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Ministero dell'Interno, 700 dipendenti a rischio. Assemblea Uil-pa di Bari nella sala convegni della Questura
30 maggio 2012

BARI - Prima 40, poi 38, 26, 23, 17 e infine 14. Numeri da far paura, che tradotti significano 700 dipendenti civili del Ministero dell’Interno in tutta Italia che dovrebbero essere collocati altrove. Sradicati da una realtà nella quale lavorano da anni, con famiglia di origine, casa propria e figli da strappare e risistemare laddove disporranno. Magari a 60 anni di età. Armi e bagagli e via. E, in caso di rifiuto per oggettiva impossibilità, due anni di collocazione “in disponibilità”, una sorta di anticamera della “messa fuori” e poi licenziabili. Il numero tanto temuto pare debba essere finalmente questo -14 - salvo ulteriori imprevisti dell’ultimora.
Le Prefetture destinate alla chiusura nell’ambito della “spending review” prevista dal Governo Monti dovrebbero essere proprio 14 e i loro nomi si conosceranno il 31 maggio 2012. E le Questure di quei capoluoghi saranno a loro volta coinvolte, finendo per essere declassate a Commissariati. E’ uno degli aspetti più importanti emersi a Bari nel corso dell’assemblea generale del Personale civile del Ministero dell’Interno, tenuta venerdì 25 maggio scorso in una affollata sala convegni della Questura. Alla riunione è intervenuto il segretario nazionale Uil/Pa, Enzo Candalino.
E che dire delle graduatorie provinciali per i trasferimenti del personale civile, ferme al 2010 e dunque non aggiornate e non pubblicate per un anno e mezzo? Ed infine rese note il 2 maggio 2012 nella Intranet del personale civile? “Sono fittizie – ha annunciato Candalino – e non avete idea per farle pubblicare quanto abbiamo dovuto combattere. Volevano pubblicare quelle del 2011 -  delle quali, ad ogni buon conto, sono pubblicate a tutt’oggi soltanto quelle relative alle nuove Province, ndr - e non quelle dell’anno in corso. Ma abbiamo insistito talmente tanto, che alla fine ci siamo riusciti. Tutto questo perché andava salvaguardata la trasparenza, anche se si tratta di graduatorie fittizie. Perché? Semplice. A breve si procederà alla riduzione del 20 per cento delle dotazioni organiche a livello centrale e periferico, dunque quelle indicazioni fornite dalle graduatorie non sono più attendibili, aderenti alla realtà”.
In altre parole, addio sogni di trasferimento. Se si pensa poi all’inserimento “a pettine” di candidati alla mobilità ordinaria, beneficiari di  riqualificazione, allora si assiste a chi, per esempio, nel 2010 era alla prima posizione nella graduatoria di Bari ed ora, due anni dopo, con altrettanto silenzio durante, si ritrova al sesto posto. E a casa sua, in Puglia, non ci torna davvero più. Anche per effetto dell’inserimento di altri colleghi che hanno acquisito la stesso profilo professionale, ma con in compenso dieci anni di anzianità in più. Ma, tanto, i più anziani di servizio insegnano, anche i primi in graduatoria non vengono trasferiti. Vuoi per la carenza di personale nell’Ufficio di appartenenza, vuoi per la mancanza del parere favorevole, insomma si resta a languire per 10-15 anni in attesa del “rientro” a casa, spesso ad oltre mille chilometri da Nord a Sud. E pare sia destinato a non essere più trasferito.
Ma l’elenco di “brutte notizie” non finisce qui. Stanno toccando pure i beneficiari della Legge 104/92, che assistono congiunti portatori di handicap o in gravi condizioni di salute, e dunque bisognosi di assistenza continua. Chi assiste viene trasferito proprio per assicurare queste necessità. E, a volte dopo anni di attesa.“Orbene, sono arrivati a chiedere il parere alla Funzione Pubblica – ha precisato Candalino -  per sapere se in caso di morte dell’assistito, il collega deve rientrare nella sede di servizio di provenienza, perché cessa il requisito per il quale è stato trasferito”.
Enzo Candalino, a Bari all’indomani dell’annuncio sulla licenziabilità dei pubblici dipendenti fatto del Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, precisa: “Abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa, a cautela, perché la Fornero è preoccupata. E visti i risultati ottenuti con la Rsu era doveroso venire a ringraziarvi. Vado spesso in giro e noto che non c’è una così folta partecipazione. Siamo ormai alla carne viva, perché quando ci bloccano i contratti per quattro anni, significa che siano inesorabilmente più poveri. E quando assistiamo ad uscite infelici del Ministro Fornero che sogna la possibilità di licenziare anche i dipendenti pubblici, orbene è come lanciare una bomba atomica che colpisce tre milioni e mezzo di lavoratori, i quali nel pubblico impiego hanno un’età media di 50-60 anni, con figli a carico e genitori anziani, per i quali ci sostituiamo alla sanità. Sui licenziamenti meglio non dare rilievo”.
