MOLFETTA - «In questi anni a Molfetta la cultura è stata sostanzialmente appaltata ad una fondazione privata che non ha saputo far altro se non organizzare grandi eventi a pagamento per i comuni cittadini, con prezzi esorbitanti e certamente non accessibili a tutti. Tutto questo ha mortificato le tantissime realtà locali che, nonostante tutto, in questi anni hanno saputo resistere e costruire sul territorio, dal basso, una sorta di resistenza culturale al modello imposto dal centrodestra che ha puntato a desertificare le eccellenze creative del nostro territorio. Nei prossimi anni anche su questo occorrerà radicalmente invertire la rotta, valorizzando gli attori e i protagonisti del variegato mondo della creatività locale per coinvolgerli attivamente nella programmazione e nella realizzazione di politiche culturali più adeguate alla nostra città. Chi pensa di riproporre anche nei prossimi anni lo stesso spartito, con grandi eventi per pochi “eletti” e tutti gli altri fuori dai cancelli, o magari fuori dalla nostra città per passare una serata diversa, evidentemente non ha capito che la cultura è un bene collettivo che non può rimanere prerogativa di pochi benestanti o dei soliti amici dei potenti».
Con queste parole Paola Natalicchio (foto), candidato sindaco del centrosinistra a Molfetta, tratteggia le sue linee programmatiche in materia di politiche culturali.
«Non bisogna dimenticare, tra l’altro, che il Comune di Molfetta, in questi anni, ha elargito cospicui finanziamenti pubblici per l’organizzazione di spettacoli ad appannaggio di pochi privilegiati. Per la sola stagione estiva del 2012, infatti, l’amministrazione comunale ha versato ben 230.000 euro nelle casse di soggetti privati per spettacoli in larghissima parte a pagamento e, pertanto, accessibili ai pochissimi che si sono potuti permettere biglietti fino a 130 euro. Per tutti gli altri, per tutti coloro che non avevano questa disponibilità o non avevano nessun amico potente (di qualunque colore politico fosse) che potesse regalare un biglietto gratis, in questi anni c’è stato il deserto. Noi crediamo, invece, che Molfetta debba tornare ad avere nei prossimi anni, finalmente, un assessorato alla cultura che possa essere la cabina di regia per il rilancio di politiche culturali integrate e partecipate in città, grazie anche ad un Forum della cultura che affiancherà il Comune nella programmazione di tutte le attività e che sarà composto dalle associazioni e dai movimenti che agiscono in questo settore. Il Forum avrà una funzione consultiva e garantirà il coinvolgimento sistematico di tutti i soggetti che operano da anni in ambito culturale e che finalmente torneranno ad essere protagonisti di una programmazione di eventi e festival capaci di valorizzare i talenti e le eccellenze locali, e di puntare su iniziative di grande valore artistico e culturale, gratuite e liberamente fruibili dal pubblico, diffuse in tutta la città, periferie comprese. Perché la cultura è un bene comune, e deve tornare ad essere un patrimonio collettivo. Non un privilegio per pochi».