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Meno entrate statali, stessi servizi, l'assessore Amato: applicata l'equità contributiva a Molfetta L'assessore al bilancio Angela Amato replica alle opposizioni e agli imprenditori in tema di tasse
12 settembre 2014

MOLFETTA – L’amministrazione di centrosinistra di Molfetta replica alle accuse di collasso fiscale lanciate dal centrodestra in merito all’ultima manovra approvata dal consiglio comunale.

“La memoria corta affligge i consiglieri di minoranza: quando erano al governo della città hanno aumentato la tassa rifiuti senza aumentare il corrispettivo alla ASM, azienda che noi abbiamo raccolto in stato comatoso e con oltre cento dipendenti che rischiavano di rimanere senza lavoro; hanno aumentato l'addizionale IRPEF da 0,50% a 0,65% in maniera indiscriminata; hanno aumentato i valori venali dei terreni fabbricabili di oltre il 100% provocando false aspettative nei proprietari e una serie di contenziosi alcuni dei quali ancora in corso. Senza dire che parti importanti della spesa corrente sparivano dal bilancio o venivano coperte con entrate in conto capitale. Stiamo ancora lavorando per riportare ogni cosa al suo posto e fare del bilancio, del nostro bilancio, un documento trasparente che racconti la verità sulla gestione delle finanze comunali. Senza mistificazioni o maldestri maquillage”. Così l’assessore al bilancio Angela Amato (nella foto di Mauro Germinario) replica alle nota congiunta delle opposizioni mettendo poi in evidenza le criticità cui si è dovuto far fronte.
“Abbiamo – continua l’assessore – dovuto fare i conti con le minori entrate determinate dai pesanti tagli inferti dal governo ai trasferimenti statali e dalla tanto sbandierata abrogazione dell'IMU prima casa e della mini IMU e, nel contempo, dalla necessità di dover garantire ai cittadini servizi essenziali come l'illuminazione pubblica, le manutenzioni di strade e verde, la sicurezza. Oltre a dover coprire le passività pregresse che continuano ad affiorare dai cassetti degli uffici comunali”.
L’assessore poi elenca le scelte di politica fiscale coraggiose e fortemente caratterizzate: “Abbiamo elevato a 10mila euro il limite di reddito per l'esenzione dall'addizionale IRPEF la cui applicazione è divenuta progressiva: paga di più chi più guadagna.
A Molfetta la TASI non colpisce gli inquilini, cioè chi non è proprietario della casa dove abita, come invece avviene in quasi tutti i Comuni italiani, e la sua applicazione tiene conto del reddito e del pregio dell'immobile. Mentre, la contribuzione fiscale per le seconde case e per i locali commerciali, artigianali e industriali - che abbiamo invece esentato dalla TASI - è limitato a un +0,18% sull'IMU. Ovviamente, commercianti, artigiani e lavoratori autonomi che esercitano l'impresa in immobili non di proprietà non pagano né IMU né TASI.
Abbiamo inoltre introdotto un significativo sconto sull'IMU a favore di chi concede in comodato d'uso gratuito al proprio figlio o al proprio genitore un immobile di proprietà e a chi fitta a canone concordato e, infine, dopo anni di aumenti indiscriminati, abbiamo fatto giustizia riportando a livelli nettamente più equi gli esorbitanti valori venali attribuiti ai terreni fabbricabili.
Continua naturalmente la guerra agli sprechi e la politica di rigore inaugurata sin dal nostro insediamento. I cittadini molfettesi devono esser certi che ogni euro versato nelle casse del Comune sarà utilizzato per migliorare il livello dei servizi”.
Un’ultima battuta l’assessore la riserva agli imprenditori che oggi hanno protestato: “È bene che si sappia che il 7,60 per mille dell'IMU pagata dai proprietari di fabbricati industriali (categorie D) viene versata allo Stato e che solo il 3 per mille rimane nelle casse del Comune. Mi aspetto, quindi, che le rimostranze dell'imprenditoria molfettese sappiano cogliere le giuste responsabilità e che, anzi, siano al nostro fianco contro la politica dei tagli indiscriminati alle risorse dei Comuni. Noi abbiamo fatto i salti mortali per pesare il meno possibile sulle spalle degli imprenditori e dei cittadini e, attraverso riduzioni e sconti, abbiamo tutelato le fasce deboli, compreso chi fa impresa in locali detenuti in locazione, e gli imprenditori virtuosi”.

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