Lo strano delitto delle sorelle Bedin
Ritorno al romanzo di Chicca Maralfa tra i ricordi della Grande Guerra ed il presente
Le poesie di Silvia Plath affisse misteriosamente sui muri di Asiago, riaccendono le luci su un duplice, efferato, delitto accaduto sette anni prima nell’apparentemente tranquillo altopiano vicentino. E quale migliore occasione per il luogotenente Gaetana Ravidà di rimettersi in gioco dopo il fallimento del suo matrimonio e il trasferimento da Bari, dov’era abituato a condurre le indagini più complesse e delicate come investigatore dell’Arma? La scrittrice Chicca Maralfa torna dopo un anno dal fortunatissimo Il segreto di Mr. Willer e lo fa con un’opera altrettanto intrigante, regalando questa volta un’affascinante cartolina di uno dei luoghi chiave della Grande Guerra. Sì, perché, Lo strano delitto delle sorelle Bedin, edito Newton Compton, è un giallo ambientato nei nostri giorni ma dal sapore storico. Parallelamente agli sviluppi del cold case, infatti, Ravidà è alle prese con una vicenda personale ma dal respiro collettivo. Durante le riprese di un documentario di History Channel sulla Prima Guerra Mondiale, le spoglie di un soldato italiano vengono ritrovate sulla selletta del monte Lémerle. La speranza dell’investigatore è che quelle spoglie appartengano a suo nonno, soldato della ‘Brigata Trapani’, milite ignoto come tanti altri giovanissimi morti durante la cosiddetta ‘Offensiva di Primavera’ sull’altopiano di Asiago. Delicate ma allo stesso tempo toccanti le parole che Ravidà dedica a lui in una lettera che definirei senza tempo, soprattutto se letta alla luce degli ultimi avvenimenti bellici che stanno sconvolgendo oggi il popolo ucraino: “Che tristezza saperti nelle trincee, nel fango, a camminare sui cadaveri e nella neve […]. Hai fatto in tempo a guardare in faccia la morte? Hai avuto paura o solo coraggio? A cosa hai pensato un attimo prima di saltare in aria con altri tuoi amici?”. A completare il quadro già di per sé complesso, arriva un altro brutale omicidio. Un corpo senza vita, di difficile identificazione, viene rinvenuto in uno dei luoghi della Grande Rogazione proprio nel giorno in cui quello che è il più significativo evento di Asiago e dintorni sta per compiersi. La Rogazione, conosciuta anche come Giro del Mondo, consiste in una processione che per 33 km si snoda attraverso i sentieri dell’altopiano e coinvolge tutta la popolazione. Dunque, nulla succede a caso. Toccherà a Ravidà ricomporre il puzzle, destreggiandosi tra passato e presente nella ricerca del giusto incastro. La bravura dell’autrice non si limita alla costruzione ogni volta di una storia capace di mantenere suspence e mistero sino al finale quando, come per magia, tutto combacia. Ma fa molto di più. La bellezza, infatti, nei suoi romanzi sta nella dovizia di particolari tecnici sia nelle parti propriamente narrative sia in quelle descrittive. Ne Lo strano delitto delle sorelle Bedin il racconto sulla Grande Rogazione, il resoconto dell’esame autoptico, il parallelismo fra l’uso della Corazza Farina per i soldati delle “compagnie della morte” e quella che Ravidà da bambino costruisce idealmente per proteggersi dalla paura di perdere suo padre, sono solo alcuni esempi degni di nota. La descrizione della flora e fauna locale, i sentieri e i borghi con le loro locande e case caratteristiche, quasi a percepirne sapori e odori, completano quello che è un vero e proprio viaggio guidato nell’altopiano vicentino e la sua storia. Chicca Maralfa ce l’ha fatta ancora. © Riproduzione riservata