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Lettere  
15 luglio 2007

Quindici aiutaci a dare una svolta alla città Preg.ma redazione di Quindici, avendo riscontrato il Vs. serio ed attivo interesse alla vita pubblica molfettese, rivolgo un appello a voi, affinché riusciamo tutti insieme finalmente a dare una svolta a questa città, nella quale viverci è diventato impossibile! Vi racconto quello che mi è capitato il giorno 25 giugno. Mentre mi recavo al lavoro verso le ore 15 percorrendo contrada Mino, ho visto alzarsi una nube di fuoco. La complanare alla SS.16bis era in fiamme a destra e sinistra. Impossibile percorrerla col rischio di saltare in aria! Ho chiesto a un abitante delle ville circostanti se avesse chiamato i vigili del fuoco e mi ha risposto che era un'ora che non si era fatto vivo nessuno, neanche i vigili urbani per impedire agli ignari passanti di percorrere quella strada. Naturalmente, per paura di morire tra le fiamme, ho indietreggiato. Il giorno mi sveglio verso le ore 06.10. Odo dalla strada il rumore della sterpaia che inizia a prendere fuoco. Mi precipito fuori a guardare: stava cominciando ad andare tutto in fiamme!!! Sto parlando delle terre abbandonate di via Berlinguer (per intenderci nei pressi del semaforo di via Bitonto) diventate gabinetto pubblico dei cani residenti, reparto di ostetricia per gatte (chissà quanti cuccioli saranno morti nel rogo), discarica abusiva per alcuni residenti incivili della zona. In meno di cinque minuti il fuoco si è propagato in tutti e due i campi abbandonati, naturalmente a ridosso delle palazzine. Il panico era alle stelle, tanto che non ricordavo più neanche il numero di telefono dei vigili del fuoco! Le macchine dei residenti erano lì parcheggiate, pronte a prendere fuoco, insieme ai salici piangenti della nostra area di parcheggio. Dopo mezz'ora arrivano finalmente i pompieri. Anche stavolta il Comune l'ha scampata bella!! Perchè il Comune? Perchè quel territorio, che pensavo fosse di proprietà del costruttore Amato, in realtà è del Comune. La cosa l'ho appresa da un contadino, mandato frettolosamente ad arare il campo che non è andato distrutto (cioè alle 07.05 sono andati via i pompieri e alle 07.06 è arrivato il trattore). Morale della favola: anche stavolta per poco non ci scappavano i morti. E' impossibile descrivere a parole quello che si prova in quelle circostanze: e se si fossero incendiate le macchine? Che fine avremmo fatto se non avessi prontamente dato l'allarme? Mi sto rassegnando e in me si sta delineando l'idea di andare a vivere altrove, perchè qui nessuno si cura del benessere dei cittadini. Delusa e affranta, porgo i miei migliori saluti. Annamaria Farinola Fin qui la lettera, attendiamo risposte, che non avremo, come sempre, dall'amministrazione comunale, che preferisce il silenzio ad imbarazzanti giustificazioni. Noi, malgrado ciò, continueremo a fare il nostro lavoro di cronisti al servizio di Molfetta, dando voce ai cittadini. “Chi ha il fuoco, lo passi” combattiamo il degrado della città Sono apparse in questi ultimi giorni, nella preziosa rubrica di Quindici on line, alcune news che, implicitamente, ci riportano a discutere su giovani neo-consiglieri (il cui programma politico appare sensato e “corposo”… giudicheremo a cose fatte), su giovani idee (il concorso per la scelta del logo dell'estate molfettese), su giovani assessori (alle prese con problemi organizzativi per una inedita fiera d'estate), su giovani emergenze (la sicurezza e l'igiene cittadina), su richieste di nuova “evidenza pubblica” da giovani rinforzi politici alla maggioranza di centro destra, ecc. ecc. Credo che la nostra giovane Amministrazione, così come avviene in tutta Italia, stia affrontando scenari complessi di cambiamento sotto molti punti di vista poiché la tendenza degli ultimi anni è stata quella di aumentare le funzioni delle autonomie, comportando un riassetto non solo istituzionale e delle attribuzioni ma anche dell'organizzazione interna, delle competenze richieste agli operatori, del carico di attese avanzate dai cittadini e dalle imprese attive sul territorio. Numerosi e nuovi fenomeni sociali stanno evidenziando problemi di natura collettiva a cui l'amministrazione è chiamata a rispondere attraverso politiche prima non necessarie e servizi nuovi, con un livello estremamente elevato della personalizzazione e della qualità richiesta. Si pensi (ad es.) alle esigenze legate ai fenomeni della competitività territoriale connesse ai processi di globalizzazione: il tipo di impatto sulle politiche abitative, dei trasporti, dell'educazione