“Le donne della Dichiarazione universale dei diritti umani”, presentazione del libro di Enrica Simonetti, inziativa editoriale sostenuta dal Distretto Rotary 2120 (Puglia e Basilicata)
BARI - “Le donne della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani” è il titolo del libro nato da un’idea di Vincenzo Sassanelli e Maria Gabriella Caruso come Service per il Rotary Distretto 2120 di Puglia e Basilicata e scritto dalla giornalista e scrittrice barese Enrica Simonetti. Un progetto editoriale dedicato prevalentemente alle scuole che ha trovato in Manni Editore un grande consenso per la pubblicazione.
Il testo sarà quindi presentato per la prima volta proprio in occasione della ricorrenza dell’8 marzo, alle 11.30 alla Libreria Laterza (via Dante, 49/53 – Bari). Dialogherà con l’autrice Alessandro Lucibello, del direttivo di Amnesty International Italia mentre le conclusioni saranno affidate a Vincenzo Sassanelli, Governatore del distretto 2120 Rotary International.
Si tratta di un’azione concreta che il Rotary 2120 Puglia e Basilicata ha voluto portare avanti a sostegno del tema dell’empowering femminile su cui tanto sta lavorando, a tutti i livelli, nella convinzione che investire nel futuro di tutte le donne possa portare a infinite possibilità di speranza e crescita nel mondo di domani.
A prima vista le otto donne protagoniste del libro non si somigliano per nulla. Di loro si ricorsa solo Eleanor Roosvelt perché moglie di uno dei presidenti americani più famosi. Di Hansa Jivraj Mehta e Lakshmi Menon dall’India, Minerva Bernardino dalla Repubblica Dominicana, Begum Shaista Ikramullah dal Pakistan, Bodil Begtrup dalla Danimarca, Marie-Hélène Lefaucheux dalla Francia, Evdokia Uralova dalla Bielorussia, invece, non si sa quasi nulla. Eppure, nate nei luoghi più diversi del mondo, lontani tra loro, in contesti umani del tutto differenti e con estrazioni sociali diverse, queste otto donne hanno fatto la storia. E sono nella storia. Nel 1948 erano infatti tutte lì, attorno al documento che ha cambiato la storia dell’umanità, ancora oggi richiamato continuamente all’attenzione.
Sono trenta articoli, con una forte impronta data da queste figure eccezionali di donne, articoli che è importante conoscere, di cui è fondamentale ricordare la storia, e non dare per scontati in nessuna parte del pianeta.
Enrica Simonetti racconta l’esistenza, anche avventurosa, di queste donne, e il contributo che portarono alla Dichiarazione, ognuna secondo la propria specificità: l’attenzione all’ambito del lavoro, alle questioni di genere, all’infanzia, alle fasce più povere, ai diritti della donna nel matrimonio, ai temi del linguaggio sessista.
Ogni capitolo corrisponde a una biografia unica, per nulla romanzata, anche se potrebbe sembrare. Una sequenza di “film” che si sussegue portando alla luce le storie e le vite di queste straordinarie figure che insegnano, una dopo l’altra, come la tenacia, la determinazione, la cultura e la conoscenza siano i poteri più forti che si possano possedere. Come del resto hanno fatto loro stesse, uniche otto donne tra i 53 rappresentanti dei Paesi del Mondo che si sono battute e hanno ottenuto di cambiare alcuni passaggi della Dichiarazione usando un linguaggio inclusivo, che riconoscesse l’essere umano in quanto tale, senza alcuna distinzione di genere o altro. Donne che hanno saputo porre al centro dell’attenzione le diverse sensibilità che uomini e donne hanno sottolineando la necessità di integrazione per acquisire al patrimonio comune quelle differenze che ci rendono migliori.
“A 75 anni da quel 10 dicembre 1948, data della firma della Dichiarazione, abbiamo voluto sostenere questa iniziativa editoriale puntando al rafforzamento del ruolo sociale di ciascuna donna, nel mondo - spiegano Maria Gabriella e Vincenzo Sassanelli (Governatore 2023-24 del Distretto 2120 del Rotary International) -. E lo abbiamo voluto fare proprio partendo da quelle donne che hanno lottato per i diritti di tutti, per lottare tutti per i diritti delle donne. Perché costruire una società di intelligenze e sensibilità integrate, avere responsabilità indifferenti al genere, o nei casi più gravi eliminare forme di schiavitù, asservimento e sottomissione è oggi “vitale per mantenere la pace internazionale, l’ordine e il progresso umano”.