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Maretta nei “Democratici”: Altomare, De Sario e Nappi in dissenso La prima assemblea cittadina per eleggere il nuovo coordinamento
15 luglio 2000

di Lella Salvemini Appuntamento importante quello del 26 e 27 giugno per i “Democratici” di Molfetta. Giorni in cui si è tenuta l’assemblea cittadina che ha concluso a livello locale la fase costituente del movimento e ha portato all’elezione del nuovo coordinamento. Importante anche per definire gli obiettivi politici del movimento che, lo ricordiamo per i più distratti, è quello cui appartiene il sindaco Guglielmo Minervini, che ne è fondatore e coordinatore regionale. Apertura tranquilla. La relazione del coordinatore uscente, Cosimo Altomare, poi riconfermato nella carica, non ha segnato inversioni di rotta rispetto ai caratteri fondanti della formazione politica: “Tutto quello che è accaduto in quest’anno ci rafforza ancora più nella convinzione che solo una forte ripresa dello spirito dell’Ulivo, possa riaprire la prospettiva di una coalizione come soggetto politico d’alto profilo democratico e riformatore”. Questo un passaggio del discorso di Cosimo Altomare, che ha fatto riferimento anche alle vicende che hanno caratterizzato la storia recente del movimento a livello cittadino e cioè alla candidatura di Mauro De Sario alle ultime regionali, che “ha mancato l’elezione per poche centinaia di voti, quelli di una parte d’elettori de i Democratici della nostra città che hanno iscritto la vicenda politica nostra in quella del trasformismo diffuso. Non era così, ma certamente il tempo non ha giocato a nostro favore”. L’intervento successivo, del capogruppo consigliare Franco Altomare, non si è discostato, almeno così è parso, dai toni e dai contenuti della relazione introduttiva, mentre quello di Guglielmo Minervini, è sembrato calibrato ad indicare le prospettive future. Praticamente inutile riportarne fedelmente i passaggi, basta riprendere quanto pubblicato sul numero scorso di QUINDICI, che la linea è ormai quella, da un lato il bisogno di ritrovare la grinta e la passione del ’94, dall’altro la necessità di prender atto di uno scenario politico cambiato. Non è più possibile un appello indifferenziato alla società civile, bisogna piuttosto puntare su coloro che hanno beneficiato in questi del cambiamento dei metodi amministrativi, sul nuovo blocco d’attori sociali, che, assieme ai partiti e a tutti coloro che intendono dare un futuro al progetto politico realizzato nelle elezioni amministrative del ’94 e del ’98, sono pronti a mettersi in gioco per evitare un ritorno al passato. In questo senso il Sindaco ha sollecitato i Democratici “ad andare oltre se stessi, facendosi protagonisti del rilancio della città”. Tutto sembrava scorrere nella norma, con i saluti dei rappresentanti di partito convenuti, le congratulazioni a Gianni Mastropierro, neo consigliere provinciale in seguito alla nomina ad assessore del consigliere Terrone e la proposta del sindaco di procedere alla elezione del coordinamento per acclamazione. La prima crepa, apparsa a chiusura della prima serata, quando molti dei convenuti avevano deciso di tornare a casa, l’ha aperta il consigliere comunale Franco Nappi. Il quale ha confessato di vivere in questo momento con disagio l’appartenenza al movimento, non solo per la vicenda nazionale dell’abbandono del sen. Di Pietro, fondatore del movimento “L’Italia dei valori” cui Nappi originariamente apparteneva, ma soprattutto per la mancanza di una linea politica chiara e condivisa all’interno dell’assemblea molfettese. Crepa prontamente allargata da Franco Altomare che, liberatosi come di una giacca troppo stretta dei panni moderati e concilianti di capogruppo consigliare, è partito all’attacco. Disaccordo netto il suo con sindaco e coordinatore. Franco Altomare ha richiesto che sia garantito il termine della legislatura e chiesto un chiarimento ulteriore degli obiettivi politici dei Democratici molfettesi, bocciando la proposta di Guglielmo Minervini di dar vita ad un processo politico