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La violenza di Grillo o la violenza dello streaming?
23 febbraio 2014

Dal 1994 al 2011 la nostra Italia è stata prevalentemente governata da Governi a guida Berlusconi: un Imprenditore di successo che nel 1994 ha deciso di “scendere in campo” per cambiare l’Italia!

Sappiamo e vediamo tutti come è andata. Non è necessario rievocare qui i teoremi, le “certezze” che, ad ogni formazione di una nuova Compagine governativa, guidata dal (ex) Cavaliere, il medesimo ci rappresentava. Ci rappresentava solamente, però; non realizzava mai quanto iperbolicamente prometteva in Campagna elettorale. La responsabilità di questo non-fallimento (alcuni provvedimenti funzionali, quasi sempre, ai propri interessi personali patrimoniali, sono stati tuttavia realizzati) o  se preferite non-successo era, ed è sempre di …”chi non lo lascia lavorare, come vorrebbe”. I Comunisti, la Magistratura, i Presidenti della Repubblica che si sono susseguiti nell’alta carica in tutti questi anni, la Stampa (certa Stampa, ovviamente). Un suo mantra, che spesso continua a sciorinare durante le adunate del suo “popolo”,  è quello  di chiedere un consenso elettorale del 51% (e, magari, anche di più): cosa che gli permetterebbe di governare da solo (il suo Partito personale) ed imporre le sue scelte, a prescindere da quello che un’altra Maggioranza (ideologica che, per i più diverse motivi, si sia potuta coagulare) di Cittadini percepisca come cosa da fare, primariamente.

I Cittadini italiani non gli credono più! La maggioranza, almeno. Non che gli altri Governi, che si sono succeduti in questi circa venti anni, fra un Gabinetto Berlusconi ed il successivo, abbiano …stravolto in meglio la situazione. Al disagio, allo smarrimento del Cittadino, per buona misura, c’è da aggiungere lo stress sociale, economico; il lavoro che non c’è; la disoccupazione giovanile che dilaga e non sembra essere ancora nato l’uomo in grado almeno di invertire la tendenza; la corruzione pubblica e privata dilaga anch’essa; i valori si stanno degradando. I Cittadini guardano sempre con maggiore diffidenza alla Politica (l’arte nobile della ricerca del consenso per gestire i problemi e risolverli, per il bene comune) che sembra essere diventato un concetto astruso. I dati di affluenza alle urne rilevati nelle ultime consultazioni sono preoccupanti: alle elezioni regionali in Sardegna di pochi giorni fa l’affluenza è stata addirittura di un elettore ogni due eventi diritto!

Un Governo è stato sfiduciato dal Partito suo maggior sponsor. La scelta legittima del Presidente della Repubblica è stata quella di affidare al neo-leader del maggior Partito, il compito di trovare e formare un’altra Maggioranza. Questi propone e discute, di formare un Esecutivo, con chi ci sta (è una brutale semplificazione lessicale ma, …ci sta tutta) con un Programma definito basato sulla realizzazione in tempi brevissimi di alcune riforme istituzionali per far uscire il Paese dal circuito perverso di recessione, crisi produttiva e stasi economica, rilanciando iniziative per assorbire (incominciare ad …) la grave disoccupazione che penalizza anche la ricchezza pubblica, ormai da tempo compromessa. Sembra la solita, vuota retorica, ma è quello che ci vuole ed è URGENTE! Il Premier incaricato Matteo Renzi, nel suo stile diretto, schoccante – forse è quello che ci vuole adesso per dare una scossa al Paese sfiduciato - ha subito iniziato le consultazioni di rito, con gli altri Partiti, per formarsi un’idea della possibile compagine ministeriale, per il raggiungimento degli obiettivi.

Il Movimento Cinque Stelle, per voce del suo leader, ha subito rifiutato la partecipazione alla consultazione. Il blog dei simpatizzanti, l’unica autorità che il sig. Grillo e, forse anche il sig. Casaleggio – teorico del Movimento – sembrano riconoscere, invece ha dato indicazioni propendenti per la partecipazione della Delegazione M5S alla consultazione. Grillo, ob torto collo, ha dovuto cedere, ma ha chiesto, come è usanza ormai da tempo, la diffusione streaming del dibattito consultivo.

