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Matrimoni di signorine molfettesi, un ricordo
15 marzo 2022

La nostra rivista mensile Quindici, nella sua sezione “Cultura”, ogni mese riporta una ricerca di Corrado Pappagallo – accurato scopritore di usi e costumi di ‘storia’ della nostra Città. Egli scova con impegno e pazienza, fatti, personaggi, eventi che sono propri della storia molfettese – recente e remota - ma che il più delle volte risultano sconosciuti o rimossi. Eventi corredati di date, azioni, nomi di persone scomparse, ubicazioni e quant’altro, elencati e certificati dopo attente e pignole indagini in Archivi storici. E’ il caso di “Appunti di storia” della edizione di questo mese di febbraio 2022. Parla dei “Matrimoni di signorine molfettesi, con soldati inglesi ed americani” che alla fine dell’ultimo conflitto mondiale, si sono verificati anche a Molfetta, dove negli anni 1943 – 1946, erano stanziate forze armate alleate, Inglesi, Americani, Neo Zelandesi, ecc.. E’ saltato alla mia attenzione uno di questi matrimoni (cito): “Parrocchia Cattedrale ATTO 26 DEL 6/5/1946” Davanti al sacerdote don Bernard Bull Cappellano militare inglese di rito cattolico, Francesca Campi anni 23 fu Angelantonio e Vincenza Lollino, si sposa con Lorenzo Federico Clemens anni 24, meccanico militare inglese, nato a Stafford (U.K.), di Elsworth e Binne Mabel; testimone Doris Quinlan di William, anni 30”. Sono tornato con la memoria alla mia primissima infanzia (di cui, alla mia età, conservo ancora ricordi vividissimi) e ho ricordato che Francesca, la sposina, altri non è che Cecchina – come era affettuosamente chiamata da tutti noi, in famiglia. Cecchina, mi raccontava mia mamma, era quella che allora, in gergo, veniva definita “figlia della terra”. Il padre era deceduto, sua mamma, povera, senza risorse, stentava a tirare avanti; abitavano in un basso fatiscente dell’allora esistente “Neviera”, ubicata nel quadrilatero di via Ten. Bufi – via G. Bovio – Via C. Cattaneo – via Baccarini; era una struttura per la raccolta e conservazione della neve caduta in inverno, per usarla come ghiaccio. In quegli anni e, fin quando non venne demolita per far posto a fabbricati di abitazioni civili, era utilizzata come ‘casa’, per tante famiglie. La sorella maggiore di mamma, zia Teresa, era sposata con Francesco Marzocca, non avevano figli, pertanto… adottarono e presero in casa – abitavano in un grande appartamento, in via G. Bovio 38 – Cecchina che, aiutando zia Teresa, svolgeva funzioni di ‘cameriera-governante’. Zio Ciccillo che negli anni del primo Novecento aveva soggiornato in U.S.A., era tornato ricco ed era poi diventato Presidente dell’allora ‘Pastifico Arte Bianca’, ubicato nella zona di via Giovinazzo, dove adesso sorge il complesso di edifici con la Farmacia Egidi, fronte Distributore carburanti ENI. Era un uomo facoltoso e adorava me e i mie fratelli, come figli propri. Abitando vicini – la mia famiglia abitava in via Ten. Bufi 48, io – il piccolo – trascorrevo spesso le mie giornate in casa di zia Teresa e zio Ciccillo; avevo poco più di tre anni e la dolce Cecchina, mi coccolava molto. Quando si fidanzò con Lawrence – lo ricordo: imponente nella sua divisa militare, con baffi e capelli biondi, biascicava solo poche parole in italiano ma, quando con il permesso di zio Ciccillo, cominciò a frequentare casa Marzocca per vistare la sua fidanzatina, conversava in inglese, con zio Ciccillo che, fra l’altro faceva da interprete per tutti. Ricordo che, in una delle sue visite, Lòrenz (così, storpiavamo il suo nome… molfettesizzandolo) mi regalò il modellino in legno di un aereo britannico. Dopo il matrimonio, Cecchina aveva acquisito il diritto di seguire il marito in Gran Bretagna e, così la dolce Cecchina, come in una favola, seguì il marito e abbandonò l’Italia. La storia continua perché, nella prima metà degli anni Cinquanta, credo, Cecchina tornò in Italia (verosimilmente per dare l’estremo saluto alla sua mamma) e venne anche a casa nostra a farci visita. I miei genitori l’accolsero con affetto e a me, la cara Cecchina, portò in regalo (avevo forse, poco meno di 10 anni) un enorme revolver giocattolo, così realistico che aveva perfino le pallottole nel tamburo. Dopo di che, ci siamo definitivamente persi di vista. Lo ripeto, sono ricordi che, con tanti altri, ancora sono vivi nella mia memoria! Quando ho letto la cronaca di Francesca e Lorenzo (Lawrence) sposi, ho avuto un’emozione forte, perché ho ricordato la mia prima infanzia e la cara Cecchina. © Riproduzione riservata

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