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Le dimissioni di Berlusconi e il clima nel Paese
19 novembre 2011

Una settimana fa, sabato 12 novembre, il premier Silvio Berlusconi dopo l’approvazione da parte delle Camere del rendiconto economico/finanziario, così come aveva promesso, ha rassegnato nelle mani del Presidente della Repubblica le proprie dimissioni: facendo “cadere” il governo che aveva formato nel maggio del 2008, avendo vinto le elezioni con un quasi plebiscito. Elezioni che furono indette dopo la “caduta” prematura in Parlamento del Governo di centro-sinistra formato da Romano Prodi.
 
Già, nei giorni precedenti, si era diffusa la notizia dell’intenzione di Berlusconi di dimettersi subito dopo l’approvazione dello strumento legislativo, fortemente richiesto dalle circostanze in cui versa la Nazione, ma anche dalle… richieste dell’Europa e di alcuni Organismi internazionali.
Sappiamo che ormai – ma ricordiamolo - nella fase di Mercato globale che domina le principali economie del Pianeta, c’è un collegamento, con una sorta di fil rouge,  nei destini delle Economie dei principali Paesi. In sostanza, se va male un Paese, si crea quasi un “effetto domino” che squilibra fortemente TUTTO il sistema e ne mette a serio repentaglio l’economia e le crescita economica, non risparmiando NESSUNO!
A questo si va ad aggiungere il fatto che, grazie all’assetto dell’«economia globale», le incertezze economico/finanziarie di una Nazione, scatenano gli appetiti ingordi dei grandi speculatori internazionali che, alla stregua dei divoratori di carogne si avventano con spericolate alchimie finanziarie sui “deboli” compromettendone, a livello di Nazione, i fondamentali di economia e finanza.
L’Italia, e non solo, è fortemente sotto stress già di suo, a causa dell’elevato debito pubblico, e della sua fragile economia, non sostenuta da misure governative adeguate alla circostanza; debito pubblico che ammonta ad oltre 1.800 miliardi di europensate, in Lire, è una cifra pari a tre milioni e mezzo di miliardi (35 seguito da quattordici zeri) – cioè 1,2 volte quanta ricchezza si produce in un anno!. Gli investitori nazionali ed internazionali (i suddetti divoratori di carogne, fortunatamente non tutti) pagano – a volte in modo virtuale – per acquistare titoli del Tesoro e da essi trarne profitti.
Questa nostra situazione debitoria incide pesantissimamente sul livello di pregio con cui vengono valutati i nostri titoli di Stato sui Mercati internazionali. Ricordiamo che i due terzi del debito complessivo, cioè circa 1.200 miliardi di euro è posseduto dagli investitori stranieri i quali, alla scadenza poliennale dei Titoli (CCT, BTP, ecc.), dopo aver incassato le cedole annuali relative, per essere indotti a riacquistare questi titoli e quindi rifinanziare il Debito nazionale – quello che in gergo viene definito Debito sovrano – esigono rendimenti all’altezza del rischio Paese. Il nostro, nella situazione debitoria ed istituzionale ad alto rischio in cui versa, deve quindi rendere appetibili tali Titoli, offrendoli al Mercato con un tasso di interesse più alto di corrispondenti Titoli emessi da Paesi con debito più basso ed economia più forte (ad esempio la Germania che vende i suoi titoli con un tasso di rendimento decisamente inferiore a quello Italiano, dando, la sua Economia, più affidabilità ai Mercati). L’aumento dell’interesse dei nostri Titoli venduti sui Mercati, alimenta così ancora di più il nostro Debito sovrano. Questo, in parole povere, è il famigerato spread (la differenza di rendimento dei titoli italiani rispetto a quelli tedeschi) , che tanto angustia i nostri Governanti e che condiziona pesantemente la nostra economia!
 
Questo speriamo esauriente,anche nella sua sintesi, preambolo sulle situazioni che hanno portato alle dimissioni del Governo in carica, serve a “introdurre” la riflessione su un certo evento.
 
Nella serata di sabato 12 scorso, quando il Premier dimissionario si è recato al Quirinale a formalizzare le sue dimissioni, è stato accolto da un certo numero di Cittadini che si erano raggruppati per “manifestare” contro Berlusconi; per la verità, analoghe manifestazioni si erano svolte anche davanti a Palazzo Chigi, sempre all’indirizzo del Governo in generale e del Premier in particolare; e davanti a Montecitorio, per tutta la giornata. La gente assembrata, ha manifestato pacificamente, usando anche parole “forti”, contro il Governo; i cartelli esibiti dai manifestanti erano fortemente dileggianti; le Forze dell’ordine hanno mantenuto entro limiti di relativa …civiltà tutta le manifestazioni autoconvocate tramite il solito tam-tam di Internet.
Da più parti e se per questo, anche da parte nostra, si è storto il naso per tali manifestazioni, ritenendole inopportune, anche se più che giustificate dagli eventi che hanno portato l’Italia nella situazione in cui si trova (eventi che, per onestà intellettuale, non sono da ascrivere solo al Governo attuale, ma sono retaggio storico), dopo le promessedel Cavaliere, il famoso Contratto con gli Italiani, e tutte le esternazioni del Premier e dei suoi corifei, sulla negazione di ogni nostro (italiano) coinvolgimento nella crisi globale, anche in presenza certificata, di situazioni economiche fragilissime e sempre negate o sottaciute.
Del tutto ovvia è stata anche la reazione della …controparte (il Centro Destra), che si è sentita offesa ed oltraggiata dalla veemenza delle manifestazioni: sono stati evocati, forse a sproposito, spettri del passato (Piazzale Loreto, con il linciaggio di Mussolini, ecc.).
 
Reazioni ovvie ma, a nostro parere, non giustificate. Perché?
 
Speriamo che nessuno abbia dimenticato la reazione dell’allora Opposizione (di Centro Destra), nel 2008 nella Assise parlamentare, al momento della caduta dell’allora Governo Prodi! Abbiamo visto scene che davvero non avremmo mai voluto vedere, certo non nella solennità dell’Aula parlamentare; non da parte di così detti Onorevoli Parlamentari! Anche se oggi, con tardiva resipiscenza, uno dei promotori delle squallide ed insensate manifestazioni di giubilo (Deputati che divorano mortadella a piene ganasce, spumante stappato, ecc.), considera esagerate ed inappropriate quelle manifestazioni, questo nulla toglie al vulnus portato all’Istituzione parlamentare, dal comportamento scellerato di …Onorevoli!.
 
Allora, alla luce di quanto sopra detto, ci sentiamo di condannare sempre e comunque le manifestazioni sopra le righe, poste in atto da persone più o meno… giustificate, e vorremmo che coloro i quali si sono scandalizzati di quanto accaduto sabato sera, riflettessero che dopo tutto, senza voler dare giustificazioni inappropriate, chi la fa, l’aspetti!
 
P.S.: C’è da rimarcare che recentemente il premier dimissionario ha lanciato messaggi piuttosto “miti”, esortando le Parti a mettere da parte la conflittualità permanente, in favore di una nuova stagione di obiettivi comuni (pur nella loro diversità) da perseguire per il bene di tutti. E’ una novità notevole, soprattutto se l’esortazione verrà condivisa da TUTTI e sperando che non si riveli una ennesima boutade per prendere tempo.
Il futuro immediato ce lo dirà.
 
© Riproduzione riservata
 
Autore: Tommaso Gaudio
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