La Snam ritira i licenziamenti dei marittimi molfettesi
Importante vittoria grazie all’unità dei lavoratori
Bufera superata per i marittimi molfettesi della Snam che rischiavano il licenziamento. A darne notizia è stata la Federazione provinciale di Rifondazione comunista. Dopo un incontro a Roma con i dirigenti dell’Iri al quale hanno partecipato lavoratori e sindacati i dirigenti della Snam hanno accolto le richieste dei lavoratori, revocando i licenziamenti.
La vicenda è nota (“Quindici” è stato il primo giornale a dare la notizia, ripresa da noi anche da testate nazionali - il “Corriere della Sera” -, dandone ampio risalto nel numero di dicembre 2000 e riportando anche la notizia del ritiro dei licenziamenti il giorno stesso sul proprio sito: www.quindici-molfetta.it ): 120 lavoratori marittimi della Snam rischiavano il posto di lavoro, perché la società aveva deciso di smantellare la flotta e nessuno garantiva che i loro diritti sarebbero stati tutelati. I marittimi categoria da sempre difficile da gestire - a causa della mancanza di un coordinamento, che permettesse loro di tessere relazioni, di unirsi per rivendicare ciò che era loro dovuto - si sono scossi per la prima volta. Insieme hanno organizzato una manifestazione a Milano con l’aiuto dei sindacati e della sezione molfettese del partito della Rifondazione Comunista, con presidi a S.Donato alle porte dell’azienda.
E qualcosa si è mosso, sono riusciti a prendere la parola al tavolo della contrattazione, il 12 gennaio presso il ministero dell’industria hanno avuto per la prima volta la possibilità di parlare con un rappresentante dell’Eni, come ci riferisce uno dei lavoratori “finalmente avevamo di fronte qualcuno che sembrava ascoltarci”. La riunione è stata accesa, il confronto tra le parti serrato, non si discuteva dei massimi sistemi di questioni che celate sotto un oscuro politichese sono ben lontane dalle esigenze quotidiane dei lavoratori. I marittimi hanno portato a Roma tutta la loro rabbia, ma alla fine l’accordo è stato raggiunto.
Vi è stato un secondo incontro a Roma, nel corso del quale si è discusso dell’ammontare della liquidazione. I lavoratori che accetteranno la “risoluzione consensuale”, come si legge dal documento firmato da tutte le parti in causa in data 7 febbraio, avranno diritto a 18 mensilità. E tutti i diritti acquisiti avranno valore per la gente ora impiegata sulle navi prossime a essere smantellate.
Al di là delle cifre, una delle cose più importanti è che i lavoratori del mare hanno fatto valere i propri diritti, si sono uniti per un comune intento e di fronte a ciò anche l’arroganza della Snam si è ridimensionata. Basti pensare che inizialmente al tavolo delle trattative erano stati ammessi solo i rappresentanti sindacali.
Donato Centrone