e della cultura, della sicurezza sociale; sono tutte questioni che a Molfetta sono ancora fondamentalmente evidenti e irrisolte. Non è certo questa la sede per affrontare il tema in modo approfondito, ma è importante sottolineare almeno un aspetto: un elemento importante riguarda il fatto che queste politiche siano tradizionalmente lette in modo separato e a come vengano riconfigurate dai nuovi fenomeni sociali. Quindi il ruolo a cui sono chiamate le amministrazioni è sempre più quello di partecipare a politiche integrate che richiedono sforzi di cooperazione inter-istituzionale tra gli attori e nuovi modelli di relazione (governance). Questa progressiva fluidità di rapporti e di regole rende l'azione amministrativa nel complesso più articolata e complessa. In questo quadro, i media presenti sul territorio, penso proprio a Quindici, giocano un ruolo sconosciuto fino a pochi anni fa e sono capaci di influenzare le decisioni e le scelte in modo consistente, accogliendo istanze, facendosi portatori di proposte, proteste, interessi. E allora pongo un quesito: perché non invitare l'intera redazione di Quindici ad organizzare un Evento, una Festa, una “notte bianca degli Albatros”, una serata da dedicare ai molteplici “io” che, frequentando le idee che appaiono sulla testata, vogliono parlare e raccontare le proprie riflessioni, lasciando ampio spazio alle associazioni, al volontariato e ai movimenti anche politici. Una vera Festa dell'Unità che, come primo premio della lotteria, porterebbe un bel regalo alla nostra tanto cara Città, anche e soprattutto alla luce dei festeggiamenti per i dieci anni di attività (enorme e infaticabile). Don Tonino una volta disse: “chi ha il fuoco lo passi”… C'è qualcuno che sente di obbedire? o c'è qualcuno che se la sente di disobbedire? Michele La Forgia Genova Quanti soprusi nella villa comunale Egregio Direttore, leggo quotidianamente il Suo giornale e le notizie pubblicate in rete. In quest'ultimo periodo ho potuto constatare quanti cittadini molfettesi esprimono proprio attraverso il suo giornale il proprio disagio per tutte le cose che non vanno e per lamentarsi sostanzialmente di una città allo sbando. L'ultimo episodio di maleducazione e inciviltà (questa volta perpetrato da dipendenti comunali !!!) l'ho vissuto proprio ieri sera nella Villa Comunale. Erano all'incirca le 22,30 quando entrambi i custodi hanno iniziato prima a chiudere i cancelli secondari e dopo a sollecitare (in maniera piuttosto insistente) l'uscita di chi era all'interno della Villa. Quando si è avvicinato alla nostra panchina abbiamo chiesto, in maniera civile, quale fosse l'orario di chiusura (dato che erano appena le 22,40) e il custode ci ha risposto che “la Villa chiude alle 22,45”. Abbiamo tentato (sempre con civili maniere) di fargli capire che qualche giorno fa avevamo assistito ad una discussione tra il sindaco ed alcuni concittadini (i quali peraltro gli chiedevano di posticipare di un'ora la chiusura della Villa) e che lo stesso sindaco confermava che la chiusura non poteva essere posticipata, ragion per cui l'orario restava confermato per le ore 23. Evidentemente colto di sorpresa per tale nostra dettagliata informazione, il custode, per tutta risposta, ci ha intimato bruscamente di uscire, minacciando addirittura di chiudere il cancello principale lasciando dentro “i ribelli”; che a lui non interessava affatto cosa avesse detto il sindaco e che potevamo chiamare anche le forze dell'ordine. Per concludere ci ha appellati come “scocciatori”, perché, evidentemente, gli stavamo impedendo di rientrare a casa per le ore 23, anche se per le 23 doveva cessare il suo servizio. Le lascio immaginare la discussione che ne è seguita… Mi pare davvero un'assurdità che i custodi ignorino i regolamenti comunali che prevedono orari di apertura e di chiusura della villa comunale, commettendo prevaricazioni e soprusi e comportandosi come se la stessa Villa fosse il giardino privato della propria abitazione. Spero che questo ennesimo episodio di “strafottenza” sia posto all'attenzione dell'opinione pubblica attraverso le pagine del Suo quotidiano. Magari la pretesa sarà eccessiva, ma auspico anche che l'amministrazione comunale possa variare i criteri di scelta dei propri dipendenti!! Un cordiale saluto. Francesca Minervini Prima cala, volontariato senza controllo Caro Direttore, innanzitutto la ringrazio dell'opportunità di un'informazione libera ed obiettiva che il suo giornale offre a Molfetta. Mi permetto di scriverle per segnalarle un problema che immagino avrà notato anche lei, o qualcuno dei suoi collaboratori. Come