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Manovra azzardata, eccesso di velocità o alcol le cause dell'incidente sulla Molfetta-Giovinazzo con 6 feriti (uno grave). I carabinieri ricostruiscono la dinamica I rischi della scarsa visibilità dovuta alla presenza di diverse auto parcheggiate a bordo della strada, tollerato in passato dalle forze dell'ordine. I dipendenti dell'Eremo salvano in extremis due giovani all'interno di una vettura che ha preso fuoco, evitando che restassero carbonizzati
14 novembre 2016

MOLFETTA – I carabinieri hanno ricostruito la dinamica dell’incidente avvenuto sabato notte, all’1,30 circa, sulla strada statale Molfetta-Giovinazzo, all’uscita dalla discoteca Eremo che ha provocato 6 feriti, di cui uno molto grave. Considerata la dinamica, l’incidente avrebbe potuto avere più gravi conseguenze

Una Opel Tigra, condotta da Luca Corrado Maggio di 21 anni di Molfetta, con a bordo Eugenio De Benedictis di 28, anch'egli di Molfetta, uscendo dal parcheggio della discoteca, si è scontrata frontalmente con una Peugeot 308 guidata da Giuseppe Gravinese di 28 anni, con a bordo Giovanni Riccardi di 20. La vettura è poi rimbalzata contro una Fiat Punto che in quel momento proveniva da Molfetta con a bordo Grazia Povia di 53 anni e Nicola Di Fiso di 49, entrambi di Corato, rimasti feriti e ricoverati all’ospedale San Paolo di Bari. Poco dopo l’Opel Tigra si è incendiata. Per fortuna l’intervento tempestivo dei dipendenti dell'Eremo ha impedito che gli occupanti rimanessero carbonizzati: De Benedictis è in condizioni critiche nel reparto di rianimazione del Policlinico, mentre il suo amico Maggio è ricoverato sempre in condizioni gravi, ma non in pericolo di vita presso lo stesso nosocomio barese. Gli altri feriti in maniera non preoccupante sono anch’essi al San Paolo.

Caos totale per il traffico nella zona: macchine ferme in mezzo alla strada in attesa di entrare nel parcheggio della discoteca, altre vetture che cercavano di uscire, infine c’erano quelle in coda provenienti da entrambe le direzioni bloccate sulla litoranea.

I carabinieri stanno indagando per definire meglio la dinamica dell’incidente per capire se la causa sia stata una manovra azzardata (cosa molto improbabile viste le condizioni delle vetture), un sorpasso, l’eccesso di velocità, l’alcol o addirittura la droga. Per questo motivo, i militari hanno sottoposto i conducenti delle auto ad esami tossicologici.

Per evitare che i clienti parcheggino lungo la carreggiata, i titolari dell'Eremo, hanno predisposto da qualche tempo un bus navetta da e per la città.