E poi il monito: “Attenzione alle notizie di stampa che vogliono indirizzarci – precisa il segretario nazionale Uil – gli organi di informazione sono in mano a grossi gruppi imprenditoriali, i quali ci fanno credere quello che vogliono loro. Crediamo di essere liberi, ma loro ci conducono nella direzione che vogliono loro. E quando il Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, annunciò che sarebbero state chiuse 40 Prefetture, nessuno lo sapeva, neanche i suoi più stretti collaboratori. Dobbiamo riconquistare il senso della solidarietà, invece oggi i giovani sembrano narcotizzati, addormentati. Con quelle dichiarazioni ci hanno messo contro pure il mondo del privato. Sì, perché se stai male, io sono felice che stai male pure tu e quando il 31 maggio prossimo usciranno i nomi delle 14 Prefetture che chiuderanno, non glie ne fregherà nulla a nessuno. L’approccio è: si salvi chi può”.
E poi l’analisi, senza peli sulla lingua, nel suo tipico stile, quello di chi ti dice le cose in faccia senza utilizzare edulcoranti che addolciscano pillole, già fin troppo amare: “Un anno e mezzo fa venni qui a Bari e feci un’analisi. Abbiamo presentato un protocollo d’intesa, partendo dalla base che la Riforma Brunetta è fallita: la legge è una legge dello Stato, è ideologica, insopportabile e vergognosa, ma resta pur sempre una legge dello Stato. L’origine della Fornero risiede nel 2008 e va da 2008 in poi. A Roma c’è un livello di disinformazione che fa paura. Venerdì scorso partecipai al Congresso dei Prefetti. Tutti ne sapevano meno di me. Abbiamo fatto due tentativi di sciopero, perché il pubblico impiego è vittima due volte. Dobbiamo tornare ad essere quello che eravamo un secolo fa, qualche idea nuova la dobbiamo avere. Perché loro hanno già deciso che fine faremo”.
E poi le rivelazioni: “Sto vedendo cose al Ministero che non si erano mai viste prima. A esempio, per quanto riguarda il pagamento degli straordinari. Il Capo Dipartimento del Personale è in gamba, ma bloccata. E ci ha riferito che quando hanno chiamato il Tesoro, hanno scoperto che mancava la firma del presidente del Consiglio Monti sul decreto interministeriale che riassegna i fondi per il pagamento dello straordinario reso. Poi, a seguito della nostra circolare del 23 maggio scorso, Monti ha finalmente firmato”, ma dovrebbe essere tecnicamente impossibile per l’Amministrazione rispettare l’impegno assunto di pagare lo straordinario sul cedolino del mese di giugno. E’ quindi iniziata la lotta contro il tempo per pagare, sul primo cedolino utile, quanto compete. Mentre il lavoro straordinario delle Commissioni Territoriali per il Riconoscimento della Protezione Internazionale, svolto dai colleghi per affrontare l’eccezionale afflusso di cittadini stranieri, soprattutto provenienti dal Nord Africa, è stato pagato ai colleghi della Commissione di Bari solo in parte ed era relativo agli anni 2008 e 2009, mentre non si è visto neanche un centesimo dello straordinario anno 2011, svolto da agosto a dicembre dell’anno scorso. Il consiglio di Candalino: “Andate dal Giudice”.
E poi ancora lo sfogo: “Il potere non è più al Viminale”, ha svelato. “L’Italia è uno Stato di diritto e le leggi si cambiano o con altre leggi o con le rivoluzioni. E siccome noi siamo per le leggi, abbiamo tentato di riformare la riforma Brunetta, presentando una proposta di legge, per la quale 530 colleghi a Roma hanno fatto la fila per firmare ed hanno firmato. Grande è stata la partecipazione. Purtroppo, le leggi oggi le fa il Governo, non c’è più una legge di iniziativa popolare”.
E’ un fiume in piena, Candalino: “Volevano darci in pasto all’opinione pubblica, dicendo che la pubblica amministrazione non funziona per colpa dei dipendenti che sono fannulloni. E noi, per poter parlare abbiamo dovuto comprare una pagina di giornale”. Lamenta la frammentazione, la mancanza di coesione e di solidarietà il segretario Uil a Bari, il quale racconta fatti veri, come quello accaduto a Vibo Valentia, dove colleghi hanno cominciato a litigare animatamente. Terreno di scontro la legge 104. “C’era chi l’aveva avuta, chi ce l’ha e non è stato ancora trasferito, chi aveva perso il parente ed era stato costretto a tornare indietro”.