che coinvolga, oltre che i partiti del centro sinistra, anche imprenditori e altri protagonisti della vita sociale, economica e culturale della città. Anche il consigliere Mauro De Sario, altra new entry dei “Democratici”, si è interrogato sul futuro della coalizione, senza sembrare molto convinto dalla linea illustrata dal sindaco. Nella seconda e conclusiva giornata Franco Altomare ha chiesto che l’assemblea accogliesse come mozione e votasse, in alternativa a quella presentata da Cosimo Altomare, un suo documento, sottoscritto anche dagli altri consiglieri comunali democratici, che come impianto generale avrebbe dovuto disciplinare i rapporti fra movimento, gruppo consigliare e giunta, ma che nei fatti, ascoltati tutti i passaggi, si prospettava come una vera e propria messa sotto tutela dell’amministrazione, chiedendo in particolare che il conferimento d’incarichi istituzionali e di sottogoverno (la parola di per sé è significativa) passi attraverso il vaglio del gruppo consigliare. La proposta di accogliere questo regolamento come mozione è stata messa ai voti, trovando solo l’approvazione dello stesso Altomare e del consigliere De Sario, la mediazione finale è stata quella di recepirlo e consegnarlo al coordinamento “perché sia approfonditamente discusso come ipotesi di lavoro, al fine di rafforzare la partecipazione di tutti all’elaborazione della linea politico-ammnistrativa del movimento”, così si legge nella mozione ufficiale, approvata dalla maggioranza dell’assemblea. Si potrebbe pensare che sono cose da poco, che non solo in ogni partito ma in un gruppo qualsiasi che non sia specificamente politico, l’unanimità non è possibile, anzi che le voci discordanti possono essere stimolanti ed evitare fossilizzazioni. Forse sarà davvero così, ma da quest’assemblea cittadina pare di capire che le diverse anime del movimento dei “Democratici”, frutto anche degli innesti degli ultimi mesi, non hanno dato luogo ad un amalgama e la cosa non sarebbe in fondo da sottolineare più di tanto se non vi fossero conseguenze sulla compattezza della maggioranza e in ultima istanza sulla tenuta dell’amministrazione. Anche l’osservatore più ingenuo non può fare a meno di correlare questa vicenda con quanto avvenuto nel Consiglio comunale di giovedì 6 luglio, proprio l’assenza di Franco Altomare e di De Sario non ha permesso di approvare importanti ed inderogabili provvedimenti di bilancio, di quelli che se non passano provocano l’automatico commissariamento. Ancora problemi di numeri, quindi, per l’amministrazione Minervini, l’ingresso in maggioranza d’esponenti dell’opposizione non ha risolto un problema ormai endemico. Da considerare poi che appare buffo da parte di Franco Altomare chiedere che l’amministrazione porti a compimento il suo mandato, implicitamente chiedendo che Guglielmo Minervini rinunci ad un’eventuale candidatura al parlamento, e poi contribuire a rendere pericolante la maggioranza, impedendo nei fatti che il lavoro di quest’amministrazione prosegua. Tutto questo mentre ci sono mille sfide pronte a fare da banco di prova della saldezza dell’amministrazione Minervini, da quelle squisitamente amministrative, le nomine alla Multiservizi, la designazione del nuovo vice presidente del Consiglio comunale, a quelle che coinvolgono tutta la città, il Prg su tutto, che sta per essere riportato per l’approvazione definitiva nell’assise cittadina. L’estate in genere segna una pausa nell’attività politica, non sappiamo se sarà così anche per quella del 2000, ma se pausa deve essere che sia di seria riflessione, in casa dei Democratici e fuori. Questo il coordinamento Il coordinamento dei Democratici, costituito con voto unanime dall’assemblea cittadina, è composto da Cosimo Altomare (coordinatore), Pasquale De Candia, Ignazio De Ceglia, Arianna De Palma, Nadia Gadaleta, Pietro Giancaspro, Antonio Mezzina, Alessandro Tambone, Cosimo Valente. A comporre il Comitato dei Garanti sono stati eletti: Vincenzo Pagano, Mauro Binetti e Giacomo Salvemini.
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