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E' molto interessante il pensiero del dr. Guidi. Vediamo se ho capito bene. Sostiene che i "ragazzi" (giovani e meno giovani) sembrano vittime di una specie di 'cupio dissolvi' che li rende abulici, depressi e disinteressati a tutto ed a tutti. Sarebbe una delle ragioni, ovvero la ragion?, delle così dette 'stragi del sabato sera'. Non oso contestare la dotta opinione dell'ex Ministro. Allora, il fenomeno sociale diffuso, è molto, ma molto più allarmante. Se la realtà fosse questa, potremmo tranquillamente, con un salto logico non tanto azzardato dire che siamo TUTTI in pericolo; mi spiego: dunque il sabato sera dovremmo chiuderci in una sorta di coprifuoco, perché con quale tranquillità una famiglia, per le più diverse ragioni, fa tardi e percorre strade percorse anche da questi pseudo ...suicidi! Come ampiamente dimostrato nei vari episodi tragici, la vita non la perde SOLO colui che - per le più diverse ragioni (alcool, droghe, sballi vari, voglia di strafare, ecc.) volente o nolente, si schianta con l'auto, coinvolgendo anche innocenti famiglie o singoli che hanno la sventura di trovarsi nel posto sbagliato, nel momento ...giusto! Trascuriamo tuttavia quelle che sono le cause scatenanti l'evento tragico: la 'leggerezza' di chi dovrebbe fare in modo che le condizioni di sicurezza siano adeguate (i Gestori, lo fanno???), prestare più attenzione a piccoli dettagli, come evitare di rendere pericoloso un ambiente che normalmente dovrebbe essere tranquillo, e così via. Le Forze dell'ordine? Fanno quel che possono, in relazione al territorio da controllare ed alla diffusa incapacità di noi tutti, al minimo rispetto delle regole e delle norme. Sembra poco, ma proviamo a verificarlo, proviamo (provino) a rendere sicuro, ad esempio, nel caso in questione, l'entrata e l'uscita dal parcheggio, evitare di intasare una strada come la S.S.16, con auto parcheggiate sul ciglio: poco visibili di notte.
È inutile criminalizzare le discoteche, le ore piccole e l'alcol. La metà dei giovani che la sera di festa si schiantano contro iguardrail delle strade muoiono perchè depressi e perchè non riescono a trovare ragioni per continuare a vivere. Dice Antonio Guidi, psichiatra ex ministro della famiglia."Si dice che i giovani di oggi si ubriacano e si ammazzano, ma gran parte di queste morti, infortuni diurni e soprattutto notturni, dei ragazzi dai 14 ai 21 anni, anche dopo la discoteca, non è dovuta ai fumi dell'alcol, ma alla depressione profonda del senso di vivere". Esiste una vera e propria emergenza psichiatrica che bisogna arginare e combattere. "La depressione, è una delle malattie più importanti ed emergenti di fine secolo. Io credo che siano soprattutto la solitudine e la difficoltà a poter concretizzare le proprie aspirazioni le prime cause di depressione". Secondo l'ex ministro adolescenti e post-adolescenti soffrono soprattutto per l'allungarsi del periodo che va dalla fine degli studi all'inizio del lavoro. La disoccupazione gioca un ruolo rilevante nella perdita di fiducia e di speranza dei ragazzi. Una delusione lacerante per i giovani che prima si stordiscono nelle megafeste delle discoteche, imbottendosi di allucinogeni e alcol, e poi decidono di farla finita del tutto. E allora cercano la morte dopo un'ultima sera passata con gli amici a tirar tardi e a "farsi".Da anni si cerca una soluzione, dalla chiusura anticipata dei locali pubblici al controllo sulle strade, senza che i risultati siano mai stati troppo incoraggianti. Rimane nei ragazzi la voglia di strafare, di stordirsi, di sentirsi vivi dopo una settimana di noia e di vuoto.-
“Nei giovani c'è un desiderio di confrontarsi con la morte. I ragazzi hanno un rapporto con la morte molto più denso, significativo e drammatico di quanto non lo abbiano gli adulti. Però è anche vero che la morte non va individuata nello scontro in macchina il sabato sera, ma nel rapporto con la droga e l'alcol. Bisogna distinguere gli effetti dalle cause. Il fatto di trovare la morte in auto è semplicemente un effetto, il rapporto con la morte avviene prima con l'assunzione di droga. I primi uomini ritualizzavano questo bisogno di morte dei giovani con riti iniziatici, in cui qualcuno moriva. Poi, in epoca storica, c'erano le guerre. Adesso non ci sono più né riti iniziatici né guerre e allora il desiderio di morte è vissuto individualmente, con la ricerca dell'alcol e della droga”. Umberto Galimberti, filosofo e psicologo. - “Nelle stragi del sabato sera la componente del suicidio c'è certamente. Naturalmente non riguarda tutte le morti del dopo discoteca, ma solo alcune. Se andiamo a vedere dove accadono questi fenomeni scopriamo che accadono proprio in quelle regioni dove il tasso dei suicidi è più alto, le regioni più ricche. Poi nelle morti del sabato sera ci sono anche altri fattori che contano come l'emulazione del più forte, la voglia di primeggiare, il brivido della velocità. L'unico rimedio è cambiare il modello di civiltà. Il problema è di una società che sta morendo e di una che nasce, e di questi giovani che sono a metà del guado”. Sabino Acquaviva, sociologo

Ma questo smarrimento dei giovani di oggi, che spesso si annoiano e non trovano altro cui dedicarsi se non lo “sballo”, deriva anche dalla mancanza di punti di riferimento morale e di valori di cui soffre moltissimo la nostra società. Figli di famiglie spesso disgregate e di genitori separati, i quali, per accattivarsi la benevolenza dei figli altro non sanno fare se non offrire loro quanto più possono di oggetti materiali per nascondere il vuoto spirituale di cui li circondano, i nostri ragazzi non hanno più ideali né progetti da perseguire e realizzare nella vita, e ciò che resta loro sono solo lo smartphone, la macchina, i vestiti firmati e altri oggetti del genere, i quali non possono certo costituire un obiettivo a lungo termine ma solo uno “status symbol” temporaneo ed insignificante. I valori che un tempo sorreggevano l'ossatura morale della società sono adesso del tutto tramontati: non solo la famiglia, minata ormai dall'abbandono dei ruoli tradizionali dell'uomo e della donna e privata della sua funzione educatrice, ma anche la politica è ormai al di fuori dell'interesse dei giovani. Se negli anni '70 e '80 il dibattito ideologico era molto sviluppato e poteva costituire un ideale di vita per molte persone, oggi tutto si è dissolto nell'antipolitica alla Grillo o nell'abbandono di qualunque forma di interesse per la cosa pubblica, sostituito da un esasperato individualismo che porta a valorizzare solo il denaro e i beni materiali. Un vuoto non solo ideologico ma anche morale e spirituale, che induce spesso i ragazzi a tuffarsi nello “sballo” e a rovinarsi la vita con l'alcool e le droghe, perché non c'è altro che possa per loro costituire un'ancora di salvezza o un barlume di speranza o uno scopo di vita. Tutto questo è poi reso possibile da un concetto di libertà profondamente errato, quello cioè che ognuno possa fare quello che vuole senza alcun controllo. Questo libertarismo cui assistiamo da decenni è ciò che rende possibile non solo la rovina dei giovani nelle discoteche, ma anche l'azione di chi si approfitta di questa situazione per vantaggio personale, e non parlo con ciò solo degli spacciatori, ma anche dei proprietari di certi locali, che non mettono in atto alcun freno alla vendita di alcool ai minori o allo spaccio di droghe, pur sapendo bene quel che avviene nei loro locali. . Se lo Stato avesse agito con decisione in tante circostanze forse di problemi sociali ne avremmo oggi di meno, e forse molte vite, sacrificate in nome di un falso concetto di libertà, sarebbero state risparmiate.


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