Insomma, per Candalino bisogna tornare ad avere passione per le cose in cui si crede. “Non mi piace la rassegnazione, lanciatemi una sedia, ma fatemi capire che siete vivi”, ha detto provocatoriamente, “perché io sono un collega come voi che sta alla Questura di Caserta, non al Parlamento. E se dieci mila tassisti hanno bloccato il Paese, come può essere possibile che 3 milioni e mezzo di lavoratori del pubblico non riescano a farsi sentire?”. E in un Paese dove si pagano 2 miliardi e 200 milioni di consulenze esterne, si arriva a dire che l’IVA salirà dal 21 al 23 per cento se entro ottobre non si rientrerà con la spesa. Ecco perché i dipendenti pubblici sono vittime due volte, perché pagheranno come tali e come cittadini.
Al Sud i dipendenti pubblici costano di più, è vero, ed hanno calcolato quanto costiamo in ogni Prefettura d’Italia, ma – riflette Candalino - si sono chiesti quanti Comuni nel Mezzogiorno vengono sciolti per infiltrazioni mafiose e dunque commissariati? La questione meridionale, insomma”.
E se la Bat e Monza, in qualità di nuove Province, non dovrebbero essere interessate dal taglio delle Prefetture, dall’altro canto si è registrato l’intervento del segretario provinciale della Cisl, la quale ha precisato l’importanza di dare funzioni amministrative ai colleghi della Polizia, richiamando la legge n. 121 del 1981, anche perché i poliziotti hanno il paracadute delle Questure. Perfettamente d’accordo Candalino, il quale ha precisato che “al Ministero 970 persone sono in esubero, mentre a Roma 1.000 poliziotti sono negli uffici”.
Si è poi affrontato argomento per argomento l’ordine del giorno dell’assemblea. Fondo unico amministrazione 2011 (FUA). “Viene sospeso il sistema di valutazione della performance individuale, anche se le schede di valutazione comunque vi arriveranno. Su 21mila dipendenti sono 9 sono stati dichiarati inadeguati allo svolgimento dei loro compiti e saranno valutati da una apposita Commissione. Se tutto va bene lo pagheranno entro ottobre 2012”. Equa riparazione, vale a dire una doppia indennità perduta. Sono partiti i ricorsi. Candalino ha riferito che “l’avvocato sta procedendo ai pignoramenti nei confronti dello Stato perché lo Stato non sta pagando. Esistono categorie di colleghi valutati, altri non valutati (per ragioni di diversa competenza, ndr) altri che hanno già avuto gli emolumenti ingiustamente perduti”.
Si è giunti alla conclusione che il segretario provinciale Uil, Pietro Marseglia, stenderà un triplice elenco, facendo così la giusta ricognizione della situazione per i pagamenti. In merito a questa tematica, Candalino ha posto l’accento sull’importanza di conservare le raccomandate individuali con le ricevute di ritorno. Riguardo all’indebita trattenuta del 2,5 per cento TFR/TFS ai fini del calcolo della buonuscita, abbiamo chiesto il parere al Dipartimento della Funzione Pubblica e alla Ragioneria Generale dello Stato. Inoltre, registriamo già una sentenza del Tar della Calabria, riguardante il caso di magistrati che per l’indebita trattenuta si vedevano sottrarre circa 200 euro al mese, certo non le poche decine di euro che trattengono a noi sulla nostra busta paga. Orbene, hanno fatto ricorso ed hanno vinto la causa. Sono quindi partite 30 cause pilota a spese della Uil a favore di alcuni colleghi e, in caso di esito positivo, faremo partire tutte le altre, ma fate comunque la richiesta”. Secondo un dipendente civile, presente all’incontro, “il problema è dal punto di vista sindacale, bisogna ristabilire il ruolo della pubblica amministrazione, perché noi facciamo quello che possiamo con i mezzi che abbiamo, lavorando  a volte senza carta e senza penne”.
E in merito alla mancanza di solidarietà tra colleghi, si registra anche l’intervento di chi sostiene che “per un’ora di straordinario, esistono colleghi pronti a scendere a compromessi”, alimentando un clima di maggiore separazione. Ora si attende solo di conoscere quell’elenco. Candalino già lo conosceva, nome per nome, ma ha mantenuto il più stretto riserbo. Anche perché “si potrebbe anche assistere al caso in cui, durante il mio viaggio di ritorno a Roma, il numero possa addirittura risalire”. Il 31 maggio è vicino.

 

Autore: Giulia La Volpe
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