Limiti di velocità e sanzioni a Molfetta per necessità di far quadrare i bilanci comunali. Interviene l’ex vice sindaco avv. Bepi Maralfa
autovelox urbani a Molfetta
MOLFETTA – Sulla situazione dei limiti di velocità e nel dibattito sulla sicurezza stradale a Molfetta, interviene l’avv. Bepi Maralfa, già vice sindaco e assessore alla polizia urbana: «Mi hanno notificato due verbali di sanzioni amministrative per eccesso di velocità. Le violazioni sono avvenute nel mese di luglio di quest'anno, a due giorni di distanza l'una dall'altra, sulla strada statale 16 BIS e sono stato sanzionato dalla Polizia Municipale di Molfetta con l'autovelox. Non li ho visti proprio ma non importa, devo pagare.
Il fatto è, però, che di fronte ad un limite di velocità di 90 chilometri orari, ho superato detto limite, nella prima occasione di 4 km/h (viaggiavo a 94), nella seconda di 3 km/h (viaggiavo a 93).
Già di fronte a queste impercettibili violazioni potremmo aprire un dibattito, perché tutti avrete sentito parlare del margine di errore degli apparecchi autovelox o degli obblighi di revisionarli secondo cogenti norme di legge. Ma non è neppure questo il problema, perché non mi va di fare ricorso, pago e basta.
Il vero problema invece è rappresentato dal fatto che sul nostro territorio locale, si assiste sempre più ad una scelta politica improntata alla sanzione piuttosto che non alla prevenzione. Mi spiego. Se ci sono dei punti nevralgici di traffico impazzito o di soste selvagge, è lì che la politica deve intervenire con i posti di controllo delle pattuglie. Se le bici elettriche sfrecciano in modo incontrollato con connessi pericoli per l'incolumità delle persone, è lì che bisogna intervenire. Se su via Giovinazzo e via Terlizzi perdono la vita decine di povere vittime è lì che bisogna predisporre gli strumenti di controllo e sanzionatori.
Sulle grandi arterie c'è la Polizia Stradale che fa il suo. E invece no. La nostra Municipale, per scelta politica, è ultimamente molto solerte nel collocarsi sulle strade a veloce scorrimento. Ed io sono molto preoccupato per questo. Mi preoccupa il bilancio del Comune di Molfetta. Quella solerzia della Polizia Locale non è farina del suo sacco. È frutto, a mio avviso, di una ben precisa scelta politica finalizzata ad impinguare le casse comunali che evidentemente sono al verde.
Per mesi i cittadini non hanno usato l'auto per il Covid. Per mesi le persone non hanno lavorato e, ne sono certo, non hanno potuto pagare le imposte e tasse comunali. E allora? Allora io dico che l'amministrazione comunale ha continuato a spendere denaro come se non fosse mai esistito un Covid e dunque, ora, attiva una spericolata corsa al recupero. Dovete tutti sapere, infatti, che ancor più che le entrate, ai Comuni interessa mettere le carte a posto con gli accertamenti delle stesse. Se io, comandante della polizia, faccio cento multe, poco mi interessa se ne vengono pagate 30, 50 o nessuna. L'importante è che metto a bilancio la somma complessiva dell'accertamento (esempio 50 euro per tutte e cento le multe). L'accertamento di una entrata, dunque, è un fatto meramente virtuale perché si registra sulla carta e sempre sulla carta esiste.
Ma se pochi o tutti non pagano, al momento della verifica accade che in cassa quei soldi non te li trovi. Un po' come accade alle famiglie, insomma, quando le persone, in base al reddito ma anche alle spese sostenute programmano gli acquisti che si possono ma rinviano ad altro mese quelli che non si possono fare. È evidente che laddove il capofamiglia compie spese avventate o eccessive, o esuberanti rispetto alle entrate e rispetto al proprio portafoglio, finirà non oggi ma domani nei debiti. Questo è quanto».
Alle considerazioni dell'avv. Maralfa su facebook, seguono una valanga di interventi di cittadini preoccupati e critici nei confronti dell'amministrazione comunale e della polizia locale. Una conferma del malcontento dei molfettesi e della necessità di rivedere la politica del traffico e della sicurezza in città. Occorre riconciliare i rapporti e ricostruire la fiducia nella polizia locale: un compito difficile che finora non ha dato risultati concreti.