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Ma ai commercianti l'Outlet non toglie nulla. Anzi
15 ottobre 2005

L'apertura dei cancelli della “Città della Moda” ha diviso in due la classe dei consumatori molfettesi tra coloro che la ritengono direttamente concorrente con il commercio intra-moenia e coloro che non la ritengono tale. Ormai, a qualche giorno dall'apertura, ognuno di noi si sta facendo un'idea sulla convenienza dei prezzi, sulla qualità della merce e su altri aspetti, in base alla propria attitudine ad acquistare. Ma, al di là di questo, qualche considerazione si può fare ad avallo di chi ritiene altri i problemi del commercio molfettese. E che, tutto sommato, l'Outlet toglie molto poco ai nostri commercianti. Qualche tempo fa ho potuto constatare, con estrema meraviglia e una buona dose di rabbia, che il medesimo capo (stesso modello, stesso colore, stessa taglia, stesso tutto!!) era proposto a Molfetta a 500 euro e a Bisceglie a 350 euro. E, credo, che molti dei lettori di “Quindici” abbiano vissuto situazioni simili. La domanda è sempre la stessa: “Perché?” Cosa giustifica una tale differenza di prezzo? Quali sono i costi aggiuntivi rispetto ai nostri paesi limitrofi che rendendo Molfetta così cara? A tutte queste domande i nostri commercianti non hanno dato una risposta convincente con la conseguenza di dare alla città un'immagine di classe chiusa in sé stessa a tutelare i piccoli interessi di “bottega” (è il caso di dire!). Solo una questione di prezzo? Se si facesse un'analisi della customer satisfaction, i nostri negozianti si renderebbero conto che un altro limite molto forte è la poca professionalità e disponibilità del personale addetto alle vendite. Molto difficile è riscontrare sulle loro labbra una smorfia che assomigli vagamente a un sorriso e, spesso, palese è il senso di fastidio di fronte a richieste particolari. Lungi da me un atto di accusa nei confronti di commesse e commessi. Infatti svolgono un lavoro difficile: sempre a contatto con i clienti, a soddisfare le loro richieste, magari sempre in piedi. Probabilmente io farei molto peggio! Quello che dico è che certe cose si imparano, così come si impara a leggere, a scrivere, così come i nostri genitori ci insegnano l'«Educazione». La qualificazione professionale oramai è una strategia vincente in tutti i settori e in tutti i livelli di responsabilità. Se devo spendere i miei soldi (a parità di condizioni) preferisco farlo con chi è disponibile con me, chiacchiera con me, mi sorride. Vanno nel giusto verso gli sforzi di cooperazione tra i nostri commercianti. Questo non può che far bene a tutto il movimento. I molfettesi si attendono una risposta forte, decisa, intelligente a questo tsunami che è arrivato in città. Sono convinto che i nostri imprenditori commerciali sapranno cogliere gli aspetti positivi di questa sfida: un'analisi attenta dei propri limiti, una strategia vincente per superarli! Alessandro Tambone
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