Liberti tutti a Molfetta si può fare quello che si vuole. Sindaco sotto controllo degli assessori del mattone. E Pino Amato bussa alla porta del ciambotto
Liberi tutti è il nuovo motto dell’amministrazione comunale di destracentro, ormai universalmente riconosciuta con la definizione di “ciambotto” coniata da “Quindici” per dare l’idea delle 8 liste civiche (compreso il Pd) che formano una coalizione che si mantiene sull’equilibrio del potere: tutto a tutti e addio alle regole. Il sindaco “esperto” Tommaso Minervini rimedia una figuraccia dopo l’altra e appare sempre più somigliante al nuovo premier Giuseppe Conte che chiede il nulla osta a Salvini e Di Maio. Chi è il suo Salvini o meglio chi sono i suoi Salvini? Il nostro ha come vice sindaci occulti, consulenti reali in politica i due assessori “al mattone” quello all’urbanistica Pietro Mastropasqua e quello ai lavori Pubblici Mariano Caputo. Così quando non riesce ad avere la meglio si arrende e rimedia una figuraccia dopo l’altra, come ci ricorda Rifondazione: l’ultimo posto in graduatoria al bando regionale per la rigenerazione urbana, la mancata apertura del parco di Mezzogiorno; la perdita di 3 milioni di euro per riammodernare il vecchio impianto di selezione della plastica (errore dovuto anche all’incompetenza del presidente Asm Vito Paparella, messo lì per ragioni di equilibrio della coalizione: ma tant’è oggi trionfa l’incompetenza, Salvini docet). La maggioranza populista di Molfetta, non è mai stata una maggioranza politica, ora lo è ancora meno. Ora siamo al commissariamento per il piano delle coste, affidato a un funzionario della Regione che non conosce il territorio, non terrà conto delle istanze dei cittadini, ma di quelli che lo hanno nominato a questo incarico, magari accettando suggerimenti interessati. Una scelta, quella del commissariamento dovuta a incapacità di affrontare il piano? Può essere, ma è più probabile una scelta di sfuggire non solo al confronto con la città, ma anche con la sua maggioranza. Magari si potrà costruire sulla costa, sul famoso suolo del Park Club dove ci sono già decine di compratori in coda per acquistare un appartamento nel mare. L’amministrazione rinuncia a pianificare o ha già pianificato e se ne lava le mani affidando il “lavoro sporco” al commissario regionale? Naturalmente è possibile che, contrariamente a quello che avviene a Bisceglie, verranno sottratte ai cittadini anche quelle poche spiagge libere rimaste. Solo per aver delegato a un commissario la pianificazione (tra l’altro era già stata fatta dal suo predecessore Paola Natalicchio, ma evidentemente non “accontentava” tutti), il sindaco Minervini (in un altro Paese) si sarebbe dimesso. Quanto costerà alla comunità questo commissariamento? Ma qual è il problema, sembrano dire i nostri eroi governanti. Il sindaco “del fare” deve solo “fare” senza contenere i costi, tanto il debito lo trasferirà al suo successore. Del resto non ha dichiarato Minervini che tutti chiudono quasi in dissesto, basta che facciano le opere che ritengono necessarie (non quelle realmente utili ai cittadini). A ripianare i debiti ci penserà il nuovo sindaco, mentre ora occorre accontentare elettori e clienti, altrimenti l’amministrazione si spacca e cade. Tommaso è ostaggio dei due assessori: si è preso tutte le deleghe, queste no. Se avesse potuto, avrebbe preso anche quelle. Ma qualcosa doveva lasciare agli altri gruppi politici! Poi per il riscatto del suolo la maggioranza in consiglio comunale ha rinunciato alla possibilità di permettere ai cittadini di far stipulare i contratti col segretario generale e non col notaio (la lobby dei notai è, evidentemente, forte a Molfetta), con costi molto più alti. Mentre l’assessore ai lavori pubblici Mariano Caputo, acquista ogni mese una nuova scatola di Lego per giocare a costruire strade inutili, vedi il rifacimento di Corso Umberto, con la sostituzione di lampioni buoni, con altri di disegno diverso, per dare l’idea della novità. Quelli rimossi, magari li venderanno a qualche Comune vicino, così Molfetta potrà fare cassa e non scatterà l’accusa di spreco di denaro pubblico. Ancora più inutile e irrazionale è il rifacimento di Corso Fornari (quale esponente della maggioranza abita in zona?), una strada di traffico, una specie di estramurale che non si presta, anche per gli spazi ristretti, all’inserimento di alberi, a una nuova illuminazione e al passeggio (forse Caputo abita a Giovinazzo e non conosce la città). Insomma, tra incarichi e consulenze si riesce ad accontentare tutti, tanto paga Pantalone, i fessi cittadini molfettesi. A proposito, avete notato la fine dell’opposizione di centrodestra? In fila per 3 (Forza Italia-Minuto, Forza Italia-De Bari; Udc-Piano Amato) col resto di 1, lo stesso Pino Amato pronto a saltare sul carro della maggioranza col il figlio Robert, ora che il loro partito Udc conta come il due di briscola. Ci sarà da divertirsi, la politica molfettese non annoia mai! © Riproduzione riservata
Autore: Felice de Sanctis