territorio capaci di sopperire ed assorbire.

La Puglia ha un territorio spoglio, non ha niente! Né è possibile costruire sul territorio le strutture necessarie, perché non ci sono soldi, così come non ce ne saranno in prossino futuro. Come è possibile pensare di chiudere tanti ospedali, in una fase di transizione che, ci porterà verso una composizione della struttura demografica completamente diversa dall’attuale. In avvenire, si avrà una popolazione di anziani intorno a 20 milioni e tra questi, molti avranno oltre 80 anni con tutti i problemi sanitari propri di quella età. Questi avranno bisogno di strutture per i non autosufficienti; centri diurni socio sanitari; hospice per patologie neoplastiche, Alzheimer e Parkinson, solo per citarne alcune.
Non possiamo nemmeno dimenticare quanto affermato dal prof. U. Veronesi: “I tumori in futuro colpiranno un italiano su due.” Dunque, come è possibile pensare di chiudere delle strutture esistenti ivi compresi i piccoli ospedali che, andrebbero solo ripensati, ristrutturati e adeguati alle nuove e future esigenze, partendo dal vuoto assoluto esistente sul territorio. Per quanto riguarda il nostro ospedale, questo andrebbe solo potenziato e per la sua felice ubicazione che lo rende raggiungibile da grandi strade ed autostrade e per la storia sanitaria del nostro paese. Andrebbe difeso e sostenuto, perché con la nuova sala operatoria con annessa sala post-operatoria, ancora da costruire, con il nuovo e sempre efficiente pronto soccorso e con tutti i reparti di buon livello esistenti, raggiunge ragguardevoli standard di efficienza. A questo, va aggiunto il fatto che si stanno spendendo oltre 6 milioni di euro (con gli stessi soldi si poteva costruire un nuovo ospedale) per renderlo ancora più valido e funzionale.
Come si può pensare di chiudere un ospedale appena ristrutturato con soldi della collettività. Ritorniamo a sostenere che, una valida soluzione, potrebbe essere quella di accorpare due o più ospedali viciniori, con servizi diversi, sotto una unica amministrazione, così da non aspettare la costruzione di un nuovo (probabile) ospedale, risparmiando non pochi soldi. Assicuriamo il Sindaco che il TDM e Cittadinanzattiva saranno sempre vicini nella difesa del nostro ospedale.

Vitangelo Solimini
Cittadinanzattiva 

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