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Mercato diffuso, bando anomalo: regolarizzazione postuma dell'ambulantato diffuso a Molfetta?
16 giugno 2012

MOLFETTA - Un bando anomalo, inconsueto. Il Settore Affari Generali del Comune di Molfetta lo scorso 5 giugno ha disposto un bando pubblico per l’assegnazione dei posteggi liberi per il mercato settimanale, ma soprattutto per le aree pubbliche comunali. Ovvero, per i box della frutta del mercato diffuso.
Due le postazioni, su via Giovinazzo (angolo via Leoncavallo) e su via Caduti sul Mare (angolo Via Fermi). Un coupe de theatre, perché le due postazioni dovrebbero essere state già assegnate ai due fruttivendoli che hanno invaso l’area pubblica nelle immediate vicinanze (costruite proprio per loro, non si capisce ancora secondo quale convenzione o atto amministrativo), come accaduto per le postazioni su via Papa Montini e all’incrocio tra via Allende e via Terlizzi.
Tra l’altro, due ambulanti sono “scomparsi”: l’uno in via Gaetano Salvemini (a pochi metri dall’ingresso della scuola Savio) e l’altro a monte di via cap. Manfredi Azzarita. Un mistero. Qualcosa non torna.
Chi parteciperà al bando avrà i requisiti morali per l'esercizio dell'attività commerciale, richiesti dal D.Lgs. 59/2010? Proprio il bando comunale richiama l’art.71, secondo cui non possono esercitare l'attività commerciale dì vendita e di somministrazione chi è stato dichiarato delinquente abituale, professionista o per tendenza (salvo riabilitazione), «coloro che hanno riportato una condanna, con sentenza passata in giudicato, per delitto non colposo, per il quale è prevista una pena detentiva non inferiore nel minimo a tre anni» o ancora chi è stato condannato a pena detentiva, con sentenza passata in giudicato, per ricettazione, riciclaggio, insolvenza fraudolenta, bancarotta fraudolenta, usura, rapina, delitti contro la persona commessi con violenza, estorsione.
L’art.71 esclude anche «coloro che hanno riportato, con sentenza passata in giudicato, una condanna per reati contro l'igiene e la sanità pubblica» e chi ha riportato, con sentenza passata in giudicato, due o più condanne per delitti di frode nella preparazione e nel commercio degli alimenti previsti da leggi speciali nel quinquennio precedente all'inizio dell'esercizio dell'attività. Infine, il decreto esclude per l’esercizio dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande i sottoposti a una delle misure di prevenzione per la sicurezza e per la pubblica moralità (Legge n.1423/56) o nei cui confronti sia stata applicata una delle misure previstecontro le organizzazioni criminali di tipo mafioso (Legge n.575/65).
Tra l’altro, questo tipo di attività di commercio può essere svolta da chi ha frequentato con esito positivo un corso professionale per il commercio e prestato la propria opera, per almeno due anni, anche non continuativi, nel quinquennio precedente, da imprese esercenti l'attività nel settore alimentare o nel settore della somministrazione di alimenti e bevande.
Il bando indetto dal Comune di Molfetta appare come una “toppa”, uno strumento legale per regolarizzare una situazione irregolare (l’occupazione di suolo pubblico). Una misura che potrebbe aggirare le regole vigenti in materia di commercio e somministrazione, come purtroppo è già accaduto in altre circostanze: basti pensare all’ordinanza sindacale che ha nuovamente regolarizzato la “condizioni lavorativa” dei fruttivendoli “abusivi” dopo il primo blitz dei Carabinieri nel giugno 2009, seguito da un secondo nel settembre 2010 e un terzo nel novembre 2011.
Molfetta è ormai la «domus Qasba», dove aree pubbliche, strade, marciapiedi e ora anche le spiagge continuano a essere invase dai futuri chioscaroli (alcuni si spostano da un punto all’altro), i cittadini pagano i box della frutta del mercato diffuso e il degrado intacca anche la vivibilità politica, sociale e ambientale cittadina.
Forse sarebbe stata opportuna una più ragionata dorsale mercatale, invece di degradare Molfetta a un mercato e accontentare gli interessi spiccioli e personalistici. Senza dubbio, la prossima amministrazione dovrà affrontare con coraggio politico e sociale (e forse con la scorta) questa situazione di eccezionale gravità, senza cedere a ricatti e prebende come già accaduto, con la collaborazione della cittadinanza attiva. A parte alcuni sporadici interventi politici, la situazione pare essere divenuta un habitué, nonostante sia uno dei segnali più preoccupanti del libertinaggio normativo e sanzionatorio a Molfetta e forse dell’infiltrazione nella politica, di interessi tutt’altro che “commendevoli”.
 
© Riproduzione riservata
 
Autore: Marcello la Forgia
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