Legambiente: il comparto 18 sfregio urbanistico a Molfetta
MOLFETTA - Un comparto congestionato, carente di servizi e di aree verdi, cioè l’ennesimo sfregio urbanistico a Molfetta. Legambiente, in collaborazione con il Lup (Laboratorio di urbanistica partecipata), presenta le sue osservazioni all’Amministrazione Comunale, che ha appena avviato le consultazioni per la procedura di assoggettabilità del piano del comparto 18 alla Vas (Valutazione ambientale strategica). In sostanza, si tratta di capire se è giusto o no sottoporre questo piano a una procedura di verifica della sua compatibilità ambientale. Capire, cioè, se è giusto o no calcolarne l’impatto sull’ambiente.
«Non è una questione di lana caprina – dichiara il circolo Legambiente di Molfetta – né un inutile passaggio di ‘carte bollate’: la Vas serve a valutare, prima che sia troppo tardi, se ci saranno danni”.
Ovviamente, in termini più generali, sarebbe anche opportuno riflettere su un altro punto: è giusto subordinare la qualità della pianificazione urbana alle esigenze edificatorie del comparto, basate peraltro su modalità di calcolo non sempre condivisibili? Questo modo di fare va forse nella direzione dell’interesse della città?
Ma perché, secondo Legambiente, la Vas è necessaria nel caso del comparto 18? Il comparto interessa un’area estesa e contorta, che corre più o meno parallela all’asse ferroviario, al di qua dei binari. Per intenderci, dalla zona adiacente alla stazione fino a Lama Martina. Strutturato a macchia di leopardo, il comparto serve a restituire una funzionalità a suoli che sono perlopiù occupati da opifici in stato di abbandono: negli anni la politica ha scelto, anche in questo caso, la vocazione edificatoria. Naturalmente, la scelta era tutt’altro che ‘obbligata’. Palazzi, case, appartamenti. In una città che, per inciso, sempre più si svuota di persone. Ma c’è di più. Molti quartieri a Molfetta patiscono un’endemica carenza di servizi e di spazi riservati ad attività collettive: parcheggi, parchi, scuole, asili nido, attrezzature sanitarie.
La progettazione del comparto 18 avrebbe dovuto compensare questi deficit rendendo anche più agevole la viabilità. Invece, che cos’è accaduto? Che, nel piano di comparto, le aree destinate a servizi sono risicate e difficilmente accessibili. E, questo, in un contesto reso ancora più critico dalla presenza della ferrovia e del cavalcavia di Levante.
Piuttosto che bilanciare la carenza di servizi nei quartieri esistenti e ridurre i problemi del traffico, il comparto 18, una volta edificato, renderà molto più difficile la vita di automobilisti e pedoni. Ancora molti palazzi, ancora poche e anguste le aree a servizio della vivibilità a Molfetta. Il tutto, in assenza di un piano dei servizi della città. Probabilmente, a queste condizioni, persino il valore degli immobili perderà quota: esiste una stretta connessione, infatti, tra valore economico, efficienza e bellezza.
Il comparto 18, però, non sarà soltanto un comparto ‘congestionato’. Tanti metri cubi si eleveranno, è vero, anche nelle aree più improbabili (come, ad esempio, in un fazzoletto a ridosso dei pilastri del cavalcavia, dove sono previsti ben tre palazzi; e, questo, nonostante sussista il divieto di costruire nelle immediate vicinanze di strade di grande traffico).
Ci sono, poi, altre aggravanti. Tra queste, l’indice di pericolosità idraulica, tenuto conto della prossimità di aree inondabili e, in particolare, di Lama Martina che non è del tutto tutelata da questo piano. Un fabbricato di cinque piani, oltre due interrati, sarà costruito proprio sul ciglio di scarpata della lama. Tanti buoni motivi, insomma, per chiedere che si faccia chiarezza.
A questo dovrebbe servire la Vas. Almeno a non piangere, poi, sul latte versato».