Lama Cupa raccontata agli anziani della Gea dal Wwf di Molfetta
MOLFETTA - L'amore per la natura e la volontà di conoscere aspetti storico-culturali del nostro territorio non conosce età. La scorsa settimana, presso il centro polivalente per anziani GEA, alla presenza di circa ottanta utenti del centro, si è tenuta una conversazione sul tema “La Lama Cupa di Molfetta”.
I relatori, Rocco Chiapperini e Pasquale Salvemini del Wwf Molfetta, hanno catturato l'interesse degli anziani ripercorrendo la storia del sito, che sfocia in località Prima Cala, avvalendosi della proiezione di immagini d'epoca.
Numerose le curiosità emerse, ad esempio non tutti sanno che l'area in cui sorge il campo sportivo cittadino ospitava una vetreria.
Ampio spazio è stato riservato agli aspetti naturalistici ed alle problematiche idrogeologiche ad essi collegati come le alluvioni che si sono verificate negli ultimi cinquant'anni (compresa quella verificatasi nel 1997).
A questo proposito notevole è stata l'interazione con il vivacissimo pubblico, poiché molti dei presenti hanno vissuto quei momenti, a partire dall'alluvione del 1951, ed hanno voluto portare la propria testimonianza, ricordando le cosiddette “mène”.
Altro momento di forte coinvolgimento è stata la proiezione delle immagini dell'escursione che, il 16 giugno scorso, circa quaranta utenti del centro GEA hanno effettuato nella Lama Cupa percorrendo un breve tratto, a partire dalla foce, con la guida del professor Chiapperini.
Non poteva mancare un'analisi della situazione attuale da parte di Pasquale Salvemini, che ha posto in evidenza le modifiche apportate al territorio attraverso le lottizzazioni, a partire dal muro in cemento che circonda l'istituto professionale per il commercio “Don Tonino Bello”, proseguendo con l'immobile costruito all'altezza dell'ex passaggio a livello Samarelle (anch'esso allagatosi nel 1997) fino all'attuale lottizzazione per le nuove unità abitative a ridosso della lama.
Ma non è l'unico sito ad aver subito degli interventi distruttivi: Lama Marcinase, ad esempio, tra Ruvo e Molfetta (area industriale), è stata completamente occlusa, come ha denunciato “Quindici” in una sua inchiesta.
“Nonostante i disastri ai quali spesso assistiamo – ha concluso Pasquale Salvemini – si continuano a perpetrare scempi”.