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Ma al suo ufficio il sindaco mette guardie armate
15 novembre 2006

Chi si è recato in Comune in questi giorni si sarà già accorto della novità. Chi non è ancora salito per le scale di Via Carnicella, stenta ancora a crederci. Ed invece è tutto vero: da qualche settimana l'ufficio del sindaco e quelli dell'assessorato ai Servizi Sociali sono presidiate da guardie armate private. Un provvedimento unico nel suo genere e mai adottato prima in città (neanche nei momenti più bui della nostra storia locale, quando Molfetta era annoverata tra le capitali regionali della malavita) ma resosi necessario, a detta del sindaco, “per i numerosi episodi di arroganza e di intimidazione cui sono stati fatti oggetto in particolare le assistenti sociali del Comune, cui ho già manifestato tutta la mia solidarietà”. La ragione di questo provvedimento (assunto con una semplice determinazione dirigenziale) è da ricercare – ancora una volta – nell'approvazione, da parte del Parlamento, della legge sull'indulto che ha rimesso in libertà, anche a Molfetta, numerosi detenuti (più di cento, pare) che avrebbero dovuto scontare almeno altri due anni di pena. “Tale evento – si legge nella motivazione del provvedimento – ha avuto indiscutibili ripercussioni di carattere sociale sia sull'ex detenuto che sulla società civile”. Ovviamente gli ex detenuti tornati in libertà si sono rivolti alle pubbliche istituzioni per la risoluzione dei problemi più urgenti (il lavoro che non c'è e che è di certo più difficile da trovare per chi ha un “ingombrante” passato, le bollette da pagare, gli affitti sempre più alle stelle) ed il rischio è che, non potendo il Comune soddisfare tutte queste istanze, si possano determinare reazioni illecite (al limite, anche violente) da parte di queste persone. D'accordo. Di sicuro, però, lascia sconcertati come l'amministrazione comunale decida di ricorrere a guardie armate fuori dagli uffici per difendersi. Dal nostro punto di vista rappresenta, sia visivamente che fisicamente, la precisa volontà di porre un fossato tra il Palazzo e la città, tra chi amministra e chi è amministrato. Certo, l'argomento è delicato: nella vicina Giovinazzo il sindaco, Antonello Natalicchio è stato fatto oggetto per ripetute volte, nel suo ufficio, di aggressioni da parte di cittadini che erano andati a chiedere favori evidentemente non realizzabili, e non vorremmo mai e poi mai che episodi del genere potessero accadere anche a Molfetta. Ma siamo proprio sicuri che non si potesse adottare qualche altra precauzione (magari ponendo dei “filtri” prima di arrivare agli uffici di sindaco e assessore) piuttosto che dotarsi di guardie del corpo private e armate di tutto punto?
Autore: Giu. Cal.
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