tanti molfettesi alle soglie degli “anta” mi diletto di corsa, ed uno dei luoghi più frequentati è la prima cala, e la strada vicinale Torre Rotonda. Ho così potuto notare l'evolversi della situazione “spiaggia (libera?) Prima Cala”. Il volenteroso Carlo prima ha riordinato i ciotoli, poi ha disegnato con gli stessi pseudosentieri e pseudo scalinate, poi ha intrapreso l'attività di agrimensure e delimitatore di spazi. Lunghi pezzi di spago bianco tra le tamerici (ma come, non era vietato anche appoggiare le bici? Ogni volta che andavo in spiaggia in bici temevo di veder spuntare le guardie ambientali del WWF a multarmi!), a sbarrare l'accesso di qua o di là, e, a scanso di equivoci, “cartelli indicatori” e “denunciatori” (del mancato sostegno dell'Amministrazione). Ora, spago di 5 mm, bianco, posto trasversalmente ed orizzontalmente a spazi di passaggio, a me viene il dubbio che prima o poi qualcuno, di giorno o di notte, si farà male: un bambino che urterà con la gola sullo spago o un anziano che tenterà di scavalcare le barriere che Carlo ha deciso di porre al libero movimento in spiaggia, al di là di ogni logica, di ogni decisione dell'Ufficio Tecnico e della Capitaneria, al di là di tutto. O mi sto sbagliando io e qualcuno ha autorizzato, avallato, approvato, tutto ciò? Se ci si farà male alla prima cala, a chi andrà indirizzata la richiesta di risarcimento? Alla Capitaneria? Al Sindaco? Al WWF? A Carlo? Spero che possiate aiutare me e i tanti molfettesi che come me si stupiscono di tutto ciò, a capire meglio. Buon lavoro! Claudio Rossi Come risolvere i problemi del traffico in città Caro Direttore, come sai, mi piace frequentare il sito web del Tuo “Quindici” per gustare la selezione, mai banale, delle news. Nei giorni scorsi si è dato spazio anche all'iniziativa di “Rinnovamento per Molfetta” che intende promuovere “una petizione popolare contro il traffico in città”. L'iniziativa e lo strumento scelto per sostenerla, formalmente coerenti con la denominazione del movimento politico, sembrano denotare sensibilità verso i bisogni della Città e le esigenze degli abitanti, sicchè è augurabile che anche i rimanenti “democratici” sappiano dimostrare uguale sensibilità al problema del benessere e della qualità della vita individuale dei cittadini. Sempre più le città introducono provvedimenti restrittivi della mobilità veicolare, per obblighi di legge, per volontà dimostrative (domeniche ecologiche), per emergenza smog (Piano antismog in caso di inquinamento acuto; Blocco dei mezzi di trasporto sul territorio comunale in alcuni orari in inverno). Anche Molfetta potrebbe, (se volesse), proporre e attuare strumenti di blocco del traffico automobilistico, pure se ciò crea disagi e malcontento a coloro che utilizzano l'auto privata per raggiungere il posto di lavoro o che fanno compere veloci. Sono però spesso gli stessi cittadini, quasi l'altra faccia di un giano bifronte, che subiscono e dichiarano il malessere di una città poco a misura dei bambini e di una mobilità lenta. Forse mossi dal sospetto che anche Molfetta è una città dove aumentano, di giorno in giorno, le patologie respiratorie dovute all'inquinamento. Allarmati, credo, dalla consapevolezza che situazioni di disordine, inquinamento atmosferico e insalubrità sono particolarmente rilevanti, oltrechè nei luoghi di ritrovo serale, soprattutto nei pressi delle scuole negli orari di ingresso e uscita degli allievi. I bambini, è superfluo sottolineare, sono i soggetti deboli nei confronti della mobilità autonoma e della sicurezza stradale e sono i più esposti ai danni da inquinamento, perché respirano ad altezza più vicina al suolo, dove maggiore è la presenza di sostanze inquinanti provenienti dagli scarichi delle auto. E' augurabile, perciò, che i nostri Amministratori sappiano presto individuare, promuovere e sperimentare forme di mobilità urbana sostenibile, mediante progetti atti a ridurre la quantità di auto e traffico veicolare in città. Ad esempio individuare e sperimentare, con operatori e lavoratori in centro storico, azioni integrate per ridurre il carico veicolare; disincentivare l'uso dell'auto privata; incentivare l'uso della bicicletta e creare le condizioni perché sia un vantaggio muoversi a piedi o in bicicletta; favorire la mobilità autonoma e sicura e la consapevolezza della città da parte dei bambini; inserire iniziative di formazione su mobilità sostenibile e tempi di vita, nei Piani dell'Offerta Formativa (POF) delle Scuole; ecc. Ti saluto affettuosamente Renzo Mongelli Cremona
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