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Lo Tsunami dei mercati e la crisi globale
15 settembre 2009

Due giorni del tradizionale Value Investing Seminar, con un importante rilievo all’intervento di Whitney Thilson di T2 Partners, che ha illustrato la situazione dei mercati finanziari. Lo Tsunami che si è scatenato in questi due anni non ha precedenti, o quasi, come citato negli articoli precedenti da questo stesso giornale. Thilson descrive la crisi dei mercati globali concentrandosi sulla bolla immobiliare e delle carte di credito che si è verificata negli Usa, allorquando le famiglie americane si sono fortemente indebitate, non riuscendo ad onorare gli impegni. Ma cosa è successo? E’ accaduto che su un reddito procapite di 30.000 dollari accertato, gli americani si sono indebitati per 100.000 dollari versando un anticipo del 20%. Poi ad un certo punto le banche hanno deciso di non tenere più presente valori, parametri, e capacità reddituali, hanno “allentato i cordoni della borsa” arrivando a non chiedere più anche gli anticipi per cui si sono verificate situazioni di default (fallimento) per le banche, come è accaduto per Goldman Sachs, e di insolvenza per i clienti. Tutto ciò si è riversato sul mercato immobiliare, dove, da un valore in aumento del 10% costante l’anno dei valori immobiliari, si è passati ad un mercato in cui data la grande presenza di immobili in vendita, il target è stato modificato al ribasso, fino a raggiungere la metà dei valori in oggetto. Questo si è verificato mentre la gente ha chiesto il rifinanziamento dei mutui con i tassi in crescita. La situazione non sostenibile per l’ordinary people è stato un grosso business per chi ha speculato a Wall Street occupandosi di cartolarizzazioni (recupero crediti attraverso la vendita di immobili), riuscendo a determinare un utile netto del 2,5 % su un valore di 7.200.000.000 di dollari, ripartito sin dai tempi di reganiana memoria tra 2.000 persone, che hanno portato a casa la bella cifra di 5.000.000 di dollari cadauno circa. Ciò è accaduto per i mutui garantiti dallo Stato, i cosiddetti “Subprime” e “A”, richiesti dal cosiddetto ceto medio, mentre in maniera diversa occorre porre l’attenzione secondo W. T. per i mutui “Jumbo”, che generalmente sono stati erogati per trattare immobili dal valore commerciale superiore al milione e mezzo di dollari, quindi finanziati al ceto medio alto che ha visto praticamente solo abbattere il valore dell’immobile del 50% - 60% causando una disponibilità ombra di immobili a buon mercato creata dal panico dei proprietari insolventi rispetto ai muti stipulati. La sostanza dell’intervento di Thilson si è concretizzata con un dato che attualmente gli Usa, e a cascata tutto il mondo occidentale sta ancora scontando, 3.000.000 di posti di lavoro andati in fumo, la disoccupazione al 9,5% della popolazione attiva, e l’accordo con i sindacati sulle 33 ore di lavoro per salvare altri posti di lavoro, con il ridimensionamento dei salari e degli stipendi. Nella seconda giornata congressuale, Lloyd Khaner di Khaner Capital Usa, ha asserito che, partendo dal concetto che i consumatori americani rappresentano il 17% del Pil ( prodotto interno lordo) mondiale, è stato deciso di metterli in condizioni di risparmiare premiandoli con tassi di rinegoziazione mutui molto bassi in modo da poter tenere buona parte degli immobili fuori dal mercato per almeno il 10% del disponibile, generando così un incremento del valore immobiliare, tale che nell’arco temporale previsto in tre anni si potesse recuperare la situazione negativa. Tutto questo è stato dibattuto e approfondito con la competenza di ospiti italiani e stranieri che hanno affollato la sala dell’hotel San Paolo al Convento a Trani, che hanno fornito un fattivo contributo per capire di più sullo stato di malessere economicofinanziario- sociale che ha colpito il mondo occidentale.

Autore: Michele Mininno
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