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Lama Scotella e Lama Capezza
15 giugno 2022

LAMA SCOTELLA Possiamo ritenere la Strada Provinciale Molfetta - Terlizzi lo spartiac- que delle lame di Molfetta; diverse lame per acclività naturale si spo- stano a ovest della città. E’ il caso di Lama Sedelle, di Lama Scotella e di Lama Capezza che, per l’ampliamento urbanistico della città, sono semplicemente scomparse. Tratteremo di queste ultime due lame. Lama Scotella, compare come toponimo rurale nell’Apprezzo del territorio comunale di Molfetta redatto nel 1751, nei Ca- tasti Terreni di Molfetta del 1825 e 1930, e negli atti notarili dello stesso periodo. La suddetta lama venne anche detta “Lama Schitella”. La massiccia urbanizzazione ha cancella- to la visione di quello che era una volta il territorio rurale; infatti, seguendo il trac- ciato stradale su alcune carte topografiche, possiamo cogliere il percorso della lama che ha origine, all’incirca, dall’incrocio della Strada Provinciale per Terlizzi con Via Molfettesi D’Argentina; siamo a quo- ta 41,5 m. Imboccando la strada Via del Gesù, subito si nota l’acclività della lama. Essa scende verso nord-ovest di traverso all’ortogonalità degli edifici circostanti fino all’incrocio con Via Papa Montini; siamo a quota 33,5 m. Dopo aver percorso circa 400 m, scende per via L. Einaudi e, attraverso l’ex passaggio a livello Sedelle conosciuto anche come Tombino, si congiunge su Corso Fornari con la Lama Ca- pezza, che descriveremo in seguito. In questa ricerca ci si è avvalsi anche di una pianta del 1778 di un fondo rustico, allora di proprietà dell’abbazia di Banzi, ricadente nella contrada Lama Scotella e rintracciato sulla cartografia catastale di Molfetta del 1930 al Foglio 17, particelle 99 e 100 e, a loro volta divise nelle nuove particelle 295, 312, 316 e 350. Il fondo in parola era situato a destra della Via del Gesù a circa metà percorso. LAMA CAPEZZA Nell’Apprezzo di Molfetta del 1751, si riscontra la posta fondiaria Paradiso o Tor- re Capezza. Mentre la contrada Lama Capezza seu Schivavecchia con diverse poste fondiarie si riscontra nel Catasto Murattiano di Molfetta del 1825. Descrivere e tracciare il corso di questa lama è un pò problematico in quanto manca qualsiasi descrizione fisica o rilievo cartografico; solo un disegno data- to al 1920 fa riferimento ad un dislivello esistente tra il piazzale della Stazione fer- roviaria e la sede stradale della strada per Terlizzi. Nel 1920 una moltitudine di disoccupati arbitrariamente aprì Via L. Set- tembrini e fu abbattuta la volta di una profonda cisterna di forma circolare per la raccolta dell’acqua piovana, profonda circa 17 m e con un diametro di circa 7 m. Gli abitanti dei fabbricati vicini reclama- rono per il pericolo e solo nel 1924 la cisterna fu colmata. Una gentile signora ottuagenaria, già abitante in Via Settem- brini, mi ha raccontato che suo padre gli ricordava spesso l’esistenza di questa cisterna; la cisterna era più o meno tra i n. civici 27 e 35. Nel 1814 fu approvata la variante più breve della strada Molfetta-Terlizzi, che collegava Piazza Cappuccini con l’incrocio della strada rurale Paradiso (Via R. Cormio) ed era all’incirca dove oggi è la rotonda di Via Terlizzi con Via Mons. Salvucci – Via Berlinguer. Questa strada era attraversata da una lama tra i n. civici 57 e 63c di Via Terlizzi (oggi Via E. Germano) chiamata Lama Capezza, Per superare l’ampia lama fu previsto un rilevato lungo 90 m e al centro un ponte a 3 archi a tutto sesto, con la corda di 2,11 m, poggianti sui piedi dritti di 0,74 m; sotto gli archi fu costruito un basolato; furono applicati ai lati 72 scansa ruote e 25 canali di scolo laterali. Il rilevato fu demolito con la costruzione del sot- tovia nel 1932. Su alcune foto d’epoca si nota l’anti- co corso della lama sul suolo dove, in seguito, verrà completato nel 1946 l’Istituto Apicella su Corso Fornari; l’avvallamento della lama fu utilizzato poi per ricavare gli scantinati dell’istituto dove stavano i laboratori di ceramica, calzoleria e tipografia. Sempre in dolce pendio e ampia larghezza la lama scendeva lungo il lato a monte del futuro Corso Fornari. L’apertura di questa importante estramurale cittadina serviva a decongestionare il traffico urbano. L’apertura di Corso Fornari era previsto nel Piano Regolatore del 1903 per realiz- zarlo furono fatte diverse espropriazioni di suolo, tra cui un fondo con una casa co- lonica di diverse stanze conosciuta come la Torre di Stanislao Vista a Lama Capezza o Torre di Lama Capezza. Nel 1857 il Vista vendette a Angelina Cappelluti questa proprietà. Il Comune di Molfetta nel 1913 a causa che la casa colonica era peri- colante e che si trovava sull’asse della stra- da di Corso Fornari la espropriò. La casa colonica era all’incirca tra Via Pellegrini Matteucci e Daniele Manin. Lama Capezza si congiungeva con Lama Scotella e in un’unica lama si congiunge- va con Lama Sedelle che scendeva più verso ponente. © Riproduzione riservata

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