MOLFETTA - Tornano a far discutere e a scuotere il Palazzo i lavori per la costruzione del nuovo porto commerciale di Molfetta, l’opera fortemente voluta dal sindaco di centrodestra sen. Antonio Azzollini che finora ha creato solo problemi, grattacapi ed esborso di denaro pubblico per risarcimenti danni per 7,8 milioni di euro a carico dei cittadini.
Questa volta mezza giunta comunale è finita sotto inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Trani per i lavori al porto. Le accuse sarebbero di lottizzazione abusiva e danneggiamento ambientale.
Ad essere indagati sarebbero una quaratina tra amministratori, funzionari e tecnici comunali per presunti illeciti nelle procedure di affidamento dei lavori ed eventuali conflitti di interesse fra imprenditori, tecnici e amministratori comunali.
La notizia è venuta fuori dopo la richiesta di proroga nella prosecuzione delle indagini avanzata dal sostituto Procuratore della Repubblica di Trani Antonio Savasta che ha chiesto più tempo per avere la possibilità di servirsi di consulenze tecniche di ufficio.
Nelle’elenco degli indagati ci sarebbero fra gli altri il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Pietro Uva, gli assessori Anna Maria Brattoli, Mauro Magarelli, Giulio La Grasta, Enzo Spadavecchia e Leo Petruzzella, oltre alla consigliera comunale Carmela Minuto. Ad essi si aggiungono l’ex assessore Mimmo Corrieri, oggi city manager del Comune e il responsabile dell’Ufficio tecnico ing. Enzo Balducci, che segue direttamente la vicenda del porto.
Ad essere indagato sarebbe anche il sindaco Antonio Azzollini, il cui nome è venuto fuori insieme agli altri, ma la Procura di Trani avrebbe smentito il suo coinvolgimento.
Insomma, è tutto ancora nebuloso, dalle indiscrezioni che sono filtrate sembra che si ipotizzi la distruzione di un’intera colonia di Posidonia, una pianta acquatica necessaria al ripopolamento ittico-faunistico dell’Adriatico, tutelato, perciò, dalla Comunità europea. I lavori del porto non avrebbero tenuto conto della presenza di questa colonia (collocandola molto più distante dalla zona interessata dai lavori) e per tale motivo, oltre ai dirigenti e tecnici comunali, sarebbero stati indagati anche funzionari del Ministero dell’Ambiente che avrebbero fornito le necessarie autorizzazioni. Di qui il reato di lottizzazione abusiva e danneggiamento ambientale.
Nell’altra inchiesta della Procura di Trani seguita dal sostituto Procuratore Michele Ruggiero, si ipotizzano irregolarità nell’aggiudicazione dei lavori.
Come si ricorderà nelle scorse settimane più volte agenti della Corpo Forestale dello Stato si erano recati sia negli uffici comunale sia negli studi di professionisti e tecnici legati all’amministrazione comunale per sequestrare documenti relativi sia ai lavori del porto sia ad altre indagini in corso in materia edilizia.
Una bufera che coinvolge l’amministrazione comunale di centrodestra e che è destinata a clamorosi sviluppi in questa vicenda sempre più contorta del fronte del nuovo scalo commerciale che appare sempre più un porto delle nebbie.