La Forgia: con l'impresa di rete più forti per aggredire il mercato e internazionalizzare
Il presidente della Ne.Mo parla del nuovo strumento per la meccanica
Quello della progettazione di componenti meccanici di precisione e della loro effettiva realizzazione è un particolare settore della meccanica industriale che si occupa nello specifico della produzione di particolari sciolti per macchinari ad alta tecnologia. Negli ultimi decenni questo reparto ha conosciuto un enorme sviluppo in Italia e a Molfetta, dando vita a realtà industriali e manifatturiere di notevole prestigio, caratterizzate da punte di eccellenza paragonabili alle più grandi multinazionali del settore. Le aziende locali come Comea, Due A, Meccanica Gigotti, MTS, Officine Preziosa, Officine Monopoli, Sitec, Germinario, Omat hanno continuato in questi anni ad investire nel know-how specifico per la progettazione di componenti meccanici, valorizzando e promuovendo sul campo grazie alle loro competenze e alle loro capacità progettuali hanno contribuito ad elevare il livello qualitativo della produzione. Infatti le aziende sopra citate hanno dato vita alla rete denominata Ne.Mo Network della Meccanica Molfettese. Il tutto sta a sancire come annoverato da Michele Murolo, Responsabile Amministrativo e Commerciale della Due A: «un percorso di aggregazione fondamentale in cui non tutti hanno creduto visto che il nostro cammino è partito da circa quaranta aziende disposte a questo fenomeno di aggregazione sino ad arrivare al traguardo in nove». In un periodo in cui la scuola e l’istruzione in generale hanno dovuto arretrare la propria propensione al progresso tecnologico a fronte dei tagli compiuti con le ultime manovre finanziarie, l’ingegneria meccanica ha continuato a Molfetta, nonostante tutto, a sfornare professionalità di altissimo livello che tutto il mondo ci invidia. Questo ha consentito alle industrie del settore di migliorare i propri standard produttivi proprio a partire dalla progettazione di componenti meccanici. Le nuove sfide della globalizzazione, che ha portato alla frammentazione geografica delle filiere e all’affermazione di imprese multinazionali leader della governance delle filiere stesse, e le problematiche collegate all’attuale crisi economica hanno riportato alla ribalta l’importanza della collaborazione in rete delle piccole e medie imprese, al contempo modello d’eccellenza e scommessa per il futuro. Infatti, grazie al rafforzamento delle conoscenze e delle competenze professionali, manageriali e organizzative, indispensabili per gestire un’economia reale, una finanza e una società divenute molto più complesse rispetto anche ad un recente passato il Contratto di Rete, rappresenta uno strumento utile per rendere efficienti le filiere produttive del nostro Paese, aumentando al contempo la competitività delle singole imprese e quella di sistema. Naturalmente, la crescita dimensionale tramite fusioni ed acquisizioni resta, nonostante la prevalente tendenza all’individualismo, la via maestra per la creazione delle economie di scala e di scopo indispensabili per raggiungere livelli di produttività ed efficienza più elevati. Tuttavia, in questa delicata fase di transizione, quello che conta è che le imprese non stiano da sole. Occorre infatti considerare che la fase di progettazione di componenti meccanici è molto delicata e richiede un livello di preparazione e competenza piuttosto elevato. Da essa dipende in larga parte la qualità del risultato finale ed è in questo stadio che vengono definiti tutti gli aspetti e i requisiti tecnico-progettuali che il componente finale dovrà possedere. Inoltre sulla rete appena nata tra le varie aziende del nostro territorio, Luigi La Forgia, Presidente della rete Ne.mo, ha detto a “Quindici”: «quest’iniziativa è nata nel marzo 2012 e il problema maggiore per tutti noi era quello di riunirci, essenzialmente per capire quanta gente era disponibile ad aderire a questa iniziativa. Il tutto è nato dopo aver partecipato ad un Convegno di Confindustria a Lecce ed aver presentato successivamente alle varie aziende il bando relativo al Progetto Goal per capire chi avesse davvero voglia di aderire a questo progetto innovativo. L’iniziativa, e la promozione dello strumento della Rete, è stata realizzata dalla Camera di Commercio di Bari Bat, attraverso il progetto Goal sotto l’accurata gestione del Dott. Marco de Candia, Responsabile del Progetto Goal». Tale Rete, ha l’obiettivo di creare un marchio comune, per acquisire e sviluppare la produzione della materia prima e la vendita di prodotto finito nei mercati il tutto per affrontare le sfide che la globalizzazione pone al sistema produttivo: l’internazionalizzazione, l’innovazione e naturalmente la collaborazione in rete tra imprese. Si tratta di tre aspetti interconnessi, dato che le reti di nuova generazione nascono e si sviluppano con l’obiettivo di accrescere, individualmente e collettivamente, la competitività, tanto sul mercato nazionale, quanto e soprattutto su quelli esteri. Il progettista indica la forma e delinea, in particolare, la tipologia di materiale (in genere metallico) che deve essere utilizzato per ottenere un risultato finale con determinate caratteristiche tecniche. La progettazione di componenti meccanici dunque richiede molta attenzione e il coinvolgimento di figure professionali costantemente aggiornate sugli ultimi ritrovati tecnologi. «Aderendo all’impresa di rete abbiamo una buona forza per aggredire il mercato ed arrivare all’internazionalizzazione» ha continuato Luigi La Forgia. Il tema della reti d’impresa sta acquisendo sempre più centralità nel dibattito economico. In tale strumento le imprese vedono infatti una strada percorribile per la loro evoluzione o anche solo per la loro sopravvivenza, in uno scenario economico che appare sempre più ostico, se non addirittura ostile. Allo stesso modo, gli istituti bancari guardano con crescente attenzione alle reti di impresa, in quanto potenzialmente in grado di dare solidità patrimoniale a piccole realtà che, seppur di successo, rischierebbero di dover pagare un prezzo troppo alto in termini di merito di credito e di costo del denaro alle nuove normative. Nell’attuale scenario competitivo, che per il capitalismo italiano è foriero di orizzonti estremamente incerti, emerge forte la necessità di sperimentare strade nuove. Ed emerge altrettanto forte l’istanza di cogliere ogni opportunità possibile per realizzare economie di scala, per comunicare e vendere meglio ciò che si produce, per dare un senso alla comune appartenenza territoriale, utilizzando il territorio stesso come brand di una specializzazione diffusa, e per depotenziare i rischi connessi ad un contesto congiunturale sfavorevole. Fare rete, costruire percorsi di condivisione ha rappresentato storicamente, per il piccolo capitalismo italiano, la migliore strategia per sopravvivere e competere anche quando nessuno avrebbe pensato fosse possibile. Le reti d’impresa rappresentano l’ultima evoluzione di questo percorso. Certo, le questioni aperte sono molte e la strada è ancora lunga. Qualcosa si muove, tuttavia, e non da oggi: segno che qualche azienda, forse, sta già ricominciando a muovere le ali. E il volo sta spiccando proprio dalle nostre aziende molfettesi.
Autore: Andrea Saverio Teofrasto