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Mimì Spadavecchia: con le cooperative rosse dette le case ai lavoratori
15 dicembre 2011

Ricordo che quando, nel 1982, ero segretario cittadino del PCI Sandrino ogni mattina, prima di andare al lavoro presso il suo studio, passava dalla sezione del Partito e con il suo pennello intriso nell’inchiostro rosso, scriveva su un tazebao i comunicati politici per informare tutti i cittadini. Sandrino era un motore potentissimo non solo per il PCI di Molfetta, ma anche per tutta la provincia, era il primo a dare non solo sostegno politico ed intellettuale alle varie Feste dell’Unità, ma anche economico, si adoperava in maniera incredibile per trovare contributi e fi nanziamenti, e visti i tempi, spesso il contributo era la merce che i vari commercianti mettevano a disposizione per le Feste dell’Unità. Per capire di che pasta era fatto, ricordo un episodio incredibile accaduto durante la preparazione di una Festa dell’Unità: Sandrino aveva incaricato un compagno di andare a ritirare la merce per la Festa, ma purtroppo il compagno ebbe la sventurata idea di fermarsi a comprare le sigarette lasciando l’auto aperta e così gli rubarono la macchina con tutta la merce. Tutti noi piombammo nel panico, ma Sandrino non si scompose, prese la sua auto e dopo un po’ tornò con più merce di quella che ci avevano rubato. In campagna elettorale era instancabile, organizzava i comizi di quartiere, iniziando dal rione della Madonna dei Martiri, per poi passare a piazza Immacolata e Corso Umberto all’altezza del bar Astoria, per chiudere a Piazza Cappuccini, senza contare i volantinaggi per la città, nei negozi e particolarmente nei bar. A lui nessuno diceva di no, anzi veniva accolto con simpatia e spesso gli chiedevano consigli di lavoro. Forse è stato il primo a far volantinaggio durante il mercato settimanale, già dalla settimana precedente organizzava il piano di distribuzione, scegliendo con cura orari e punti nevralgici del mercato. E parlando di piani come non ricordare quello per la presentazione della lista elettorale: dovevamo essere i primi e così presidiavamo, bandiera rossa in pugno, il Comune dai giorni precedenti la presentazione, Sandrino consegnava a due compagni delle buste gialle in una c’era solo carta bianca, mentre nell’altra ci stava tutta la documentazione. Al momento dell’apertura dei cancelli, il compagno con la busta vuota correva davanti a quello con la busta vera, in modo che se qualcuno avesse voluto sgambettare il compagno con la busta, poteva farlo solo al primo e il secondo, con la busta vera, non avrebbe avuto problemi. Con questo trucco eravamo sulle liste sempre primi in alto a sinistra. Tanti i ricordi di una vita politica passata insieme, lui fu l’ideatore delle cooperative rosse a Molfetta, per poter dare le case a prezzi accessibili ai lavoratori. Le battezzò tutte con i nomi cari alla sinistra: “Di Vittorio” ai lavoratori della ferriera, “La Resistenza” ai dipendenti comunali, “25 Aprile” ai carabinieri, 1° Maggio” ai telefonici, “la Bucolica” agli agricoltori. Ne fece tema fi sso dei suoi comizi e riuscì pure a farci avere, dal ministero dei Lavori pubblici, un mutuo agevolato. Sono contento che al suo funerale c’eravamo tutti i vecchi compagni e che sul sagrato della Cattedrale sventolasse la vecchia e gloriosa bandiera del PCI, senza nessun veto da parte della chiesa, come purtroppo accadeva in passato e mi fa piacere che la bara di Sandrino sia uscita dalla chiesa con una piccola bandiera rossa poggiata su di essa. Ciao Sandrino, spero che tanti più bravi di me a scrivere, ti possano ricordare come meriti.

Autore: Mimì Spadavecchia
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