Sinceramente, anche non condividendo totalmente questa procedura, me ne sono compiaciuto: intravvedevo la possibilità di “toccare con mano” e vedere quanto accade nelle segrete stanze delle consultazioni per la formazione di un Esecutivo (non credo di poter essere tacciato di voyeurismo).

Lo spettacolo che si è consumato in diretta televisiva è stato avvilente! Forse più avvilente, oltraggioso di quello consumatosi con il signor Bersani – altro premier incaricato, l’anno scorso, che ha subito il medesimo trattamento umiliante. Il signor Grillo, al centro della sua Delegazione, con due Parlamentari al fianco, ha stracciato ogni forma di rispetto ed etichetta istituzionale, con un monologo, forse non volgare, ma non meno violento, ed auto-referenziale. La veemenza oratoria di Grillo è nota a quanti lo seguivano nei suoi spettacoli televisivi, nei quali sfoderava tutto il suo talento di comico, per presentare fatti di vita quotidiana in maniera farsesca, tale che anche la situazione più drammatiche strappavano un sorriso di alleggerimento. Quello che invece abbiamo visto nella ripresa streaming dell’incontro (un termine più efficace, per definire quanto accaduto, potrebbe essere benissimo scontro monologante), suscita sgomento: Un signore anziano, probabilmente con problemi di salivazione, che si rivolgeva ai suoi interlocutori schizzando le parole, impedendo un contradditorio dovuto, tacitando tutti ed esprimendo solo il proprio pensiero, durante un colloquio. Dichiarando a più riprese di essere, da “uomo in possesso della verità assoluta”, non democratico, quando l’Interlocutore chiedeva la parola. Mostrando un disprezzo per i modi urbani e civili normalmente in uso fra Gente civile, che forse ha stupito perfino i componenti della sua delegazione.

Ha fornito, se ce ne fosse stato bisogno, forse il vero volto suo, della sua filosofia politica e del suo Movimento: la distruzione, la soppressione, speriamo non fisica, di tutto: Uomini, Istituzioni, Partiti (che non siano il suo Movimento) PAESE???.

Il suo momentaneo interlocutore, in altre epoche, parlava di rottamazione: un termine che a me evocava scenari cupi e turpi. Di storia di ieri e che pensavo ormai messa da parte, anche se mai dimenticata. Presentava, però Renzi, un certo progetto di rifondazione della Società,  nell’alveo delle tradizioni civili e democratiche occidentali, europee, salvando quanto di buono nonostante tutto indubbiamente c’è.

Grillo invece? Ha dichiarato chiaramente ed inequivocabilmente, in più occasioni, di non essere democratico! Lo ha ribadito,addirittura con tono di sprezzante violenza, anche durante il farneticante monologo. Si potrà osservare che la sua “non democrazia” (che potrebbe essere anche declinata come dittatura) si riferiva solo alla specifica situazione contingente: quella di impedire al signor Renzi di interloquire.

Allora c’è da farsi qualche domanda:

-       Il famoso blog che ha imposto, per volontà popolare, a Grillo di partecipare alla consultazione, è questo il mandato che gli ha affidato? E se questo fosse stato il mandato, era necessario rilanciare in diretta il profluvio di parole, alcune senza senso, ma soprattutto senza costrutto che abbiamo udito e visto?

-       Ammettendo che la non democrazia dichiarata dal signor Grillo, si riferisse a quella specifica occasione, quale certezza avremmo noi, non simpatizzanti  e comuni Cittadini che, se e quando il M5S dovesse andare a governarci, conserveremmo il diritto di dissenso democratico, sancito solennemente dalla Costituzione, per le Opposizioni alla Maggioranza al governo?

Il Movimento Cinque Stelle professa azioni ritenute giuste e dovute per il risanamento civile della Nazione. Turba non poco constatare le modalità con le quali il Movimento, o meglio i suoi leaders sembrano voler attuare questa seconda rivoluzione bolscevica.

Per circa venti anni abbiamo avuto un Imprenditore che è sceso in campo per salvarci. Il forte timore adesso è che potremmo ritrovarci con un comico non democratico, prestato alla Politica, che ci salverà?

© Riproduzione riservata

Autore: Tommaso Gaudio
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