Oggi in tutta la Nazione si “celebra” lo sciopero nazionale delle farmacie – chiusura di tutte le Farmacie, tranne un minimo servizio indispensabile, bontà loro – per protestare contro la spending review stabilita dal Governo, per tentare di razionalizzare e contenere le spesa farmaceutica, appunto; spesa che per diverse ragioni, non tutte legate all’andamento della morbilità nazionale e che vorremmo trattare in altra sede, è sempre più fuori controllo, sia a livello centrale che periferico.
Sappiamo che il nostro S.S.N. – non ci stancheremo mai di tesserne le lodi, essendo uno dei più efficaci e migliori nel panorama mondiale – rappresenta per il bilancio dello Stato, una delle voci più onerose; pur tuttavia, e malgrado le tante, limitate isole di inefficienza e fonte di corruzione, il Servizio, generalmente parlando, è efficiente ed efficace.
Non vogliamo, in questa sede, criticare le ragioni della protesta un po’ sui generis, qui ci preme solo fare alcune considerazioni, osservando il quadro d’insieme nel quale tale protesta si inserisce.
La crisi morde TUTTI! La situazione, ben lungi dal migliorare, malgrado i massicci interventi fatti (alcuni azzeccati, altri un po’ meno) continua a soffocare l’economia reale: famiglie, persone fisiche, aziende sono esposte, quasi inermi all’altalena di notizie stop and go che i famosi – noi li definiremmo maledetti – MERCATI impongono addirittura alle Nazioni sovrane! Sono, i Mercati, entità astratte: non hanno una sede sociale, non hanno un referente fisico, sono i Mercati che non si sa più come regolamentare, se non imbrigliare che sembra comandino. Quasi ogni giorno sentiamo di tragedie che non sono limitate solo a questa o quella Persona ad ogni latitudine che, avendo perso il lavoro, non riesce a far fronte agli impegni assunti quando il lavoro ce l’aveva. Le tragedie si sono estese anche a chi fino a qualche tempo fa, ne sembrava immune: l’Imprenditore, titolare di Azienda (piccola o media che sia) che, vedendo nel futuro le difficoltà nelle quali si dibatte egli medesimo e la sua Azienda, per sottrarsi all’onta sceglie il più tragico degli epiloghi: il SUICIDIO!
Ma torniamo alle considerazioni sulla protesta che oggi celebra Federfarma (l’Associazione industriale che riunisce le aziende che operano nel campo dello studio, nella scoperta, produzione e commercio dei farmaci) per protestare su che cosa? Da quello che si comprende, sinteticamente sembra che la “spending review” abbia …abbassato il valore del tetto di spesa per i farmaci venduti al pubblico, alzando peraltro leggermente quello per le forniture ospedaliere. Siamo certi che la motivazione, piuttosto semplice e schematica, nelle sue pieghe interpretative nasconda altri aspetti di criticità di cui non siamo a conoscenza. Ma questo non importa; il nostro scopo è quello di “inquadrare” questa protesta nell’ambito più ampio di tutto il malessere che stiamo vivendo e che, almeno per quanto ci consta, non accenna minimamente ad attenuarsi.
Abbiamo accennato ai gesti estremi di alcuni Concittadini, stremati dalla realtà cruda della crisi. Ebbene in questo quadro forse si inserisce anche l’eventuale …disagio dei Farmacisti e delle Aziende Farmaceutiche. Però, mentre per un’Azienda metalmeccanica, tessile che ha visto, a causa della crisi, il fatturato falcidiato e, nel futuro prossimo può solo sperare che l’evoluzione delle condizioni dell’economia facciano sì che riprendano vigore gli ordinativi e quindi il fatturato – tempi medio lunghi se va bene, nel caso particolare delle farmacie e dell’industria collegata, almeno questo tipo di limitazioni sono del tutto assenti. Le malattie e le cure sono sempre attuali, a causa della natura stessa dell’Uomo: la continuità dell’esercizio dell’attività E’ ASSICURATA! I profitti, magari in misura minore, anche.
Non desideriamo essere percepiti come dei radicali giustizialisti, ma lasciateci dire che le malattie, per il destino dell’Umanità, ci sono state, ci sono e ci saranno sempre; stiamo quindi parlando di un settore che difficilmente potrà …soffrire di, ad esempio, mancanza di commesse e quindi subire una crisi aziendale. Pur ignorando l’impatto che il provvedimento di spending review avrà sul business farmaceutico, noi diciamo che rinunciare, se di danni ai ricavi stiamo parlando, ad una parte degli eventuali profitti, per tentare di dare un messaggio di coerenza di intenti nell’attuale situazione che si aggrava di giorno in giorno, ci sembra il minimo. Come detto, ogni giorno quasi, sappiamo di tragedie estreme che si consumano …all’ombra della crisi; ebbene non ci risulta ancora la notizia di una Farmacia, del suo Gestore oppure di un’Industria farmaceutica che abbia chiuso l’attività, a causa della maledetta crisi.
Non auspichiamo ovviamente che ciò avvenga, avremmo, noi e non solo noi, voluto forse un po’ più di comprensione da parte di un Settore cruciale per l’economia complessiva di una Nazione, sulle situazioni drammatiche, ben diverse da quelle denunciate dall’Assofarma, allo stato attuale. Questo anche alla luce del fatto che, proprio perchè viene assicurato un minimo di servizio al Cittadino, sembra più una beffa che un beneficio: ve lo immaginate il povero anziano – una delle categorie più vessate dalla crisi e da questa protesta – che deve recarsi nell’unica farmacia in servizio, magari distante un bel po’ dalla sua abitazione! Di solito le proteste con scioperi coinvolgono, ahinoi, anche i Cittadini con disagi e problemi, ma sono rivolte essenzialmente a chi ha provocato la protesta con le più svariate ragioni. Questa protesta, fatta in queste circostanze, in questo periodo (caldo opprimente), in questo panorama sociale ed economico, …beh ci sembra un tantino strumentale e che probabilmente creerà dell’astio nei confronti della Categoria.
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