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“Magico Natale” coniugando teatro popolare e musica: ancora uno spettacolo riuscito con il Collettivo “Dino La Rocca” a Molfetta
Mena Pischettola, Giovanni Saltarelli e Giorgio Latino
29 dicembre 2025

MOLFETTA – Ancora una volta ha fatto centro il Collettivo “Dino La Rocca” di Molfetta con la sua anima pulsante in Giorgio Latino, instancabile protagonista da oltre 50 anni del teatro popolare in vernacolo molfettese.

Lo spettacolo “Magico Natale” è riuscito pienamente nell’intento, tutt’altro che semplice, di coniugare la magia della musica con quella del teatro popolare, parlando al pubblico con leggerezza senza rinunciare alla profondità. Fin dalle prime battute si è avvertito un clima di familiarità: la lingua del territorio, viva e colorita, diventava subito un ponte diretto tra palcoscenico e platea, capace di far sentire tutti “a casa”.

Il primo obiettivo, far ridere, è stato centrato con precisione. I monologhi divertenti, costruiti su situazioni quotidiane e personaggi riconoscibili, hanno scatenato risate genuine e spontanee. Il ritmo serrato, i tempi comici ben calibrati e l’uso del vernacolo hanno amplificato l’effetto comico, rendendo ogni battuta ancora più incisiva.

Accanto alla risata c’è poi il sorriso, quello più tenero e complice. Gli atti unici, brevi ma intensi, recuperati anche dall’archivio del teatro “La Rocca”, raccontano piccoli frammenti di vita popolare: incomprensioni familiari, manie e virtù di una comunità che si osserva e si prende bonariamente in giro. Qui il pubblico non ride soltanto, ma si riconosce, annuisce, si lascia andare a un sorriso carico di affetto. Protagonisti di questi quadretti sono stati, oltre a Latino, anche un’altra storica attrice del teatro La Rocca, Mena Pischettola, accanto al pirotecnico Giovanni Saltarelli, con il gradito ritorno di Franco Todisco, una maschera quanto mai efficace, capace di provocare risate a raffica.

A dare respiro e varietà allo spettacolo hanno contribuito gli intermezzi musicali dell’orchestra di archi “Note di Puglia”, ben inseriti e mai invasivi, nell’esecuzione di musiche famose che hanno richiamato l’atmosfera natalizia e non.

Insomma, senza mai salire in cattedra, lo spettacolo invita a riflettere. Dietro l’umorismo e la leggerezza emergono temi universali: il valore delle radici, i cambiamenti della società, la difficoltà di comunicare e il bisogno di restare umani. È una riflessione che arriva dolcemente, quasi di nascosto, e proprio per questo risulta efficace e sincera.

Ma il punto più alto delle riflessioni è stato quello dei monologhi sulla violenza contro le donne che ha avuto come eccellenti protagonisti oltre allo stesso Latino, anche Caterina Tattoli (bravissima attrice, che già all’inizio dello spettacolo si era fatta apprezzare in un applaudito monologo, che ha ottenuto anche premi e riconoscimenti nazionali), Mariella Facchini ed Eli de Trizio.

Uno spettacolo leggero e profondo allo stesso tempo, un piccolo gioiello di equilibrio: far ridere di gusto, far sorridere con il cuore e lasciare al pubblico qualcosa su cui pensare una volta calato il sipario. Un teatro semplice solo in apparenza, che dimostra come la tradizione possa ancora parlare con forza e intelligenza al presente.

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