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Lettera aperta alla Città. Le ragioni di una scelta scomoda ma inevitabile
15 novembre 2021

Il presidente del consiglio comunale di Molfetta Nicola Piergiovanni e il consigliere comunale Giovanni Facchini espulsi dal Pd perché non hanno voluto dimettersi dalla maggioranza che sostiene il sindaco Tommaso Minervini, che il Pd ha abbandonato facendo dimettere anche il proprio assessore Gabriella Azzollini, hanno deciso di scrivere una lettera aperta alla città per spiegare le ragioni del loro comportamento. Ecco la lettera: «Le scelte illegittime, sotto il punto di vista procedurale, assunte dal Pd locale nei giorni scorsi, nei nostri confronti oltre a creare un pericoloso precedente, giacché strappano, sfregiano, sviliscono lo Statuto del partito, sono il risultato di un malessere che serpeggia da tempo nel Pd locale e di una gestione commissariale che non ha saputo gestire una situazione complicata abdicando alla volontà di chi non vive la realtà locale, conta su uno sparuto numero di consensi ma, con arroganza, scombina le carte giocando su tavoli diversi a seconda delle proprie esigenze puntando ad una nuova giovinezza. Noi, tra le figure più rappresentative del Pd a Molfetta, fautori di un brillante risultato alle ultime regionali, non ci stiamo allo stillicidio a cui qualcuno (in realtà un numero infimo di iscritti rispetto alla totalità) ha voluto esporci decidendo, in maniera unilaterale e in tempi da guinness, la nostra cancellazione. La nostra correttezza e coerenza nei confronti degli elettori viene prima di tutto e sopra ogni cosa. Alle ultime amministrative gli elettori hanno premiato e condiviso le scelte del Pd, rivelatesi vincenti, che aveva aderito ad un progetto politico ben preciso. E noi, lo ribadiamo, siamo coerenti e corretti, nei confronti della città che, è bene che si sappia, se gli egoismi personali avessero preso il sopravvento sul bene pubblico, avrebbe perso, in un momento in cui si decidono le priorità del PNRR, che andranno a ridisegnare il futuro del territorio, i suoi consiglieri metropolitani. E quindi, firmare la mozione di sfiducia a questo Sindaco, non avrebbe comportato solo lo scioglimento del Consiglio comunale con l’arrivo di un commissario, un burocrate dedito all’ordinaria amministrazione con risultati che, nel recente passato hanno regalato alla città aumenti e costi inutili, ma anche l’isolamento all’interno dell’area metropolitana. Noi puntiamo a portare a termine questa esperienza amministrativa nel rispetto del mandato che ci è stato conferito dagli elettori. Sarà la Città, e non altri, a dirci se la nostra scelta è stata giusta». Nicola Piergiovanni Giovanni Facchini

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