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La sintesi del centro-sinistra di Molfetta
25 aprile 2013

MOLFETTA - Al di là delle responsabilità specifiche, su cui non è qui nostra intenzione soffermarci, le recenti elezioni del Presidente della Repubblica hanno portato in luce le contraddizioni di una coalizione e, in particolare, del PD. Indipendentemente dalle ragioni, di per sé oscure, che hanno spinto il PD a non sostenere Stefano Rodotà, la debolezza d’identità del PD si è rivelata nella maniera più eclatante. L’incapacità di riconoscersi univocamente in una scelta politica così importante, ha fatto emergere l’inconciliabilità di istanze che per troppo tempo sono rimaste latenti. Fino a quando non si è giunti ad uno snodo cruciale, di fronte al quale non c’è stata via di uscita, se non quella di tornare indietro, riesumando Napolitano, salvo perdere, strada facendo, mezza dirigenza e numerosi pezzi del partito.
A Molfetta la situazione è diversa, si dice. C’è una candidata, Paola Natalicchio, che sta entusiasmando la città, con uno spirito nuovo e una ritrovata capacità d’iniziativa.
E’ necessario, però, anche a livello locale, prestare particolare attenzione al momento politico di sintesi, anche in questo caso fondamentale. L’onestà e la genuinità della candidata non possono favorire di per sé il superamento del momento di elaborazione e di mediazione fra le varie anime che compongono la coalizione.
E’ necessario realizzare una sintesi politica in grado di opporsi fermamente alla destra azzolliniana guidata da Ninnì Camporeale, e che sappia resistere solidamente anche nei momenti di scontro. La foga anti-azzolliniana, che spinge a mettere insieme pezzi anche molto distanti del centro-sinistra molfettese (da elementi di matrice movimentista a eredi della tradizione democristiana) rischia di esplodere al primo snodo cruciale, se non mediata e unita attorno ad un progetto condiviso. La presenza di una figura unificante è certamente un ottimo presupposto, ma la sintesi deve avvenire poi sul piano politico, che rischia altrimenti di far saltare l’equilibrio iniziale.
Questo rischio non sembra riguardare le proposte di Bepi Maralfa e di Gianni Porta, che rappresentano due nuclei compatti e ben caratterizzati. Ma il problema si presenterà ugualmente, in maniera forse più forte, al momento dell’eventuale ballottaggio, visti i già falliti tentativi di compattazione preliminari.
E’ necessario, allora, cominciare a spostare l’asse ella discussione dalle questioni di principio, legate alla necessità di scacciare Azzollini e la destra, al piano politico, e in particolare a quelle questioni- dall’urbanistica alla cultura, dal nuovo porto al settore produttivo- che possono costituire degli “snodi cruciali”. Di fronte a queste questioni – che meritano, più che disquisizioni astratte, delle disamine attente delle dinamiche specificamente molfettesi- non basta un leader unificante, ma è necessaria una visione condivisa, che resista agli urti più minacciosi.
 
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Autore: Giacomo Pisani
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Più che la debolezza d'identità, possiamo ben dire la confusione d'identità del Pd e, forse, di tutta la sinistra italiana e locale (non voglio pensare e credere la “morte”): come cellule impazzite e sconosciute, colpite da un corpo estraneo non identificabile. Secondo un mio personale parere, la dott.ssa Natalicchio sta cercando di unificare le forze popolari anche se non propriamente un plebiscito, agendo da leader unificante, tutto il contrario di quella identità scomparsa della sinistra, non solo del Pd. Considerata l'impossibilità della visione condivisa, vien da pensare e credere la “gettata in campo” della candidata, come agnello da sacrificare in nome di quella “condivisione” inesistente, facendola apparire come il nuovo, il cambiamento, quel cambiamento voluto dalla base e dal popolo della sinistra, non dal vertice. Se tutto va male si potrà dire: la colpa è del popolo, degli elettori i quali non hanno capito. Invece a me sembra che il coraggio e la temerarietà della Natalicchio stia compattando l'opinione popolare e pubblica molfettese, i quali per la prima volta dopo molti anni, si riaffacciano alla politica credibile, sana e del cambiamento, così ben presentato ed elaborato dalla candidata sindaco. Sarà la sua semplicità, quel suo essere popolare e popolana a compattare con fiducia l'elettorato, non solo quello di sinistra di sempre. La dottoressa Natalicchio ispira fiducia, trasmette quella sua voglia di nuovo con semplicità di linguaggio dimenticato dai “vecchi leader” dello schieramento cui la Natalicchio fa parte, suo malgrado. Questi risultati iniziali sono già una vittoria morale, per vincere quella che sarà l'ultima “battaglia”, l'ultimo traguardo, ovvero la corsa al Palazzo di Città in qualità di primo cittadino è tutt'altra cosa, una corsa piena di tranelli e trappole che i capi, coloro che hanno “gettato in campo” la valorosa Paola, ben sanno e conoscono. Riuscirà a superare l'ultimo traguardo? Ho fiducia che questo avvenga, così da poter ripartire per effettuare quel cambiamento da tutti sperato, bramato e a lungo sognato, con un leader unificante, con “una leader unificante”, l'anello mancante a questa sinistra arruffona e confusa. La dott.ssa Paola sarà anche capace di convincere tutti che il “cambiamento” non potrà essere un miracolo, una trasformazione dalla sera alla mattina, ma un lungo lavoro di spirito di gruppo e la collaborazione civile di tutti i cittadini. In “Bocca al Lupo” dott.ssa Natalicchio Paola.


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