Libera contro le ecomafie Regoliamoci 2009
Al ministero della Pubblica Istruzione, dell’Università e Ricerca ha avuto luogo la cerimonia di premiazione del concorso “Regoliamoci 2009”, organizzato da Libera, nota associazione italiana contro le mafie. Le scuole di ogni ordine e grado, partecipanti al concorso, hanno presentato elaborati di vario genere, il cui tema portante è l’ecomafia, argomento spesso sottovalutato o addirittura appena conosciuto. Tra oltre mille partecipanti, per le scuole secondarie di secondo grado, si è classificato come uno dei 10 finalisti Marcello Rivoir, alunno del Liceo-Ginnasio Leonardo da Vinci di Molfetta, accompagnato alla premiazione da una piccola delegazione della sua classe. Un dibattito sul delicato tema in questione, promosso all’interno della classe dalla prof.ssa Giovanna Musolino, docente di storia e filosofia, ha ispirato Marcello nella scrittura del suo racconto, dall’intreccio poliziesco, che ha volutamente lasciato privo di titolo data la complessità del tema. Alla premiazione, coordinata da Michele Gagliardo, hanno presenziato la dott.ssa Giovanna Boda, delegata del Ministro dell’Istruzione e Don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione “Libera”. Proprio Don Luigi Ciotti ha tenuto viva l’attenzione dei presenti esponendo la sua idea a proposito dell’ecomafia e delle possibili strategie per sconfiggerla. La più efficace, per il presidente di Libera, sembrerebbe essere l’assunzione di responsabilità, che se opportunamente esercitata, risulterebbe forte e decisiva per “scardinare la rete di compiacenze e complicità che protegge e alimenta gli affari delle ecomafie”. Denuncia e rispetto sono, dunque, le parole-chiave, atte a scongiurare l’azione dell’ecomafie. Con enfasi e palese convinzione don Ciotti ha sottolineato che se l’azione letale delle armi è immediata e visibile, i veleni, l’abusivismo edilizio, i traffici di risorse naturali, altrettanto disastrosi, danneggiano l’uomo e la natura in un arco temporale più lungo e diluito, sì da apparire addirittura impercettibili. I racconti finalisti, insieme ad altri 20 testi, considerati degni di merito dalla giuria del concorso, composta da esperti mondiali sull’argomento, sono stati pubblicati sul libro dal titolo “Regoliamoci”, a cura di Libera, edito Verdenero. “La chiamerò Speranza, perché la speranza di sconfiggere la criminalità organizzata mi consente di andare avanti nella vita”. Speranza è il nome che il protagonista del racconto da al cane, che viene salvato dalle brutali lotte clandestine tra animali; il sentimento, quindi, che connota il racconto di Marcello è la speranza, sentimento che, come ha sostenuto Don Ciotti, deve alimentare e sostenere l’impegno sociale di ogni cittadino contro qualsiasi illegalità.
Autore: Gabriella Abbattista