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Magdi Allam a Molfetta: non esiste l’islam moderato
15 novembre 2017

Corsi e ricorsi storici. Che Gianbattista Vico non mentisse, anticipando il suo pensiero attuale, è un dato di fatto. Che la storia si ripeta ciclicamente è quello che ha voluto dimostrare anche Magdi Cristiano Allam, giornalista, politico, scrittore. Allam, personaggio discusso, amato e odiato, ha un percorso umano ricco di esperienze che lo hanno portato a frequentare scuole cristiane. La sua natia fede musulmana ne è stata prima contaminata, poi messa alla prova fino alla definitiva conversione alla religione cristiana. Allam, a cinquantasei anni, intraprende un percorso di divulgazione dei concetti dell’Islam della “verità in tutta libertà”, per citare le sue parole. Dinanzi alla platea riunitasi nella Fabbrica di San Domenico, accettando l’invito dell’Associazione “Le amiche delle amiche”, dopo una breve introduzione del consigliere comunale Carmela Minuto e di Teresa Antonacci che ha introdotto l’ultima fatica letteraria di Allam “Maometto ed il suo Allah” (nelle foto di Vincenza Ruggiero), Allam pone immediatamente un quesito: Esiste un Islam moderato? Per rispondere, occorre conoscere la storia dell’Islam attingendo direttamente dalle fonti cioè dalla vita di Maometto e dal Corano, al fine di apprendere dinamiche di accadimenti che non si capiscono perché non si conoscono. La decadenza della nostra civiltà afferma Allam, ci rende fragili, propensi alla rassegnazione ed alla morte. Anche l’impero romano, immediatamente prima della sua fine, visse un periodo di decadenza dovuto a calo della natalità, impoverimento di valori. L’Europa attuale con i suoi ventotto Stati membri, è il continente meno popoloso e quello più “vecchio” con una popolazione al di sotto dei trenta anni che costituisce una minoranza, destinato, pertanto, continua Allam, ad essere colonizzato demograficamente. Anche gli imperatori romani, per ripopolare i territori conquistati, concessero la cittadinanza ed alcuni seggi a senatori delle province africane. Si verificarono dissoluzione dei costumi, impoverimento della popolazione su cui gravarono imposte e tasse sempre maggiori. Nell’Europa moderna, continua Allam, il nome più diffuso è Mohamed, un’Europa a cui manca un comune collante identitario in cui prendono piede comunità assestanti e non integrate, in cui la donna è concepita come un essere antropologicamente inferiore, manchevole di una parte dell’intelletto, che popola l’inferno, la cui testimonianza vale la metà di quella dell’uomo. L’Islam si fonda sulla testimonianza di Maometto, è, secondo Allam, il pilastro dell’Islam. Maometto ebbe un’infanzia ed una vita caratterizzate dal dolore. Rimasto orfano di entrambi i genitori visse la perdita di sei dei suoi sette figli. Gli sopravvisse solo una figlia rendendo ancora più dolorosa la sua vita poiché non poteva trasmettere la sua discendenza ad un figlio maschio. A differenza della religione cristiana e di quella ebraica, la religione islamica non nasce come religione monoteista. Maometto sceglie Allah tra trecentosessanta idoli. Imponendo il suo idolo, fu costretto a fuggire da La Mecca e a rifugiarsi a Medina dove progettò la vendetta uccidendo uomini e destinando donne e bambini al mercato degli schiavi. L’Islam, secondo Allam, rappresenta una minaccia a valori inalienabili della vita, della dignità e della libertà. Tra i partecipanti alla presentazione del libro, ha preso la parola il sen. Antonio Azzollini, il quale ha voluto ricordare il ruolo centrale della donna nel Cristianesimo. Gesù si mostra per la prima volta ad una donna, donandole una dignità che non aveva. Grazie al Cristianesimo, afferma il senatore Azzollini, vi è un clima di tolleranza verso tutti, grazie al quale tutti possono esprimere i propri pensieri liberamente ed è per questi valori, termina Allam, che occorre difendere questa civiltà. © Riproduzione riservata

Autore: Beatrice Trogu
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